20/02/21

Touch my Soul




TOUCH MY SOUL

L’opera “Touch my Soul “ vuole coinvolgere lo spettatore in un percorso tattile oltre che estetico. Il toccare diventa un esperienza conoscitiva, si tocca per sentire, capire, si tocca per conoscere l’oggetto, per andare oltre la sua superficie ed alzare il velo dell’apparenza. Toccare diventa un modo per tentare di afferrare l’essenza dell’oggetto e  conoscere la sua segreta verità.
Attraverso questi tre processi vedere,  guardare e  toccare io verifico un’attività conoscitiva tangibile, legata all’instintualità umana del conoscere. Se per Hildebrand l’artista “tocca con gli occhi” le superfici che osserva, in questa opera la Zadi ci pone di fronte ad un’ulteriore verifica alla quale non ci si può sottrarre: toccare per capire quello che vedo, quindi toccare per vedere più a fondo.
Concettualmente si vuole riflettere sulla differenza che c’è fra vedere e conoscere; la prima ci dà una considerazione superficiale e immediata, la seconda ha bisogno della nostra attenzione per essere rivelata e in questo caso di essere toccata. Se non abbiamo la volontà di conoscere meglio una cosa questa rimane priva di interesse per noi; possiamo capirla, conoscerla,  solo se vogliamo entrare in relazione , in una sorta di comunione con ess;  in questo caso abbandonandosi alla scoperta tattile e affidandosi all’artista che diventa la guida esperienziale.
Il toccare è diventato sempre di più un fattore legato alla pragmaticità delle cose, distanziandosi dalla ricchezza della sensorialità di per sé; Elisa Zadi con questa opera vuole porre l’attenzione ad una riscoperta del tatto legato alla sensibilità di varie texture che ricalcano cortecce di alberi e che lo spettatore bendato sarà guidato a sentire. Come sento senza vedere?
L’opera si presenta celata da un tessuto di broccato nero; attraverso tre fessure lo spettatore privato della vista e guidato dall’artista  potrà inserire le mani e sentire le varie superfici; solo dopo questa esperienza tattile il partecipante viene invitato alla scrittura di una o più sensazioni, sempre non vedendo.  Come scrivo senza vedere? Ogni frase scritta dal partecipante è  subito recitata e attaccate dietro la scena. Solo alla fine dei partecipanti alla performance verranno svelate le formelle-texture celate, ricoperte di foglia d’oro e verrà recitato l’epilogo della performance:

“Guardare è Toccare con gli Occhi,
Toccare è Vedere con le Mani.

Perchè il Visibile e il tangibile
altro non sono
che specchio dell’Invisibile.
Touch my soul.”


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Fondazione Moretti - Schema Polis, 26 giugno 2016, Prato