ELISA ZADI
"VADEMECUM - pittura come ricerca del sé"
a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi
La sede espositiva de "Il Borghetto" di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la mostra personale di Elisa Zadi "Vademecum - pittura come ricerca del sé". Località di pregievole qualità storica, naturalistica e paesaggistica oltre che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e prevederà ana presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi.
In
questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere
rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del suo
lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa occasione
di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente inediti.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la “pittura come ricerca del sé”, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze. La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all'infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche” – scrive Laura Monaldi – “Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell'anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la “pittura come ricerca del sé”, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze. La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all'infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche” – scrive Laura Monaldi – “Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell'anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visibile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.
Si ringrazia il Comune di Montemurlo, Cinzio Cavallarin e l'Associazione Culturale Multimedia91.
Elisa Zadi esordisce nel 2005 con una serie di autoritratti che si riveleranno indagine introspettiva a lei necessaria e che permarrà come uno dei temi centrali della sua ricerca. Dal 2008 il suo interesse si concentra sulla figura umana, soprattutto femminile, indagata con una cruda e introspettiva frontalità: questo origina dei lavori pittorici che si esprimono in polittici; i soggetti si compongono in una narrazione ritmata e concettuale, che si intensifica nel 2013/14 con delle serie pittorico-installative di grande formato, che ricostruiscono attraverso la frammentarietà della tela uno spaccato di esistenzialità quotidiana. Dal 2015 la figura umana diventa simulacro della sua essenza attraverso opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline dando vita a installazioni interattive e performative.
Elisa Zadi è nata ad Arezzo. Nel 1996 si diploma come Maestro d’Arte e nel 1998 ottiene con il massimo dei voti la Maturità d’Arte Applica in Moda e Costume Teatrale presso l’Istituto Statale d’Arte Piero della Francesca di Arezzo. Nel 2007 si diploma con lode in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze; dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come “Assistente Tecnico di Laboratorio”. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle Discipline Pittoriche tenendo attualmente la cattedra presso il Liceo Artistico Porta Romana di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master di II° livello in “Architettura e Arti Sacre” presso l’Università Europea di Roma. Attualmente vive e lavora a Firenze.
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=166354
http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2017/03/vademecum-pittura-come-ricerca-del-se.html
http://www.comune.montemurlo.po.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_1553_12_1.html
http://www.comune.montemurlo.po.it/archivio6_eventi-in-agenda_0_247_12_1.html
http://www.reportpistoia.com/prato-provincia/item/45788-vademecum-elisa-zadi-espone-al-borghetto.html
http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=238620
http://www.centopercentoeventi.com/articolo-9767-montemurlo-mostra-vademecum-prato
http://www.linealibera.info/montemurlo-vademecum-pittura-come-ricerca-del-se/
https://allevents.in/provincia%20di%20prato/vademecum-pittura-come-ricerca-del-s%C3%A9/1742942286020119#
http://www.chioscoeventi.com/montemurlo/vademecum-pittura-come-ricerca-del-se/259683
https://www.toscanarte.it/?view=notizie&Cat=inaugurazioni&See=1943-vademecum-pittura-come-ricerca-del-se
https://liberacronaca2.wordpress.com/2017/03/02/nuovo-blog-liberacronaca2-da-italia-bene-comune-di-pochi-n-2079-del-2-e-3-marzo-2017/
27 febbraio 2017 di Andrea Balli
Al “Borghetto” la mostra di Elisa Zadi curata da Laura Monaldi e Marco Palamidessi
Al “Borghetto” la mostra di Elisa Zadi curata da Laura Monaldi e Marco Palamidessi
MONTEMURLO. La sede espositiva de “Il Borghetto” di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la nuova mostra personale di Elisa Zadi Vademecum, pittura come ricerca del sé.
Località di pregevole qualità storica, naturale e paesaggistica oltre che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e prevederà una presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi.
In questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del suo lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa occasione di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente inediti.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la pittura come ricerca del sé, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze.
La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all’infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità.
Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche – scrive Laura Monaldi – Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell’anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visitabile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura mostra sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.
La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all’infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità.
Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche – scrive Laura Monaldi – Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell’anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visitabile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura mostra sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.
Martedì, 28 febbraio 2017
"Vademecum", Elisa Zadi espone al Borghetto
MONTEMURLO - Nuovo appuntamento con l'arte al Centro espositivo “Il Borghetto”.
Sabato 4 marzo alle
ore 17 s'inaugura “Vademecum, la pittura come ricerca del sé”, la mostra
di Elisa Zadi, curata da Cinzio Cavallarin, con la presentazione
critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi e il patrocinio
dell'assessorato alla cultura del Comune di Montemurlo.
L' esposizione, che rimarrà aperta fino
al 12 marzo, è una sintesi antologica del lavoro pluriennale di Elisa
Zadi, con opere scelte appositamente dall'artista, tra lavori già noti e
alcuni inediti. La pittura per Elisa Zadi è “ricerca del sé”, un
divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze: è
l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più
profondi della sua psiche. La Zadi, 35 anni originaria di Arezzo ma
fiorentina d'adozione dove insegna al liceo artistico di Porta Romana,
cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per
capirsi e sapersi viva nel mondo.
Il suo temperamento artistico si pone da
sempre lo scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di
grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, che ogni giorno
riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati
in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un
triste sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio
io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per
lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha
bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni
conoscitive. Il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito,
schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee,
le proprie fisionomie interiori. Il suo è un dipingersi per toccarsi,
per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera
geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati
autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una
personalissima enciclopedia dell’ auto-rappresentazione, genere con cui
l’artista ha felicemente esordito nel 2005, verranno presentati lavori
dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella
femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore,
carica di valenze. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in
polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i
soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione
ritmata e concettuale.
http://www.reportpistoia.com/prato-provincia/item/45788-vademecum-elisa-zadi-espone-al-borghetto.html
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