Fondazione Conservatorio San Niccolò
Prato
dal 24 settembre al 31 dicembre 2021
Le opere della Collezione Carlo Palli omaggiano l'anniversario dantesco con una grande mostra nella magnifica cornice del Conservatorio San Niccolò di Prato. Fra gli artisti in mostra Elisa Zadi realizza appositamente una grande opera dedicata alla Dea Fortuna (inferno Canto VII).
La Dea Fortuna
di Elisa Zadi
Collezione Carlo Palli, Prato
Una commissione per celebrare Dante Alighieri in occasione del suo anniversario: la scelta di un personaggio della Divina Commedia. Non ci sono molte figure femminili.... Ma una dall'antica mitologia greca e poi romana attira la mia attenzione: la Dea Fortuna. E chi non ne ha bisogno!
Vorrei concepire delle opere che abbiano anche una valenza propiziatoria, senza cadere dei dettami iconografici medioevali di cornucopie e ruote. Una donna moderna, consapevole di se stessa, libera di mostrarsi e di decire le sorti, in primis la sua.
La Dea Fortuna nasce in occasione dei festeggiamenti danteschi previsti per il 2021, rispettivamente per la Sala delle Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e per la ex-limonaia di San Niccolò a Prato.
Le opere si ispirano alla Divina Commedia (Infermo canto VII versetti 66-96) in cui Dante chiede a Virgilio cosa sia la Fortuna.
La mia doppia versione prevede un assemblaggio pittorico fra tela, legno e garza di dimensione 160x100 cm ciascuno. La modella che incarna la Dea, si presenta in una versione che guarda lo spettatore e una che cela il suo sguardo. La prima quasi provocando guarda diretto verso le spettatore come a rivendicare il suo ruolo decisionale nella sorte delle genti; la seconda invece nasconde i suoi occhi sotto una benda come a testimoniare la sua indifferenza nei confronti del suo operato. La testa è dipinta volutamente separata per essere valorizzata dall'assemblaggio in legno emergendo nella tridimensionalità del suo telaio.
La tavola di legno riporta i versetti della Divina Commedia relativi all'ispirazione dei due differenti soggetti.
Quest'opera è un omaggio alla figura femminile in genere e infatti risulta dominante, protagonista rispetto alla dimensione dell'opera e dei personaggi che sono sagome sullo sfondo, inglobati nel paesaggio.
Il paesaggio è ricavato da tre toni monocromatici di blu e verdi mescolati insieme che creano colori differenti per dare una degradazione spaziale; a livello iconografico ho scelto un sottobosco spoglio e brullo che rimane dipinto a tocchi di lumeggiature. Le tre zone-massa dove è stato ricavato il paesaggio sono forme "fluide" per il loro andamento, quasi scenografiche come dei cartoni che si alternano allo spazio vuoto della tela creando delle quinte spaziali.
"Maestro mio", diss’io, "or mi dì anche:
questa fortuna di che tu mi tocche,
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?"
E quelli a me: "Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v’offende!
Or vo’ che tu mia sentenza ne ’mbocche.
Colui lo cui saver tutto trascende,
fece li cieli e diè lor chi conduce
sì, ch’ogne parte ad ogne parte splende,
distribuendo igualmente la luce.
Similemente a li splendor mondani
ordinò general ministra e duce
che permutasse a tempo li ben vani
di gente in gente e d’uno in altro sangue,
oltre la difension d’i senni umani;
per ch’una gente impera e l’altra langue,
seguendo lo giudicio di costei,
che è occulto come in erba l’angue.
Vostro saver non ha contasto a lei:
questa provede, giudica, e persegue
suo regno come il loro li altri dèi.
Le sue permutazion non hanno triegue:
necessità la fa esser veloce;
sì spesso vien chi vicenda consegue.
Quest’è colei ch’è tanto posta in croce
pur da color che le dovrien dar lode,
dandole biasmo a torto e mala voce;
ma ella s’è beata e ciò non ode:
con l’altre prime creature lieta
volve sua spera e beata si gode.
questa fortuna di che tu mi tocche,
che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?"
E quelli a me: "Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v’offende!
Or vo’ che tu mia sentenza ne ’mbocche.
Colui lo cui saver tutto trascende,
fece li cieli e diè lor chi conduce
sì, ch’ogne parte ad ogne parte splende,
distribuendo igualmente la luce.
Similemente a li splendor mondani
ordinò general ministra e duce
che permutasse a tempo li ben vani
di gente in gente e d’uno in altro sangue,
oltre la difension d’i senni umani;
per ch’una gente impera e l’altra langue,
seguendo lo giudicio di costei,
che è occulto come in erba l’angue.
Vostro saver non ha contasto a lei:
questa provede, giudica, e persegue
suo regno come il loro li altri dèi.
Le sue permutazion non hanno triegue:
necessità la fa esser veloce;
sì spesso vien chi vicenda consegue.
Quest’è colei ch’è tanto posta in croce
pur da color che le dovrien dar lode,
dandole biasmo a torto e mala voce;
ma ella s’è beata e ciò non ode:
con l’altre prime creature lieta
volve sua spera e beata si gode.
Artisti in mostra:
Marcello Aitiani
Paolo Albani
Paolo Amerini
Francesco Aprile
Andrea Bacci
Vittore Baroni
Stefano Benedetti
Carlo Bertocci
Daniela Billi
Anna Boschi
Antonino Bove
Umberto Buscioni
Giuseppe Calandriello
Carlo Cantini
Cinzio Cavallarin
Stefano Cecchi
Andrea Chiarantini
Riccardo Cocchi
Lido Contemori
Cristina Corradi Mello
Mattia Crisci
Elio De Luca
Fabio De Poli
Debora Di Bella
Marcello Diotallevi
Tamara Donati
Luigi Doni
Gianni Dorigo
Emily Joe
Riccardo Farinelli
Fernanda Fedi
Nico Fedi
Sergio Fiaschi
Franco Fossi
Kiki Franceschi
Ignazio Fresu
Gabriella Furlani
Mauro Gazzara
Marco Gerbi
Gino Gini
Alessandro Gioli
Fabrizio Giorgi
Raffaello Gori
Andrea Granchi
I Santini Del Prete
Siriana Lapietra
Sara Lovari
Aldo Lurci
Gustavo Maestre
Ruggero Maggi
Roberto Malquori
Lucia Marcucci
Arnaldo Marini
Miradario
Mono
Fernando Montagner
Fernanda Morganti
Riccardo Neri
Gian Marco Oppo
Luigi Petracchi
Lamberto Pignotti
Antonio Poce
Giampiero Poggiali Berlinghieri
Alessandro Poli
Andrea Rauch
Roberto Remi
Ina Ripari
Gian Paolo Roffi
Lucia Sapienza
Giovanna Sparapani
Luka Sposato
Vittorio Tolu
Stefano Turrini
Sergio Ulivi
William Xerra
Elisa Zadi
Lorella Zappalorti