10/12/22

Nelle Rapide




NELLE RAPIDE

Inaugurazione Venerdì 16 dicembre 2022, ore 18


Stefania Balestri / Erica Briani Pereyra / Giorgia Calvanelli / Federica Gonnelli /
Lucy Jochamowitz / Daniela Perego / Elisa Zadi



A cura di
Rosanna Tempestini Frizzi
di
La Corte Arte Contemporanea - Firenze

Laboratorio 13 - Spazio d'Arte
Un progetto di
Olivia Turchi per Associazione Città Sostenibile
Il Conventino Caffè Letterario
Via Giano della Bella 20, Firenze


La mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle10 alle 19 fino al
Finissage Sabato 28 Gennaio 2023, ore 17
Intervento di
Tomaso Montanari con presentazione del catalogo
con foto di
Martino Acciaro


Per informazioni:
info@ilconventinofirenze.it




"Affrontare le rapide di un fiume è sempre impresa coraggiosa. Un piccolo equipaggio su un battello ha da essere consapevole e determinato. Scendere le rapide richiede coraggio e abilità, occhio e rapidità di decisione. Risalirle inoltre richiede una buona quantità di energia. In ogni caso una bella dose di fortuna. Superate le rapide, raggiunte le acque calme, ci sarà motivo di soddisfazione e orgoglio"

Rosanna Tempestini Frizzi



"La pendenza delle rapide genera velocità: ma anche possibilità di vedere più lontano. La loro turbolenza crea ansia: ma anche resistenza. Nella nostra lingua – e in questa esperienza – le rapide sono plurali, e femminili. Lungimiranza, resistenza, pluralità e diversità: una declinazione d’arte e cultura di cui abbiamo davvero bisogno"

Tomaso Montanari dal testo in catalogo






Il lavoro di Elisa Zadi esplora le questioni della femminilità, dell'identità e dell'appartenenza attraverso l'autoritratto. Il suo percorso si sviluppa indagando la connessione fra uomo e natura sia in senso introspettivo che antropologico e simbolico. Artista poliedrica si occupa di pittura, installazione, performance e poesia.


La nuova serie di opere nominata Mondi Possibili nasce durante il lockdown e trae ispirazione da Gottfried Wilhelm Leibniz e ai “mondi possibili” intesi come idee perfette nella mente di Dio e come ricerca di Verità. “Le verità di fatto sono contingenti, libere e vere solo nel mondo possibile che esiste. Le infinite verità si manifestano, a volte si fanno trovare, altre dobbiamo capirle, giudicare se queste sono vere, autentiche. La mia arte cerca la Verità, la migliore possibile a me concessa”.


Il Tempo Perduto 2, parla di figure che tentano una relazione, fra di esse e con la natura, cercano di far parte di una realtà, ahimè fluida, inafferrabile, in continuo cambiamento e movimento, come sostiene Bauman. Questo è reso da sovrapposizioni pittoriche che simulano le molteplici percezioni della realtà mutevole, alludono all’elemento acqua come liquidità fisica e psichica e si costituiscono di una pittura che si crea per trasparenze, dissolvenze, apparizioni e materializzazioni coloristiche. Fra presenza e assenza cerco di perseguire una ricerca di “perfezione come bellezza” che nel contempo mi incanta e mi sfugge, mi seduce e trasporta; a volte l’immagine si rivela cruda e diretta, disillusa, altre volte velata o nascosta, ma sempre facente parte del reale. “Voglio che la mia pittura sia chiara e leggibile come una scrittura, per questo lascio visibile ogni passaggio disegnato, pittorico o preparatorio all’opera, che ultimamente si manifesta in sovrapposizioni e trasparenze“.


Elisa Zadi è nata ad Arezzo. Nel 2007 si diploma con lode in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come “Assistente Tecnico di Laboratorio”. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle Discipline Pittoriche tenendo attualmente la cattedra presso il Liceo Artistico Porta Romana di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master di II° livello in “Architettura e Arti Sacre” presso l’Università Europea di Roma. Attualmente vive e lavora a Firenze.

Fra le principali partecipazioni artistiche si ricorda Cara Enfanta presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, Bau-tredici presso GAMC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio, Vitamine- tavolette energetiche presso il MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e Museo Novecento di Firenze, Looking for Monnalisa presso Castello Visconteo e Palazzo Broletto di Pavia; fra i numerosi Premi si ricorda la Residenza Situ#3 nel 2022, la selezione Premio Combat e Premio Cairo Arte nel 2015, Il Premio Limen 2014 e il Premio Casorati nel 2008.





Titolo opera:

Il tempo perduto 2, 2022, olio e pigmento, frottage e collage su tessuto, cm 150x110






















28/11/22

L'orma che vedi è la mia


L’orma che vedi è la mia

08 dicembre 2022

Inaugurazione ore 18.00


L’orma che vedi è la mia

Elisabetta Caizzi Marini/Federica Gonnelli/Ilaria Margutti/Elisa Zadi/
A cura di Matilde Puleo
8 dicembre – 14 febbraio 2023
via Cesalpino, 29 Arezzo


Rosy Boa è lieta di invitarvi giovedì 8 dicembre alla prima mostra e happening collettivo di alcuni tra i nomi della scena artistica italiana più interessanti: Elisabetta Caizzi Marini, Federica Gonnelli, Ilaria Margutti e Elisa Zadi dal titolo “L’orma che vedi è la mia”. Curata da Matilde Puleo, la mostra collettiva, prende le mosse dall’idea di utilizzare gli stimolanti spazi di Rosy Boa non come contenitore ma come supporto espressivo facendo quindi interagire l’artista con lo spazio e con il pubblico. In questo modo si realizza ciò che il titolo promette: rendere visibili le tracce, gli indizi di una quadrupla impronta aperta a far entrare nell’opera anche ciò che si trova fuori. Traccia di una vera e propria traslazione di quanto avviene nel loro studio, le opere e le azioni presenti nella mostra attueranno una trasformazione dello spazio, spostando come si fa in geometria, tutti i punti di una distanza fissa nella stessa direzione: quella dell’arte.

Sono le orme di 4 artiste presenti all’inaugurazione e di nuovo per i 12 incontri di fine settimana successivi (vedi calendario), che amplificano l’opera, integrandola con interessanti performance, realizzazioni di suggestivi bassorilievi o esperienze relazionali offerte al pubblico.

La mostra è dedicata di fatto alla presenza intesa come necessaria trasformazione della realtà. Tracce d’artista che ci raccontano quali mezzi creativi troviamo per affrontare le forze visibili e invisibili, il simbolico, l'immaginario, la mente, i personaggi e le cose che governano il nostro mondo. Rosy Boa rende visibili queste orme e le ricerche artistiche presenti, interagendo con esse. Punto di partenza per nuove trasformazioni per le quali lo spazio diventa valore espressivo aggiunto. Le artiste e le opere diventano azioni alle quali si aggiungeranno quelle dei visitatori chiamati a partecipare attivamente lungo tutto il periodo di questa specialissima “residenza”. Rosy Boa e l’artista diventano così gli elementi fondamentali di un dialogo pubblico.

La mostra presenta oltre opere tra dipinti, sculture, fotografia, opere su carta e installazioni che possono essere lette come specchi attraverso i quali l’arte riflette sulle sue capacità trasformative. Opere realizzate tra il 2018 e il 2022 anni in cui le artiste rivolgono la propria attenzione al concetto di presenza (sia quella personale che quella relativa alla realtà e a ciò che ci circonda), quale condizione grazie alle quali si realizza il nostro più significativo modo di vivere la vita. Presenza trasformatrice sia per le artiste che per il pubblico chiamato a ritornare più volte negli spazi di Rosy Boa.

In questo modo diventa possibile vedere come il lavoro di Elisabetta Caizzi Marini sia stato a lungo elaborato in una interiorizzazione che l’ha portata ad un’estetica della spiritualità. Vedremo un percorso a spirale che presenta pittura, stampa calcografica e due tipologie diverse di sculture al fine di determinare il punto d’osservazione dell’artista sulla natura umana. Troveremo sembianze, segni e materie che portano il corpo in primo piano allo scopo di raccontare come da un’intimità singola si arrivi ad un’umanità schiacciata a terra dal peso della propria stessa violenza. È un corpo offeso, ferito, un’anatomia del dolore che lucidamente l’artista elabora e porta all’attenzione di ognuno di noi.

Vedremo come nelle opere di Federica Gonnelli ricorrano rimandi al mondo e al catalogo della storia antropologica dell’uomo, interpretando l'atto di guardare come una sfida alla presenza: quella del visitatore e quella dell’artista stessa che indaga l’impronta della nostra esistenza. In quello dell’artista toscana il tema dell’apparenza e della necessaria rieducazione affettiva dello sguardo è così centrale da dare corpo all’installazione che “aumenterà” nel corso della mostra.

Scruteremo come l’universo di Ilaria Margutti sia quello intimo del ricamo dedicato a chi l’universo lo studia davvero. Vedremo costellazioni e strutture spaziali tessute con un devoto rispetto per le poche donne scienziate i cui contributi sono stati ben presto dimenticati. Collegare la rete delle costellazioni più lontane con la narrazione, scegliendo il filo, come elemento dominante significa mettere insieme ricerca, umana e personale con quella collettiva. Ne risulta un vero e proprio sovvertimento del tempo dilatato quanto basta al fine di raggiungere l’infinitamente lontano.

Nello sconfinato territorio del realismo la sacralità diventa concetto ambiguo e tuttavia unica dimensione che è ancora meritevole di essere indagata. Elisa Zadi lo fa con il genere del ritratto e dell’autoritratto in particolare fino a raggiungere esiti che sono così intrinsecamente realistici da risultare paradossalmente astratti laddove l’artista riesce a mettere insieme una proposta evidentemente ieratica con la soggettività dello sguardo a cui presta grande attenzione.

Conclude la mostra una serie di 4 incontri (vedi calendario) nei quali la curatrice farà sperimentare alcune tecniche della scrittura d’arte applicate alle quattro diverse artiste. Un workshop per approfondire i temi del critical thinking, che ci dirà quanto è necessario il pensiero critico non solo per la critica d’arte. Che cosa è un testo critico? Quali sono le argomentazioni chiare, esaustive, efficaci? In quanti e quali modi è possibile raccontare l’arte attirando l’attenzione del pubblico senza cadere nella trappola della retorica?

CALENDARIO:

Elisabetta Caizzi Marini 8 dicembre / 31 dicembre / 7 gennaio

Federica Gonnelli 8 dicembre / 17 dicembre / 15 gennaio

Ilaria Margutti 8 dicembre /23 dicembre/ 8 gennaio

Elisa Zadi 8 dicembre/ 18 dicembre / 14 gennaio

Incontri con la scrittura 22 gennaio / 29 gennaio / 5 febbraio / 12 febbraio (per info: www.rosyboa.it/rb)




Rosy Boa è un centro d’arte che nasce con l’intento di essere il contenitore di una proposta artistica trasversale nella quale l’arte è caratterizzata da una forte sperimentazione, intesa come oggetto di trasformazione personale e sociale. I lavori esposti restituiranno riflessioni sul presente e sulla società, lavorando sull’idea di opera d’arte e innescando dialoghi tra le diverse forme espressive. Accanto a un fitto programma di mostre, sono previsti la realizzazione di attività formative ai più diversi livelli, incontri pubblici, interventi documentari, la nascita di un’agenzia/incubatore creativo e l’apertura di un bookshop dedicato all’arte contemporanea.

Ufficio Stampa Rosy Boa | www.rosyboa.it | info@rosyboa.it | tel. 353446750







    Estratto dell'intervista fra Matilde Puleo ed Elisa Zadi 

    presente nel catalogo della mostra


  • Da sempre ti concentri sulla figura umana, soprattutto quella femminile e in particolare modo sulla tua stessa immagine. Quanto può diventare significativamente concettuale un’operazione come questa? Voglio dire quanta astrazione c’è in un’opera pienamente e convintamente figurativa?

  • La necessità di includere la mia figura come autoritratto nelle opere passa da un naturale ed emotivo processo di coinvolgimento empatico nell'opera stessa. E' una sorta di tranfert in cui la mia presenza testimonia un passaggio di un sentimento che mi coinvolge e trasforma e che necessito di rendere presente ripetutamente come una sorta di rituale. Così in ogni opera avviene il miracolo della creazione a cui assisto come tramite e come presenza attiva che si compie nella raffigurazione di me e dell'Altro: l'atto pittorico diventa per me come una preghiera.

Le sembianze della figurazione corporea diventano un veicolo espressivo che si basano sulla lettura delle forme intesa come codice iconografico. Così nascono le composizioni di figure femminili che cercano una relazione fra se stesse e lo spazio naturale, nel movimento e nell'instabilità che le fa emergere o scomparire dal supporto bidimensionale della tela, giocando in equilibri di presenza e assenza coloristica e formale del possibile.

Credo che la figurazione sia veicolo indispensabile per l'astrazione. Voglio dire che nella forma corporea è già contenuta simbolicamente tutta una complessità emotiva e dinamica che indica la strada mutevole e concettuale dell'astrazione.


  • Hai una performance relazionale interessante nella quale intrattieni una “conversazione” molto intensa con il visitatore. Quale valore assegni al ritratto?

  • Ho iniziato a lavorare con opere relazionali perché ad un certo punto del mio percorso ho avvertito la necessità di coinvolgere lo spettatore nell'opera, anzi di far completare quest'ultima proprio grazie alla sua partecipazione o interazione.

  • Da questa esigenza nasce Opera Viva e cioè un intervento performativo e interattivo volto al dialogo e alla realizzazione di un manufatto pittorico sperimentale e condiviso: una relazione che si crea nella complicità del momento, nell'osservazione l'uno dell'altro, nel mettersi “in gioco e a nudo” attraverso un disegno eseguito a quattro mani, perché alla fine, concettualmente, siamo uguali empaticamente. Ognuno di noi è tanto diverso dall'altro, nell'essere, nella fisionomia; eppure questi volti diversi sono anche lo stesso uno, simili nel desiderio di confronto e comunione attraverso un dialogo muto che passa attraverso il segno ancestrale disegnato e impresso nella carta.

  • Il ritratto e l'autoritratto hanno da sempre interessato la mia ricerca. L'immagine della corporeità e in particolare del volto sono per me la cosa più sfuggente e per questo sento la necessità di fissarle, bloccarle, renderle immobili e oggettive perché si configurino come documento psicologico relativo alla sua reale natura e interiorità. La difficoltà consiste proprio nel fatto che il volto riflesso nello specchio o osservato risulterà sempre inadeguato a rappresentare lo stato d'animo e per questo dovrò necessariamente trovare un equivalente formale di ciò che sento in quel momento destinato ad essere sempre mutevole e imperfetto.

Il viso non è dunque una semplice parte del corpo ma è nel viso che si compie la presenza.

  • Che cosa pensi che sia necessario raccontare del tuo lavoro?

  • Del processo creativo e di ricerca che muove ogni opera. Questo parte da una storia o sensazione che può essere reale, immaginata o vissuta direttamente e che trova forma in un'immagine soggetto-oggetto. L'emozione innesca tutto un desiderio di combinare ad essa una serie di altri elementi che creino un mondo nuovo e aderente a quel sentire. La ricerca e l'attenzione che presto agli elementi formali e alla luce naturale e coloristica sono molto importanti nel mio lavoro. La luce che prediligo è contrastata, fa emergere i volumi dei corpi su cui essa piove plasmandoli, abbagliandoli e facendoli emergere dal fondo medio del supporto, per poi dissolversi di nuovo in esso. La luce mostra e nasconde, fa comparire e scomparire il soggetto giocando fra tridimensionalità, bidimensionalità e assenza, fra pieni e vuoti, infine sovrapposizioni. La fotografia è uno strumento diventato molto importante nella mia ricerca figurativa al pari dello specchio che utilizzo come una sorta di schermo percettivo. L 'autoscatto fotografico è vissuto come momento intimo di ricerca iconografica sentito quasi come un atto performativo segreto, un rituale che si compie nella ricerca di una contingenza che possa essere fedele ad una precisa idea. Altro strumento diventato fondamentale è poter attingere all'archivio immagini internet. La rete mi consente molta libertà di combinazioni e di contaminazione nella scelta estetica dei soggetti.



18 DICEMBRE e 14 GENNAIO performance relazionale

 OPERA VIVA





Lo spazio Rosy Boa in via Cesalpino 29 ad Arezzo ospiterà domenica 18 dicembre e sabato 14 gennaio sempre alle ore 18 Opera Viva. Opera Viva è un intervento artistico di Elisa Zadi volto alla relazione e alla realizzazione di un manufatto pittorico interattivo, condiviso e sperimentale.

L’intervento artistico sarà uno dei dodici eventi collaterali della mostra in corso “L'orma che vedi è la mia” visitabile fino al 14 febbraio e curata da Matilde Puleo. Nella mostra collettiva troverete opere di Elisabetta Caizzi Marini, Federica Gonnelli, Ilaria Margutti ed Elisa Zadi.

Opera Viva è un progetto interattivo di Elisa Zadi che prevede l’esecuzione live di un’opera a quattro mani. L’artista e il ritrattato si confronteranno per dar vita a un’immagine che possa rappresentarne il volto. L’opera si compirà nella complicità del momento e grazie alla partecipazione del pubblico. Elisa non esegue il classico ritratto in cui il partecipante è spettatore passivo, ma lo coinvolge in questo intervento, nel confronto, nella relazione, nella pittura. Fra i due partecipanti sarà disposta un’apposita struttura basculante che mostrerà ora uno specchio ora il supporto pittorico e i due interverranno su di esso in maniera alternata, innescando l’inizio di quello che poi sarà Opera Viva e cioè un intervento artistico interattivo volto alla relazione e alla realizzazione di un manufatto pittorico sperimentale e condiviso.

Oltre alla partecipazione a Opera Viva troverete esposte le opere pittoriche della serie Mondi Possibili che qui trovano un nuovo orientamento arricchito dalle riflessioni sulla traccia, sull'orma che da presenza pittorica diventa anche presenza fisica.





  • Maggiori informazioni su:
























24/10/22

Mondi Possibili - Eredità delle donne


L’Eredità delle Donne e Toscanalab Firenze

presentano

 

Mondi Possibili

di Elisa Zadi

FIRENZE - È giunto alla V edizione L’Eredità delle Donne, il festival sulle competenze femminili diretto da Serena Dandini, che si terrà dal 21 al 23 ottobre a Firenze.

La manifestazione è un progetto di Elastica, partner fondatori Fondazione CR Firenze e Gucci, con la co-promozione del Comune di Firenze, la collaborazione di Alfemminile e la partecipazione di Manifattura Tabacchi, sede principale del festival.

Per questa occasione l'associazione Toscanalab di Firenze, selezionata dalla call insieme ad altri 160 eventi, ha invitato Elisa Zadi a esporre le proprie opere pittoriche con la mostra Mondi Possibili curata da Marco Botti e a presentare il suo libro di poesie Il profumo del giglio introdotto dallo scrittore Alessandro Bini. 



Il lavoro di Elisa Zadi esplora le questioni della femminilità, dell'identità e dell'appartenenza attraverso l'autoritratto. Il suo percorso si sviluppa indagando la connessione fra uomo e natura sia in senso introspettivo, sia antropologico e simbolico. Artista poliedrica si occupa di pittura, installazione, performance e poesia.

La nuova serie di opere nominata "Mondi Possibili" nasce durante il lockdown e trae ispirazione da Gottfried Wilhelm Leibniz e ai “mondi possibili” intesi come idee perfette nella mente di Dio e come ricerca di Verità. “Le verità di fatto sono contingenti, libere e vere solo nel mondo possibile che esiste – afferma l’artista.Le infinite verità si manifestano, a volte si fanno trovare, altre dobbiamo capirle, giudicare se queste sono vere, autentiche. La mia arte cerca la Verità, la migliore possibile a me concessa.

Per Elisa Zadi la ricerca artistica coincide con un modus vivendi che in lei si manifesta nella creazione. Nel perseguire una perfezione che nel contempo la incanta e le sfugge, la seduce, la trasporta; a volte si rivela cruda e diretta, disillusa, altre velata o nascosta, ma sempre reale.

“Le mie opere – spiega l’artista – nascono dall’onestà intellettuale del sentire i propri limiti, di indagarli attraverso una pulizia della visione che porta alla semplicità dell’essere, all’hic et nunc. Voglio che la mia pittura sia chiara e leggibile come una scrittura, per questo lascio visibile ogni passaggio disegnato, pittorico o preparatorio all’opera, che ultimamente si manifesta in sovrapposizioni e trasparenze.

Toscanalab è una associazione che promuove il benessere della persona e che si occupa di offrire esperienze alla scoperta del processo creativo e dell’esercizio estetico attraverso gli strumenti dell’arte e dell’arteterapia.

Programma:

VENERDI 21 OTTOBRE ore 18:00-20:00 (accesso libero fino a raggiungimento posti) Presentazione mostra “Mondi Possibili” e del libro di poesie "Il profumo del giglio"; interverranno il curatore Marco Botti e l’autore della prefazione Alessandro Bini

SABATO 22 OTTOBRE ore 16:00-19:00 (accesso libero fino a raggiungimento posti -gradita prenotazione) Apertura mostra di Elisa Zadi e Workshop a cura dell’artista

DOMENICA 23 OTTOBRE ore 16:00-19:00 (accesso libero fino a raggiungimento posti -gradita prenotazione) Apertura mostra di Elisa Zadi e Performance a cura dell’artista



Per ulteriori informazioni sugli orari e altro, visita il sito o consulta i social:

Dove: Toscanalab Arte e Arteterapia, Via San Zanobi 104 Rosso, Firenze
Contatti: 
toscanalab@arteearteterapia.org

www.ereditadelledonne.eu; www.toscanalab.arteearteterapia.orgwww.zadielisa.it

 












https://agenparl.eu/2022/10/19/comunicato-stampa-mondi-possibili-di-elisa-zadi-a-toscanalab-la-pittrice-toscana-e-ospite-del-festival-leredita-delle-donne-di-firenze-diretto-da-serena/

https://www.arezzoweb.it/2022/mondi-possibili-di-elisa-zadi-a-toscanalab-540721.html

https://www.arezzonotizie.it/eventi/mostre/mostra-elisa-zadi-firenze.html

https://www.valdichianainforma.it/mondi-possibili-di-elisa-zadi-a-toscanalab/

https://www.radioribelle.it/index.php/2022/10/18/mondi-possibili-di-elisa-zadi-a-toscanalab/




https://www.casentinoinforma.it/mondi-possibili-di-elisa-zadi-a-toscanalab/












02/09/22

Situ Festival

 


SITU Festival è un progetto d’arte contemporanea all’interno di spazi sacri e siti storici fondato nell’agosto del 2020 dall’artista Nicola Tineo, co-founder dell’A.p.s. Zona Blu, organizzatrice della III edizione che si terrà dal 1 all’ 11 settembre 2022 ad Acate, RG, (Sicilia). Quest’anno il cuore del progetto prevede che il Castello dei Principi di Biscari, l’ex Convento dei Cappuccini e l’hangar sito nella zona artigianale di Acate, studio temporaneo dell’artista Giuseppe Stornello, curatore di questa edizione del festival, sia affidato a 7 artisti, selezionati tramite open call, per creare un percorso espositivo itinerante capace di abbracciare l’identità storica e peculiare di Acate in dialogo con le urgenze del panorama contemporaneo. 
 
 Il Festival prevede una residenza d’artista dal 1 all’ 8 settembre e di una successiva esposizione delle opere site-specific, talks, video proiezioni, live performance, Dj set ed esplorazioni musicali, per riattivare il contesto identitario del territorio con proposte socio-culturali innovative, fruibili al pubblico dal 9 all’ 11 settembre. Quest’anno avremo l’onore di ospitare all’interno dell’atrio del castello il “Terzo Paradiso”, prestigiosa opera del maestro Michelangelo Pistoletto, e l’ospite speciale Antonio Presti, fondatore di Fiumara d’Arte, con il quale inaugureremo il Festival. 
 
SITU Festival utilizza pratiche creative interdisciplinari pensate ad hoc per il territorio, capaci di coinvolgere diverse tipologie di pubblici per innescare una rigenerazione territoriale a partire dall’esperienza artistica e culturale. SITU Festival prende forma all’interno delle prestigiose sale del Castello dei Principi di Biscari di Acate, comune parte della Val di Noto. Nonostante Acate non si annoveri fra le mete più ambite del turismo dell’isola, questo comune porta con sè un affascinante fardello storico colmo di vicende nobiliari e belliche siciliane, testimonianza di un passato che in sua parte ha forgiato il territorio. 
SITU Festival - Edizione 2022, intende dialogare con il tessuto sociale e le diverse realtà del luogo per stimolare meccanismi e dinamiche collaborative tra gli artisti, gli operatori culturali, i partecipanti e la comunità locale. L’obiettivo è quello di sperimentare e diffondere pratiche culturali inclusive e aggregative per le comunità residenti e non, attraverso una rivalutazione e una riscoperta dei luoghi della quotidianità. SITU Festival, desidera tracciare anche ad Acate un percorso espositivo che si snoda tra i siti storici, quelli sacri e contemporanei, patrimonio prestigioso del luogo, dove la cultura sia al centro delle attività del Festival.

 

 

L’associazione Zona Blu, con sede a Milano, fondata nel 2020 da Nicola Tineo (artista, arteterapeuta), Eduardo Luongo (artista), Viola Lo Monaco (arteterapeuta, artist manager), Maya Rita Colella (designer, social media manager), Michael Lo Monaco (fotografo), Ines Song (artista). Zona Blu è un incubatore culturale, uno spazio indipendente e un contenitore multiforme che dall’ 8 febbraio 2020 organizza esposizioni ed eventi d’arte, laboratori di arteterapia all’interno di strutture socio sanitarie, residenze d’artista, interventi musicali. Zona Blu è uno spazio di condivisione, confronto e dialogo che attraverso l’espressione artistica promuove il ruolo catartico insito nell’arte: generare la bellezza veicolando i rapporti sociali, creando connessioni e riscoprendo nuove dinamiche creative ed espositive per un nuovo modo di vivere l’arte e i suoi luoghi.

 

 

 

Il progetto è supportato, patrocinato e reso possibile dal Ministero della Cultura Italiana, dal Comune di Acate, dalla Fondazione Pistoletto Ambasciata di Lentini, la Fondazione Antonio Presti - Fiumara d’arte, dall’A.p.s La Mosca di Firenze, dall’Ambasciata Tedesca, dalla Galleria d’arte contemporanea “ Nero Gallery”, dalle associazioni Analogique, Push Palermo, Casa Periferica e dal Bar/bistrot “Civico45”. 

Curatore Progetto: Nicola Tineo 

Curatore dell’edizione: Giuseppe Stornello 

Coordinatrice progetto: Viola Lo Monaco 

Coordinatore sul Territorio: Assessore Ugo Lantino 

 

Artisti in residenza: Lidia Meneghini (Leme), Flavia Regaldo, Elisa Zadi, Edoardo Spata, Tamara Marino. 

Performer: La Perra Alegrìa, Marta Mariano, Matthew Licht. Musicisti & Djs: Luca Sinatra e Cesare Cristaudo Jazztronic Band, Lorenzo Cutrera (Coolor), Collettivo L.O.V. Crew, Alessandro Betto (Bad Brain), Paolo Quirino (DjPaul)

 


 Elisa Zadi

SATUS-INIZIO

 

Il fuoco, legato al mistero che si rivela dal mito della caverna di Platone, alla fascinazione della scoperta della luce che illumina l’oscurità, ma anche al sublime che seduce e allo stesso tempo sconfina nel pericolo di distruzione. La luce delle candele rimandano a una dimensione ancestrale e sacra che Elisa Zadi ha esplorato attraverso questa installazione pittorica site-specific.  L’artista utilizza infatti degli elementi architettonici trovati in loco per astrarre il senso archetipico degli elementi naturali e avvalorare la sua idea di legame imprescindibile e instabile fra uomo e natura: Satus-Inizio, l’iniziazione di un qualcosa di nuovo, è questo il messaggio nei confronti della natura che Elisa vorrebbe instillare in noi, ricreando una sorta di percorso visivo che diventa un paesaggio-altare che può essere contemplato in una visione immersiva. L’installazione presenta una serie di opere pittoriche raffiguranti gli elementi naturali e l ‘uomo simbolicamente rappresentato dall’autoritratto dell’artista: ogni opera è allestita sfruttando elementi architettonici ed è illuminata a candela.

Il lavoro di Elisa Zadi esplora le questioni della femminilità, dell'identità e dell'appartenenza attraverso l'autoritratto. Il suo percorso si sviluppa indagando la connessione fra uomo e natura sia in senso introspettivo che antropologico e simbolico. Artista poliedrica si occupa di pittura, installazione, performance e poesia.







https://www.zonablu.org/situ3-2022

https://www.exibart.com/evento-arte/festival/

https://www.comune.acate.rg.it/home/index.php/2016-04-29-08-58-29/info-ed-eventi/eventi/7618-la-3-edizione-di-situ-festival-9-10-11-settembre-2022

https://journal.cittadellarte.it/rebirth-terzo-paradiso/situ-terzo-paradiso-al-festival-residenza-darte-contemporanea-ad-acate