15/06/21

Elisa Zadi, Museo San Domenico


Noli me tangere

Donazione Carlo Palli

Prato, Museo San Domenico

                                                                     20 giugno | 31 ottobre 2021
 

 

L'artista è sempre alla ricerca del senso recondito delle cose, il suo tormento è di riuscire a esprimere il mondo dell'ineffabile. Come non vedere allora quale grande sorgente di ispirazione possa essere per lui quella sorta di patria dell'anima che è la religione? Non è forse nell'ambito religioso che si pongono le domande personali più importanti e si cercano le risposte esistenziali definitive?

San Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti, n.13, 4 aprile 1999

 

Noli me tangere analizza e racconta la dimensione del sacro nell'arte contemporanea in chiave di rinascita e di riapertura verso la spiritualità. Le opere in mostra mettono a confronto l'umano e il divino dialogando, fra passato e presente, con i tesori, gli affreschi e le sinopie custodite nell'ex Complesso di San Domenico. Dal Refettorio sino alle sale poste al primo piano del Museo gli artisti hanno riletto il tema della sacralità e della spiritualità religiosa, arricchendo la visione del mondo contemporaneo di un rinnovato senso trascendentale e donando allo spettatore la possibilità di avvicinarsi all'arte sacra nelle sue innumerevoli declinazioni, offrendo un'esperienza sacrale libera, soggettiva e a tratti catartica. Pitture, sculture, fotografie, installazioni video e multimediali, colgono le manifestazioni del sacro come ierofanie e unità di Verità e Bellezza, tra citazioni, nuove visioni, rinnovati linguaggi formali e spunti di riflessione sempre più attuali e legati alla coscienza culturale e sociale della fede.

Il collezionista Carlo Palli, direttore artistico del Museo, fautore dell'iniziativa e attento promotore culturale, donerà al Museo le opere in mostra e a corredo dell'esposizione, nella Chiesa di San Domenico, ha ideato e installato una "Via Crucis Contemporanea": 14 drammi della nostra attualità che 14 artisti hanno interpretato seguendo la propria poetica e il proprio stile, come monito al ripensamento del quotidiano e alla necessità di voltare pagina, riscoprendo nella sacralità la positività persa dell'animo umano nel caos contemporaneo. La forza concettuale di tali opere induce il pubblico a riflettere, mettendo in luce l'importanza degli insegnamenti che i testi sacri hanno tramandato e che sono ancora di grande attualità. 

 

Dopo anni di chiusura, il Museo San Domenico, situato all’interno del complesso dell’ex Convento di San Domenico, apre nuovamente le sue porte al pubblico e lo fa con «Noli me tangere. Donazione Carlo Palli». Una mostra d’eccezione incentrata sul tema dell’arte sacra contemporanea, che verrà donata alla Diocesi dal collezionista Carlo Palli. «Una mostra straordinaria, unica nel suo genere, che darà nuova luce e importanza a questo Museo, chiuso da molti anni», dice Carlo Palli, uno dei più grandi collezionisti d'arte in Italia e in Europa, importante mercante d'arte e gallerista, nominato dal vescovo Giovanni Nerbini direttore artistico della sezione d’arte contemporanea del Museo San Domenico. In esposizione circa 200 opere realizzate da 85 artisti, dislocate lungo un percorso che parte dal refettorio posto al piano terra e sale poi al primo piano del Museo. Ad arricchire la mostra l'installazione della Via Crucis Contemporanea nella chiesa di San Domenico.

 

 


La mostra. «Noli me tangere» analizza e racconta la dimensione del sacro nell’arte contemporanea in chiave di rinascita e di riapertura verso la spiritualità. «Le opere in mostra mettono a confronto l’umano e il divino dialogando, fra passato e presente, con i tesori, gli affreschi e le sinopie custodite nell’ex convento di San Domenico – spiega la curatrice Laura Monaldi -. Dal Refettorio alle sale poste al primo piano del Museo, gli artisti hanno infatti riletto il tema della sacralità e della spiritualità religiosa, arricchendo la visione del mondo contemporaneo di un rinnovato senso trascendentale e donando allo spettatore la possibilità di avvicinarsi all’arte sacra nelle sue innumerevoli declinazioni, offrendo un’esperienza sacrale libera, soggettiva e a tratti catartica. Pitture, sculture, fotografie, installazioni video e multimediali, colgono le manifestazioni del sacro come ierofanie e unità di Verità e Bellezza, tra citazioni, nuove visioni, rinnovati linguaggi formali e spunti di riflessione sempre più attuali e legati alla coscienza culturale e sociale della fede». Un particolare richiamo, come precisato da Palli, va al maestro Giampiero Poggiali Berlinghieri, recentemente scomparso.

Non è tutto, a corredo dell’esposizione, nella chiesa di San Domenico, ha ideato e installato una «Via Crucis Contemporanea»: 14 drammi della nostra attualità che 14 artisti hanno interpretato seguendo la propria poetica e il proprio stile. Un vero e proprio monito al ripensamento del quotidiano e alla necessità di voltare di pagina, riscoprendo nella sacralità la positività persa dell’animo umano nel caos contemporaneo. «La forza delle opere esposte nella chiesa di San Domenico induce dunque il pubblico a riflettere, mettendo in luce l’importanza degli antichi insegnamenti che i testi sacri ci hanno tramandato e che sono ancora di grande attualità».


 

 

 Artisti in mostra:

 

Marcello Aitiani - Claudio Ambrogetti - Paolo Amerini - Marcello Andreozzi - Andrea Bacci - Stefano Benedetti - Carlo Bertocci - Anna Maria Biagini - Daniela Billi - Adriano Bimbi - Italo Bolano - Maicol Borghetti - Anna Boschi - Umberto Buscioni - Franco Caini - Mauro Capitani - Myriam Cappelletti - Giacomo Carnesecchi - Cinzio Cavallarin - Stefano Cecchi - Bruno Ceccobelli - Giuseppe Ciccia - Riccardo Cocchi - Martina Codispoti - Cristina Corradi Mello - Enzo Correnti - Chiara Crescioli - Mattia Crisci - Angela Crucitti - Colomba D'Apolito - Jakob De Chirico - Elio De Luca - Fabio De Poli - Debora Di Bella - Tamara Donati - Luigi Doni - Gianni Dorigo - Emily Joe - Sergio Fiaschi - Franco Fossi - Kiki Franceschi - Ignazio Fresu - Gabriella Furlani - Mauro Gazzara - Marco Gerbi - Alessandro Gioli - Fabrizio Giorgi - Andrea Granchi - Carla Guarino - I Santini Del Prete (Franco Santini e Raimondo Del Prete) - Emilio Isgrò - Siriana Lapietra - Sara Lovari - Ruggero Maggi - Roberto Malquori - Giovanna Marino - Antonio Martini - Miradario (Massimo Biagi) - Mono (Andrea Cioni) - Fernando Montagner - Fernanda Morganti - Hermann Nitsch - Fiorella Noci - Gian Marco Oppo - Virginia Panichi - Renza Paoletti - Luigi Petracchi - Lamberto Pignotti - Massimo Podestà - Giampiero Poggiali Berlinghieri - Alessandro Poli - Roberto Pupi - Andrea Rauch - Ina Ripari - Enzo Risaliti - Gian Paolo Roffi - Minnia Satta - Pietro Schillaci - Vittorio Tolu - Stefano Turrini - Sergio Ulivi - Adriano Veldorale - William Xerra - Elisa Zadi - Lorella Zappalorti

 






OPERE DI ELISA ZADI 

NEL MUSEO DI SAN DOMENICO

 

Sezione Museo:

Volto Santo

Elisa Zadi, Volto Santo - installazione, 2014, organza e broccato, cm 220x175



Quest'opera si ispira al Volto Santo di Lucca. Ho immaginato che il nero legno su cui è stato scolpito il crocifisso dovesse diventare significante. Nero come origine di ogni cosa, la forza primigenia che anticipa la luce. Per questo lavoro ho scelto tessuti pregiati di organza e broccato diviso in moduli; il broccato al centro della croce, nel corpo, forma un tau, mentre nella raffinatezza dell'organza è rappresentata l'effige del volto, delle mani e dei piedi percepibili nella trasparenza del mistero e nella semplicità iconica con cui il crocifisso è scolpito. 

 





 

Sezione Via Crucis:

L’Albero Sacro

(o delle vittime sul lavoro)

 

Elisa Zadi, L’Albero Sacro o delle vittime sul lavoro, 2020, appliquè, stampa, nastri, inchiostri, cartigli su tessuto di lino e cotone, cm 70x70


Per realizzare questa opera Elisa Zadi si avvale della simbologia dell'Albero Sacro, Albero del Bene e del Male o Albero degli AntenatiIn vari periodi storici sono numerosi gli esempi e le culture che hanno utilizzato l'iconografia dell'albero, soprattutto in ambito religioso. Scegliendo questo tema Elisa pone subito un forte contrasto fra l'Albero Sacro, inalienabile immagine simbolica, e il dramma delle morti sul lavoro nominate "morti bianche". E' come se la Zadi con la sua opera volesse restituire dignità a tutte queste morti di innocenti, riscattandole simbolicamente con questa sua opera e innalzandole ad un'immagine che le fissa nella sacralità iconica dell'Albero.


La Zadi ci propone la sagoma pregnante di una quercia che al posto delle foglie presenta messaggi scritti (carigli) su cui sono riportate alcune vicende o in cui sono rappresentati su stampa monotipo, nomi, volti, immagini, fiori e foglie... Il suo Albero si popola di presenze ancestrali che vogliono sfidare il tempo con rivelazioni iconiche e ricordarci, non solo alcune persone in maniera nominale, ma che ognuno di noi è potenzialmente una vittima, poichè il sistema stesso si presenta come fallimentare. Infatti le statistiche delle vittime sul lavoro sono angoscianti e continue nel tempo, tanto che non sembra nemmeno appropriato chiamarle "morti bianche" in quanto di innocente non hanno niente e che invece la violenza e il dramma è quello che purtroppo le accompagna, sempre. 
La stessa Zadi dice: "Era per me impossibile rappresentare tutte le persone che hanno perso la vita sul lavoro, anche solo nell'ultimo anno... Per questo ho deciso di rendere omaggio simbolicamente a tutti con un'opera che potesse coinvolgere le varie tipicità e le consacrasse suggellandole nell'iconografia dell'Albero Sacro".











Informazioni e prenotazioni. Il Museo (piazza San Domenico 8, Prato) è aperto dal mercoledì alla domenica dalle 15 alle 19. La chiesa, al cui interno è possibile ammirare la Via Crucis Contemporanea, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19. Gli ingressi sono contingentati nel rispetto delle normative anticontagio vigenti. La prenotazione è obbligatoria. Per informazioni è possibile chiamare il numero 0574 445007 oppure scrivere una mail a museosandomenico@gmail.com. Le modalità di ingresso sono particolari, «non si pagherà per entrare ma per uscire – spiega il segretario generale di curia Gabriele Bresci – I visitatori daranno perciò un contributo dopo aver visitato la mostra in base al loro gradimento».


La mostra «Noli me tangere» prevede vari eventi collaterali, tra cui concerti, performance e incontri con gli artisti. A settembre è prevista inoltre la presentazione del catalogo, che conterrà importanti saggi critici sull’arte sacra contemporanea e le foto degli allestimenti a cura di Pietro Schillaci. Tra le iniziative da segnalare, tre visite guidate a cura dell’associazione ArteMìa e la cooperativa Prato Cultura, in programma rispettivamente il 23 giugno alle ore 21, il primo e l’8 luglio alle ore 21,40. Non classici tour, ma delle pillole di arte contemporanea durante le quali si parlerà delle opere in mostra e degli spazi all’interno dei quali queste sono esposte.



Rassegna stampa:

 


 https://www.pratosfera.com/2021/06/17/museo-di-san-domenico-riapertura-mostra-noli-me-tangere/

https://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2021/06/18/news/il-museo-san-domenico-rinasce-grazie-a-palli-1.40406681

https://www.toscanaoggi.it/Cultura-Societa/Prato-con-la-donazione-Carlo-Palli-riapre-il-Museo-di-San-Domenico-oltre-200-opere-d-arte-contemporanea-in-mostra

https://www.lanazione.it/prato/cronaca/larte-contemporanea-e-il-sacro-il-museo-di-san-domenico-rinasce-1.6496708

https://www.ansa.it/toscana/notizie/2021/06/17/musei-prato-riapre-s.domenico-con-palli-in-mostra-200-opere_2b6e4a2c-6288-4c98-ba5d-6ca28b673993.html

https://www.adrcomunicazione.it/?g=2021-06-13_16-43-26/ARTICOLI/Agenzia/MOSTRE-ARTE-ED-EVENTI-GRATUITI-ITALIA/NOLI-ME-TANGERE-Collettiva-a-Prato

https://www.adrcomunicazione.it/?g=2021-06-13_16-43-26/ARTICOLI/Agenzia/MOSTRE-ARTE-ED-EVENTI-GRATUITI-ITALIA/NOLI-ME-TANGERE-Collettiva-a-Prato 

 http://fiorenzaoggi.it/inaugura-la-sezione-di-arte-contemporanea-del-museo-di-arte-sacra-di-san-domenico-a-prato-con-la-mostra-noli-me-tangere-con-opere-in-donazione-dallarchivio-carlo-palli-%EF%BB%BF/

http://primaveradiprato.blogspot.com/2021/04/noli-me-tangere.html 

https://www.agensir.it/quotidiano/2021/6/17/diocesi-prato-riapre-il-museo-di-san-domenico-con-la-mostra-noli-me-tangere-donazione-carlo-palli-esposte-oltre-200-opere-darte-contemporanea/

http://www.notiziediprato.it/news/la-mostra-noli-me-tangere-tiene-a-battesimo-l-apertura-del-museo-di-san-domenico-il-biglietto-si-paga-in-base-al-gradimento

http://www.notiziediprato.it/news/la-mostra-noli-me-tangere-tiene-a-battesimo-l-apertura-del-museo-di-san-domenico-il-biglietto-si-paga-in-base-al-gradimento 

http://fiorenzaoggi.it/inaugura-la-sezione-di-arte-contemporanea-del-museo-di-arte-sacra-di-san-domenico-a-prato-con-la-mostra-noli-me-tangere-con-opere-in-donazione-dallarchivio-carlo-palli-%EF%BB%BF/

https://it.geosnews.com/p/it/toscana/po/prato/la-mostra-noli-me-tangere-tiene-a-battesimo-la-riapertura-del-museo-di-san-domenico_34344295

https://www.melobox.it/noli-me-tangere-donazione-carlo-palli-prato-museo-san-domenico/



Per informazioni e prenotazione

Museo San Domenico

Piazza San Domenico, 8 Prato

0574 44 50 07

museosandomenico@gmail.com

dal mercoledì alla domenica

orario 15.00/19.00

 

 

 

02/06/21

Elisa Zadi "Il sogno di Paolo Rossi"



 
 
PABLITO: UN MITO "DA PRATO ALLA STRATOSFERA"
Teatro Politeama Pratese
 
da martedi 8 giugno 2021 a domenica 4 luglio 2021
a cura di Carlo Palli
Con il patrocinio della Regione Toscana e la collaborazione del Comune di Prato/Assessorato alla Cultura e del Teatro Politeama
 


 
 
Una grande mostra di arte contemporanea per omaggiare il mito di Pablito, per onorare la memoria del campione del mondo nato a Prato, per riannodare i fili di una storia che ancora emoziona e scalda i cuori di chi visse la notte di "Spagna 1982".
Saranno le sale del Ridotto del Teatro Politeama Pratese ad accogliere oltre 100 opere di arte contemporanea firmate da artisti provenienti da ogni parte del mondo e testimoni della notorietà di Paolo Rossi, concittadino e connazionale.
A pochi mesi dalla scomparsa del calciatore, oltre 100 artisti sono stati invitati da Carlo Palli, collezionista e curatore della mostra, a rivivere quei momenti e a ricordare Paolo Rossi, oltre a celebrare Prato come culla di molti atleti e città natale del "campione del mondo". Pablito: un mito. "Da Prato alla Stratosfera" rappresenta l'omaggio a un mito internazionale, quel mito che si è fatto conoscere e riconoscere in ogni angolo del pianeta a suon di goal. 
 
 

 
Prato, 3 giugno 2021 – Quando una memorabile impresa sportiva e la vita di un campione straordinario diventano fonte d’ispirazione per 112 artisti. Nasce così l’idea di una grande mostra di arte contemporanea per omaggiare il mito di Pablito, per onorare la memoria del campione del mondo nato a Prato, per riannodare i fili di una storia che ancora emoziona e scalda i cuori di chi visse la notte di “Spagna 1982”. Un’intuizione del collezionista e curatore Carlo Palli subito sposata dal Teatro Politeama Pratese, la grande “casa” della cultura pratese che riaccenderà le luci del Ridotto per accogliere oltre 100 opere di arte contemporanea firmate da artisti provenienti da ogni parte del mondo e testimoni della notorietà di Paolo Rossi. Artisti che, a pochi mesi dalla scomparsa del calciatore, sono stati invitati da Carlo Palli a rivivere quei momenti di gloria e a ricordare Paolo Rossi, oltre a celebrare Prato come culla di molti atleti e città natale del "campione del mondo". Pablito: un mito. Da Prato alla Stratosfera rappresenta l’omaggio a un mito internazionale, quel mito che si è fatto conoscere e riconoscere in ogni angolo del pianeta a suon di goal. 
 
 LA MOSTRA 
 
Il Teatro Politeama Pratese apre le porte del Ridotto per ospitare le opere degli artisti dando così l’opportunità di far scoprire alla cittadinanza gli spazi del settecentesco Palazzo Leonetti. Una mostra “planetaria”, grazie alla partecipazione di artisti provenienti da ogni parte del mondo e testimoni della notorietà di Paolo Rossi. Una mostra "internazionale", sulla scia concettuale del Mondiale, che mette in luce tutta l’emozione dello sport e ne riscopre l’importante funzione sociale. “Spagna 1982” è stato un sogno per tutti gli italiani, un evento indimenticabile che ha tenuto con il fiato sospeso tutta l’Italia ancorata alla telecronaca di Nando Martellini, in attesa del decisivo “goal”. Un ricordo ancora vivo di cui Paolo Rossi è stato l’indiscusso protagonista. Miglior giocatore del Mondiale, fenomenale capocannoniere, vincitore del "Pallone d’oro 1982", Paolo Rossi con il suo “fiuto per il goal” ha portato la Nazionale di Bearzot alla vittoria, facendo riscoprire nel gioco del calcio un inno e un tassello d’identità culturale. Il catalogo, a cura di Laura Monaldi, ripercorrerà l’esposizione allestita nella cornice del Ridotto, immortalata negli scatti del fotografo Pietro Schillaci. L’allestimento è a cura dell’architetto Francesco Procopio per conto del Comune di Prato. Le opere in mostra saranno donate alla famiglia per la costituenda Fondazione Paolo Rossi. 
 
 IL DOCUFILM 
 
In occasione dell’evento espositivo al Politeama, il regista Stefano Cecchi ha realizzato un video documentario, dal titolo Quel ragazzo di Santa Lucia. Ricordando Pablito, che raccoglie in quaranta minuti le testimonianze di Giancarlo Antognoni, Giovanni Galli, Rossano Rossi, Stefano Braschi, Matteo Biffoni, Federica Cappelletti (moglie di Paolo Rossi), il vescovo Giovanni Nerbini, Francesco "Ciccio" Graziani, Paolo Amerini, Carlo Palli, Franco Kistermann, Roberto Macrì e Yuri Chechi. Un video inedito che unisce sport e cultura, tifo e socialità, ricordi e sentimenti personali, arricchendo la mostra e contribuendo a far rivivere quel sogno nel nome di "Pablito", da Santa Lucia alla "Stratosfera", come indica il sottotitolo della rassegna artistica. Sarà possibile assistere alla proiezione del documentario negli spazi del Politeama durante il primo giorno di apertura al pubblico della mostra (domenica 6 giugno) mentre, dall’8 giugno al 4 luglio, la proiezione si sposterà alla Limonaia dell'ex Convento dei frati cappuccini, attuale sede della Fondazione Opera Santa Rita (via Armando Diaz 13/15).
 
 GLI SPAZI 
 
L’arte contemporanea nel segno dell’omaggio a Paolo Rossi trova una collocazione ideale nelle sale di Palazzo Leonetti. Sport e Politeama, un legame che non è non casuale. Le origini del più grande teatro della città si legano all’iniziativa di Bruno Banchini, tra i più grandi campioni italiani del gioco del pallone col bracciale (uno sport ormai scomparso) agli inizi del Novecento. Fu lui a investire tutti i suoi risparmi nell’acquisto dell’intero isolato fra via Garibaldi e via Tintori, realizzandovi una grande arena con la copertura apribile grazie al progetto dell’architetto Pier Luigi Nervi. Un esempio di felice sintesi fra la cultura e lo sport, com’è nello spirito della mostra Pablito: un mito. 
 
 INFORMAZIONI SULLA MOSTRA 
 
L’ingresso alla mostra è gratuito, dalle 15.30 alle 19.30 da martedì 8 giugno a sabato 4 luglio (chiuso il lunedì). 
La prenotazione è consigliata rivolgendosi alla biglietteria (telefono 0574 603758 oppure registrandosi attraverso la piattaforma Eventbrite sul sito del Politeama) che è aperta dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.
 In occasione dell’apertura al pubblico della mostra, domenica 6 giugno (a partire dalle 16.30), è richiesta la prenotazione obbligatoria. Ingressi contingentati nel rispetto della normativa anti-Covid in vigore. 
 
Ufficio Stampa | Maria Lardara | +39 338 4005369 mlardara@gmail.com | ufficiostampa@politeamapratese.com 
Teatro Politeama Pratese Via Garibaldi 33 - 59100 PRATO +39 0574 603758 www.politeamapratese.com 
 
 
GLI ARTISTI IN MOSTRA 
 
Paolo Albani, Paolo Amerini, Vittore Baroni, Pier Roberto Bassi, Stefano Benedetti, Armando Bertollo, Gianni Biagi, Daniela Billi, Fabio Bini, Guy Bleus, Luther Blissett, Buz Blurr, Anna Boschi, Leonardo Bossio, Hans Braümuller, Antonio Bruno, Paulo Bruscky, Rinaldo Frank Burattin, Alfonso Caccavale, Carlo Cantini, Mauro Capitani, Myriam Cappelletti, Giancarlo Cardini, Roberto Casati, Cinzio Cavallarin, Stefano Cecchi, Giuseppe Alberto Centauro, Patrizia Cerella, Claudio Cerretelli, Carlo Palli, Kiddy Citny, Riccardo Cocchi, Ryosuke Cohen, Lido Contemori, Cristina Corradi Mello, Enzo Correnti, Mattia Crisci, Serena D’Angelis, Jakob De Chirico, Ko De Jonge, Elio De Luca, Fabio De Poli, Debora Di Bella, Marcello Diotallevi, Tamara Donati, Gianni Dorigo, Mike Dyar, Riccardo Farinelli, Nico Fedi, Fernanda Fedi, Luc Fierens, Franco Fossi, Kiki Franceschi, Ignazio Fresu, Gabriella Furlani, Picasso Gaglione, Mauro Gazzara, Marco Gerbi, Carlo Gianni, Elisa Gianni, Gino Gini, Fabrizio Giorgi, Raffaello Gori, Simone Gori, Andrea Granchi, Ezio Gribaudo, Carla Guarino, Guroga, John Held, I Santini Del Prete, Emily Joe, Helmut King, Michael Leigh, Dario Longo, Maya Lopez Muro, Sara Lovari, Serse Luigetti, Paolo Lumini, Ruggero Maggi, Morice Marcuse, Paolo Masi, Miradario, Fernando Montagner, Fernanda Morganti, Giovanni Nuti, Gian Marco Oppo, Clemente Padin, Chiara Pasquetti, Giancarlo Pavanello, Luigi Petracchi, Lamberto Pignotti, Franco Piri Focardi, Antonio Poce, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Alessandro Poli, Hugo Pontes, Giovanni Possenti, Tulio Restrepo, Ina Ripari, Gian Paolo Roffi, Walter Rovere, Rod Summers, Anthony Tang, Lorenzo Tonda, Giovanni Battista Tresso, Stefano Turrini, Sergio Ulivi, Carlo Valentini, Elisa Zadi, Lorella Zappalorti, Mindaugas Zuromskas.
 
Informazioni Utili
Orario: dalle 15.30 alle 19.30 (chiuso il lunedì)
Indirizzo: via Garibaldi, 33/35
Prezzo Intero: ingresso libero
 

 ELISA ZADI

Il sogno di Paolo Rossi

 

Elisa Zadi, Il sogno di Paolo Rossi - polittico, 2021, olio, sagoma Fabriano e ricamo su tela, cm 80x88



































La cosa che più mi ha colpita conoscendo la vita di Paolo Rossi è la volontà a realizzare il Proprio sogno, indipendentemente dal resto. L'inizio della sua carriera non è stata fortunata, ha subito varie operazioni alle ginocchia in giovane età e per questo lo avevano "emarginato" ancor prima di emergere. Ma Paolo Rossi non si è curato di questo e ha continuato a fare quello che voleva: il calciatore. Questa sua tenacia e desiderio lo accompagneranno tutta la vita. Su questo concetto ho scelto di realizzare l'opera che si intitola "Il sogno di Paolo Rossi".

Per questo polittico ho scelto delle immagini che rimandassero al mondiale del 1982: protagoniste sono le sue esili e dinamiche gambe, il suo volto appassionato e una sua citazione tratta da una recente intervista e che è stata per me particolarmente significativa della sua filosofia di vita. Forse il desiderio di credere nei propri sogni e di non smettere di lottare per realizzarli rende la vita di ogni uomo speciale, a questo, come Pablito voglio credere!

 

  

 

https://www.youtube.com/watch?v=ZGaB3zKL-NE 

https://www.lanazione.it/cronaca/mostra-paolo-rossi-1.6440172 

http://www.comune.prato.it/appuntamenti/?forward=evento&opera=PABLITO&sala=TEAT4001&data=20210608

https://www.lanazione.it/prato/cronaca/la-grande-arte-omagger%C3%A0-il-mito-di-pablito-in-arrivo-a-prato-opere-da-tutto-il-mondo-1.5897432 

http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=335559 

https://www.lanazione.it/prato/cronaca/lurlo-del-gol-prato-e-la-coppa-del-mondo-per-sempre-pablito-nostro-eroe-popolare-1.6442001 

https://video.corrierefiorentino.corriere.it/prato-dedica-mostra-suo-pablito-rossi/c7883074-c459-11eb-8ea6-d1676a99f4ec/amp 

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-pablito-un-mito-da-prato-alla-stratosfera-156923850461 

https://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/paolo-rossi-a-prato-mostra-con-112-artisti-ispirati-pablito_33469468-202102k.shtml 

http://www.notiziediprato.it/news/oltre-cento-opere-in-mostra-al-politeama-per-celebrare-pablito-il-mito-e-l-uomo 

https://www.stamptoscana.it/pablito-un-mito-100-opere-di-artisti-per-il-grande-calciatore/ 

https://www.cittadiprato.it/it/eventi/evento.aspx?forward=evento&dataParam=20210608&operaParam=PABLITO&salaParam=TEAT4001 

 

 


13/05/21

ARTBOX Elisa Zadi


 

Dopo il lungo periodo di chiusura, torna con entusiasmo la seconda mostra collettiva ArtBox, spazio espositivo della Biblioteca San Giorgio di Pistoia dedica all'arte e curata da Fabio de Poli.

Per la biblioteca è una nuova occasione per facilitare gli artisti nella diffusione del loro lavoro al di fuori dei circuiti tradizionali,  per mostrare i linguaggi artistici contemporanei e offrire così nuove opportunità per far godere delle emozioni e far muovere nuove riflessioni di fronte allo stupore, alla bellezza, ma anche al disorientamento che spesso regala la creazione artistica.

Varie forme dell’arte contemporanea si incontrano in assoluta libertà e contaminazione, in una sorta di patchwork, in questo piccolo contenitore nell’intento di dar conto degli infiniti mondi dell’arte, delle sue tecniche, dei suoi linguaggi, dei suoi prodotti.

Gli artisti che espongono nella collettiva sono: Fabio De Poli, Andrea Dami, Luca De Silva, Gianni Dorigo, Nico Fedi, Lorenzo Fontanelli, Aldo Frangioni, Marco Giacomelli, Antonino LoPresti, Jean Yves Malbos, Mauro Pispoli, Andrea Rauch, Stefano Turrini ed Elisa Zadi.

 

Elisa Zadi presenta un dittico di autoritratti della serie  Della Melancholia, Dopo Grace e Dopo Freud. Questi ritratti sono eseguiti ad olio su tela grezza e hanno un formato di 35x33 cm ciascuno. Per questa esposizione i curatori, Fabio De Poli e Cristina Rafanelli, hanno scelto una disposizione "a libro" di modo che i due volti si riflettano l'uno sull'altro, guardandosi come in uno specchio. 

I volti si fronteggiano nella loro ieraticità che rimanda alla fissità dell'icona se non fosse per la forte connotazione espressiva e introspettiva che determina un senso esistenziale proprio dell'essere umano e in particolare della sfera femminile che la Zadi riesce sapientemente a far permeare con i suoi ritratti. Quegli occhi ci guardano con determinazione, con coinvolgimento, ci guardano come per desiderio di essere a sua volta guardati, visti, nella loro Verità. In questi sguardi probabilmente la Zadi si mette a nudo, rivelando attraverso questi occhi dipinti, la sua anima, che chiama e si mostra allo spettatore. Con coraggio si mettono in gioco e ci rivelano un seppur parziale e fuggevole scorcio dello spirito dell'artista che grazie alla sua opera si è suggellato nella tela, in questi volti.

La mostra sarà visitabile secondo la normativa sanitaria e in orari di apertura della Biblioteca o contattando lo 0573.371600.

 

Dopo Grace
Dopo Freud


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"Da cosa potevo partire se non da me stessa?

La serie di autoritratti sulla Melancholia, nasce dall'esigenza, quasi quotidiana, di indagare sulla mia persona. Il titolo si ispira all'omonima opera di Durer in cui la malinconia è vista come uno stato emotivo particolare che favorisce il pensiero introspettivo, una condizione crativa saturnina, propria del fare artistico. Questi autoritratti sono stati fatti tutti dal vero con l'ausilio di uno specchio. Il mio volto riflesso allo specchio posto accanto alla tela, ha fatto sì che questa potesse diventare il canovaccio diretto in cui ho potuto registrare le forme e le pulsioni del momento. Un modo di mettermi in discussione, di guardarmi dentro, senza preconcetti o idee prestabilite, ma solo con la voglia di scoprire realmente il mio corpo e come questo si manifesta attraverso le sembianze del mio volto nelle sue pulsioni sempre diverse.

Dopo Freud è stato dipinto poco dopo la scomparsa del pittore inglese Lucian Freud, grande artista figurativo contemporaneo, nipote di Sigmund. Questo piccolo autoritratto è un omaggio segreto alla sua persona e ai suoi colori e racchiude per me la sintesi e l'equilibrio fra disegno e colore.

Dopo Grace è stato realizzato dopo la vendita dell'autoritratto Sarò quel che sono, attualmente appartenente alla collezione Baldissera. In questo ritratto ho voluto riprendere l'essenzialità del colore e del disegno che sono ridotti al minimo nei contorni e nelle luci con l'intento di esprimere una figurazione essenziale. "

 

Altre opere della serie Della Melancholia sono visibili su: 

https://www.zadielisa.it/pittura/della-melancholia/ 

 





Durer- Della Melancholia


20/02/21

Touch my Soul




TOUCH MY SOUL

L’opera “Touch my Soul “ vuole coinvolgere lo spettatore in un percorso tattile oltre che estetico. Il toccare diventa un esperienza conoscitiva, si tocca per sentire, capire, si tocca per conoscere l’oggetto, per andare oltre la sua superficie ed alzare il velo dell’apparenza. Toccare diventa un modo per tentare di afferrare l’essenza dell’oggetto e  conoscere la sua segreta verità.
Attraverso questi tre processi vedere,  guardare e  toccare io verifico un’attività conoscitiva tangibile, legata all’instintualità umana del conoscere. Se per Hildebrand l’artista “tocca con gli occhi” le superfici che osserva, in questa opera la Zadi ci pone di fronte ad un’ulteriore verifica alla quale non ci si può sottrarre: toccare per capire quello che vedo, quindi toccare per vedere più a fondo.
Concettualmente si vuole riflettere sulla differenza che c’è fra vedere e conoscere; la prima ci dà una considerazione superficiale e immediata, la seconda ha bisogno della nostra attenzione per essere rivelata e in questo caso di essere toccata. Se non abbiamo la volontà di conoscere meglio una cosa questa rimane priva di interesse per noi; possiamo capirla, conoscerla,  solo se vogliamo entrare in relazione , in una sorta di comunione con ess;  in questo caso abbandonandosi alla scoperta tattile e affidandosi all’artista che diventa la guida esperienziale.
Il toccare è diventato sempre di più un fattore legato alla pragmaticità delle cose, distanziandosi dalla ricchezza della sensorialità di per sé; Elisa Zadi con questa opera vuole porre l’attenzione ad una riscoperta del tatto legato alla sensibilità di varie texture che ricalcano cortecce di alberi e che lo spettatore bendato sarà guidato a sentire. Come sento senza vedere?
L’opera si presenta celata da un tessuto di broccato nero; attraverso tre fessure lo spettatore privato della vista e guidato dall’artista  potrà inserire le mani e sentire le varie superfici; solo dopo questa esperienza tattile il partecipante viene invitato alla scrittura di una o più sensazioni, sempre non vedendo.  Come scrivo senza vedere? Ogni frase scritta dal partecipante è  subito recitata e attaccate dietro la scena. Solo alla fine dei partecipanti alla performance verranno svelate le formelle-texture celate, ricoperte di foglia d’oro e verrà recitato l’epilogo della performance:

“Guardare è Toccare con gli Occhi,
Toccare è Vedere con le Mani.

Perchè il Visibile e il tangibile
altro non sono
che specchio dell’Invisibile.
Touch my soul.”


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Fondazione Moretti - Schema Polis, 26 giugno 2016, Prato

 

02/12/20

La Dea Fortuna

 Fondazione Conservatorio San Niccolò
Prato

dal 24 settembre al 31 dicembre 2021



 
Le opere della Collezione Carlo Palli omaggiano l'anniversario dantesco con una grande mostra nella magnifica cornice del Conservatorio San Niccolò di Prato. Fra gli artisti in mostra Elisa Zadi realizza appositamente una grande opera dedicata alla Dea Fortuna (inferno Canto VII).
 
 
La Dea Fortuna
di Elisa Zadi
Collezione Carlo Palli, Prato
 

 
 
Una commissione per celebrare Dante Alighieri in occasione del suo anniversario: la scelta di un personaggio della Divina Commedia. Non ci sono molte figure femminili.... Ma una dall'antica mitologia greca e poi romana attira la mia attenzione: la Dea Fortuna. E chi non ne ha bisogno! 
Vorrei concepire delle opere che abbiano anche una valenza propiziatoria, senza cadere dei dettami iconografici medioevali di cornucopie e ruote. Una donna moderna, consapevole di se stessa, libera di mostrarsi e di decire le sorti, in primis la sua.


La Dea Fortuna nasce in occasione dei festeggiamenti danteschi previsti per il 2021, rispettivamente per la Sala delle Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e per la ex-limonaia di San Niccolò a Prato.
Le opere si ispirano alla Divina Commedia (Infermo canto VII versetti 66-96) in cui Dante chiede a Virgilio cosa sia la Fortuna.
La mia doppia versione prevede un assemblaggio pittorico fra tela, legno e garza di dimensione 160x100 cm ciascuno. La modella che incarna la Dea, si presenta in una versione che guarda lo spettatore e una che cela il suo sguardo. La prima quasi provocando guarda diretto verso le spettatore come a rivendicare il suo ruolo decisionale nella sorte delle genti; la seconda invece nasconde i suoi occhi sotto una benda come a testimoniare la sua indifferenza nei confronti del suo operato. La testa è dipinta volutamente separata per essere valorizzata dall'assemblaggio in legno emergendo nella tridimensionalità del suo telaio.
La tavola di legno riporta i versetti della Divina Commedia relativi all'ispirazione dei due differenti soggetti.
Quest'opera è un omaggio alla figura femminile in genere e infatti risulta dominante, protagonista rispetto alla dimensione dell'opera e dei personaggi che sono sagome sullo sfondo, inglobati nel paesaggio. 
Il paesaggio è ricavato da tre toni monocromatici di blu e verdi mescolati insieme che creano colori differenti per dare una degradazione spaziale; a livello iconografico ho scelto un sottobosco spoglio e brullo che rimane dipinto a tocchi di lumeggiature. Le tre zone-massa dove è stato ricavato il paesaggio sono forme "fluide" per il loro andamento, quasi scenografiche come dei cartoni che si alternano allo spazio vuoto della tela creando delle quinte spaziali. 
 
 

 
 
"Maestro mio", diss’io, "or mi dì anche:
questa fortuna di che tu mi tocche,
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?"

E quelli a me: "Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v’offende!
Or vo’ che tu mia sentenza ne ’mbocche.

Colui lo cui saver tutto trascende,
fece li cieli e diè lor chi conduce
sì, ch’ogne parte ad ogne parte splende,

distribuendo igualmente la luce.
Similemente a li splendor mondani
ordinò general ministra e duce

che permutasse a tempo li ben vani
di gente in gente e d’uno in altro sangue,
oltre la difension d’i senni umani;

per ch’una gente impera e l’altra langue,
seguendo lo giudicio di costei,
che è occulto come in erba l’angue.

Vostro saver non ha contasto a lei:
questa provede, giudica, e persegue
suo regno come il loro li altri dèi.

Le sue permutazion non hanno triegue:
necessità la fa esser veloce;
sì spesso vien chi vicenda consegue.

Quest’è colei ch’è tanto posta in croce
pur da color che le dovrien dar lode,
dandole biasmo a torto e mala voce;

ma ella s’è beata e ciò non ode:
con l’altre prime creature lieta
volve sua spera e beata si gode.



 
 
Artisti in mostra:
 
Marcello Aitiani
Paolo Albani
Paolo Amerini
Francesco Aprile
Andrea Bacci
Vittore Baroni
Stefano Benedetti
Carlo Bertocci
Daniela Billi
Anna Boschi
Antonino Bove
Umberto Buscioni
Giuseppe Calandriello
Carlo Cantini
Cinzio Cavallarin
Stefano Cecchi
Andrea Chiarantini
Riccardo Cocchi
Lido Contemori
Cristina Corradi Mello
Mattia Crisci
Elio De Luca
Fabio De Poli
Debora Di Bella
Marcello Diotallevi
Tamara Donati
Luigi Doni
Gianni Dorigo
Emily Joe
Riccardo Farinelli
Fernanda Fedi
Nico Fedi
Sergio Fiaschi
Franco Fossi
Kiki Franceschi
Ignazio Fresu
Gabriella Furlani
Mauro Gazzara
Marco Gerbi
Gino Gini
Alessandro Gioli
Fabrizio Giorgi
Raffaello Gori
Andrea Granchi
I Santini Del Prete
Siriana Lapietra
Sara Lovari
Aldo Lurci
Gustavo Maestre
Ruggero Maggi
Roberto Malquori
Lucia Marcucci
Arnaldo Marini
Miradario
Mono
Fernando Montagner
Fernanda Morganti
Riccardo Neri
Gian Marco Oppo
Luigi Petracchi
Lamberto Pignotti
Antonio Poce
Giampiero Poggiali Berlinghieri
Alessandro Poli
Andrea Rauch
Roberto Remi
Ina Ripari
Gian Paolo Roffi
Lucia Sapienza
Giovanna Sparapani
Luka Sposato
Vittorio Tolu
Stefano Turrini
Sergio Ulivi
William Xerra
Elisa Zadi
Lorella Zappalorti