La cosa più superba é la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come un rigoglio fisso
fin dentro le pareti.
Il disordine materiale testimoniato negli ambienti vissuti dalla Merini, non si riscontra nei testi da lei scritti. Questa è ancora una volta la testimonianza di una personalità contraddittoria ed eccentrica?
Ho cercato di rievocare la presenza di Alda Merini immaginando, anche secondo fonti e testimonianze, alcuni oggetti che ad essa potevano essere appartenuti.
Ho portato tanti oggetti in Galleria, svariate cose che ho disposto su un piano che sembrava pronto ad accoglierle. Ho installato degli oggetti in modo che potessero ricostruire un interno, la sua abitazione, il suo tavolo: questa installazione è rimasta in Galleria due settimane, il tempo del l’esecuzione del dipinto ed è stata smontata ieri.
Uno specchio con dei numeri scritti, appunti e libri sparsi, piccole boccette di acqua di rose e medicinali, rossetti, un grande posacenere con una sigaretta pronta ad essere fumata.. Ogni oggetto porta con sé un significato e si relaziona con il suo vicino nello spazio delimitato di un piano. La minaccia delle forbici aperte, delle lettere forse ricevute, forse mai spedite, la bottiglia di coca cola, bevanda che la poetessa amava tanto, una scarpa abbandonata (in un’intervista la Merini racconta che alcune persone venivano curate facendole camminare a piedi nudi; il contatto con la terra restituiva loro l’originale equilibrio perduto); un filo rosso: colore di vita e di morte, comune in tutte queste composizioni pittoriche, che rappresenta il filo della vita che si spezza fra una tela e l’altra così come si “spezza” Alda nei suoi dolori, nel suo cammino, ma che prosegue nonostante tutto a compiere il proprio destino.
Superba è la notte, 2012, olio su tela cm 70x120.