24/07/15

Credere la luce



Sabato 25 luglio 2015, alle ore 18.00, presso il Museo d’Arte dello Splendore di Giulianova verrà inaugurata la mostra CREDERE LA LUCE 5: una pala per l’altare della Chiesa di Sant’Anna con il Patrocinio del progetto culturale CEI.
La mostra, organizzata dalla Fondazione Piccola Opera Charitas, presenta 9 pale d’altare di grandi dimensioni, pensate e realizzate  per l’antica chiesa giuliese di Sant’Anna, restaurata alcuni anni fa.
Gli artisti autori delle pale, scelti per la loro già acclarata capacità figurativa e per la particolare sensibilità dimostrata nel personale percorso artistico, hanno seguito in gennaio un seminario che li introducesse all’arte liturgica e in particolare alla figura della Santa, madre di Maria.

Gli artisti sono: Daniela Alfarano (Modena) Francesca Casolani (Nereto), Sara Chiaranzelli (Roma), Massimiliano Donatiello (Palermo), Luca Farina (Campli), Giulia Huober (Firenze), Emilia Maria Chiara Petri (Bologna), Luisa Valenzano (Bari), Elisa Zadi (Arezzo).

Sarà possibile vedere anche una testimonianza fotografica del restauro della Chiesa, grazie agli scatti dell’architetto Josè Maiorani curatore del restauro stesso e tra i relatori del seminario di gennaio.
Il catalogo della mostra contenente anche i testi del seminario sarà distribuito gratuitamente durante l’inaugurazione. Seguirà aperitivo.

La mostra, aperta fino al 14 agosto 2015 sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 18:00 alle 21:00.



Una pala d'altare per la chiesa di Sant'Anna

La pala d'altare di Elisa Zadi é un'originale soluzione figurativa che unisce ad una pittura che nulla concede alla piacevolezza fine a se stessa, la raffinata opulenza di un abbigliamento simile a quello delle statue a conocchia, portate nelle procesioni.
Com'é sua consuetudine, l'artista, presta il proprio volto al soggetto rappresentato, in questo caso, Sant'Anna, fasciandolo in un candido soggolo.
L'impianto cromatico scelto per tutta l'opera, e quindi anche per il volto, é scarno e rigoroso e proprio attraverso questa voluta essenzialità crea una dimensione di forte spiritualità.


Testa, mani e piedi poggiano sugli estremi lignei di una croce, a sua volta sovrapposta ad un esile ed elegante albero di Jesse, le cui radici avvolgono le caviglie e le dita dei piedi della madre di Maria. L'albero di Jesse rappresenta la genealogia appunto, da Jesse, padre di Davide, fino al Cristo così come viene proposta dai Vangeli di Matteo e Luca. Ma la croce é invece l'albero della vera Vita intorno al quale si riunisce finalmente il mondo liberato dal peccato.
Sant'Anna mostra e tende la sue mani a chi guarda. Il virgulto nella sua mano sinistra si riferisce a Cristo, la mela che mostra nella destra, la Sua missione di redenzione.
La chiara identificazione della santa é data, se ce ne fosse ancora bisogno, dal ricco abito di broccato reso ancora più prezioso dal fatto che é stato cucito e dipinto dall'artista stessa adoperando il colore che la tradizione attribuisce da sempre ad Anna.
Maria Luisa De Santis




Intervista a cura di Odla

D-Come hai avuto l'originale idea per la realizzazione di quest'opera?

R-In quel periodo stavo lavorando su figure simili (ero da poco tornata vincitrice del Premio Limen con l'opera Zita 1) e poi durante i corsi del seminario, durante una delle notti di ospitalità al centro studi, ho fatto un sogno: ho visto l'immagine che avrei realizzato della Santa, mi si è rivelata esattamente come adesso la potete vedere... Anche se tecnicamente non è stato facile..

D-Infatti vedo che hai usato diversi materiali, dipinti ed assemblati. Come hai proceduto con il lavoro?

R-Se l'immagine che avevo era chiara, non sapevo ancora come avrei fatto ad avvicinarmi a quella soluzione. E' stata piuttosto immediata la realizzazione delle tele che costituiscono le estremità dell'opera in una croce, ma il resto mi ha richiesto molto più tempo di quello che mi era stato dato.Soprattutto il copricapo che é infatti il trait d'union fra la bidimensionalità della tela dipinta e la tridimensionalità del vestito cucito. Il soggolo si stacca fisicamente dalla tela ed entra nel collo del vestito. Un altro step é stato il colore dell'abito. Difficile è stato colorare l'abito facendo una graduale sfumatura che mantenesse nella parte alta il colore naturale del tessuto azzurro-grigio scelto per tutta l'opera.

D-E' vero che hai cucito l'abito da sola?

R-Sì, alla fine sono anche una modellista. Volendo, il vestito potrebbe essere indossato, anche se ho immaginato il corpo di Anna poco più grande della realtà, per darLe imponenza ma anche per creare una proporzione armonica con l'altare dove doveva essere collocato. Per il modello del vestito ho scelto una cosa semplice ed elegante che avesse delle ampie maniche ripiegate, il tutto impreziosito dal broccato con cui é relaizzato l'abito.

D- I fiori che si trovano in alto all'opera , nei rami,  sono dipinti su tela?

R- Sì, sono dipinti prima su tela e poi applicati alla tavola. Ho scelto di usare l'albero di melo come riferimento simbolico per tutta l'opera; oltre ai fiori e il frutto, anche il germoglio tenuto dalla Santa nella sua mano sinistra è di melo.

D- Sull'albero ci sono delle scritte.. Mi ha colpito in particolare quella in basso "le radici sono importanti". Puoi spiegarcela? 

R- Questa scritta vuole sottolineare l'importanza della tradizione in senso iconografico ma soprattutto, le radici, sono viste come una cosa intima che caratterizza ogni individuo. Le radici simbolicamente danno nutrimento, forza, ci tengono attaccati alla realtà, alla terra, ci ricordano l'origine del nostro percorso e ci rendono più consapevoli di quello che siamo. Per questo sono importanti.





Scritto da Marco Botti | 24 Luglio 2015
zzzzzzzzzzzzzzzzadiL'artista aretina fa parte dei nove pittori scelti per arricchire l'antico edificio abruzzese restaurato

Sabato 25 luglio 2015, alle ore 18, al Museo d’Arte dello Splendore di Giulianova (TE) si inaugura la mostra Credere Luce 5: una pala per l’altare della Chiesa di Sant’Anna.
La collettiva, organizzata dalla Fondazione Piccola Opera Charitas, presenta 9 pale d’altare di grandi dimensioni, pensate e realizzate per l’antica chiesa giuliese di Sant’Anna.

Le opere esposte sono di Daniela Alfarano (Modena), Francesca Casolani (Nereto), Sara Chiaranzelli (Roma), Massimiliano Donatiello (Palermo), Luca Farina (Campli), Giulia Huober (Firenze), Emilia Maria Chiara Petri (Bologna), Luisa Valenzano (Bari) ed Elisa Zadi (Arezzo).

Gli autori sono stati selezionati per l’acclarata capacità figurativa e per la particolare sensibilità artistica. Tutti loro hanno seguito lo scorso gennaio un seminario che li introducesse all’arte liturgica e in particolare alla figura della santa titolare della chiesa abruzzese.

Tra i nove figura anche un’aretina, Elisa Zadi, una delle pittrici toscane più apprezzate della sua generazione. L’artista, che oggi vive e lavora a Firenze, spiega la sua opera: «È un'interpretazione moderna della figura della santa, sempre in linea con l'antica tradizione iconografica che le è propria. Ho cercato di dare vita a un'installazione pittorica suggestiva per l'altare aggettante barocco presente nella chiesa».
 
Tutte le opere degli artisti partecipanti saranno ospitate nel Museo dello Splendore e successivamente collocate nella chiesa.
Sarà possibile vedere anche una testimonianza fotografica del restauro dell’edificio, grazie agli scatti dell’architetto Josè Maiorani che è stato il curatore del restauro.

Il catalogo della mostra, contenente anche i testi del seminario, sarà distribuito gratuitamente durante l’inaugurazione di sabato. Seguirà un aperitivo.
La mostra, che vanta il patrocinio del progetto culturale CEI, rimarrà aperta fino al 14 agosto 2015 e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 18 alle 21.
http://arezzocultura.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1809%3Aelisa-zadi-presenta-la-sua-pala-per-la-chiesa-di-santanna-a-giulianova&catid=44%3Ainiziative-arte&Itemid=187



http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=151454

http://www.cityrumors.it/notizie-teramo/cultura-a-spettacolo-teramo/145122-giulianova-mostra-in-onore-dellantica-chiesa-di-santanna.html

http://www.mostrearte.com/content/credere-la-luce-5

http://www.liveinabruzzo.it/tag/credere-la-luce-5-al-museo-darte-dello-splendore-di-giulianova/

http://www.liveinumbria.it/tag/credere-la-luce-5-a-giulianova

http://heyevent.com/event/zryu3xr5h2ykca/credere-la-luce-5

http://liveinitalia.it/eventi-liveticket/liveticket-mostre/credere-la-luce-5-a-giulianova/attachment/credere_la_luce_5/

 http://www.eventioggi.net/evento-credere-la-luce-5-giulianova-493240

http://www.wherevent.com/detail/Museo-dArte-Dello-Credere-la-luce-5

http://www.lobodilattice.com/mostre-arte/credere-luce-5 

06/06/15

Don Milani




Sabato 13 Giugno 2015 ore 18:00 in Piazza San Marco a Firenze si inaugura la mostra “Don Milani il mio Maestro”. Giulio Bonatti, Stefano Cesarato, Luca Corti, Stefano Galli, Andrea Mancini, Debora Piccinini, Giuseppe Sciortino ed Elisa Zadi hanno interpretato con slancio appassionato, attraverso le loro opere, il pensiero di Don Lorenzo, restituendoci uno spaccato di realtà che si riflette sull’attuale condizione sociale ed esistenziale. La mostra, voluta dal Centro di Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani & Scuola di Barbiana e curata da Adriano Bimbi e Mauro Pratesi, vuole ripensare ed omaggiare Don Milani nel 50° anniversario della fondazione della Scuola di Barbiana.

L’evento gode del patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze, dell’Arcidiocesi di Firenze, del Centro di Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani & Scuola di Barbiana, dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, della Confindustria di Firenze e di sponsor come il Museo Stibbert e Unicoop Firenze.

Il catalogo della mostra “Don Milani il mio Maestro” edito da Polistampa sarà disponibile in galleria.

La mostra rimarrà aperta dal 13 al 27 Giugno 2015 con i seguenti orari: 10:00-13:00, 16:00-19:00. Chiusura settimanale martedì e giovedì. Ingresso libero. 

http://julietartmagazine.com/events/mostra-darte/ 

http://www.memecult.it/don-milani-mio-maestro/ 

http://arezzocultura.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1743%3Adon-milani-
il-mio-maestro-a-firenze-otto-artisti-omaggiano-il-grande-educatore&catid=44%3Ainiziative-arte&Itemid=187 

http://portalegiovani.comune.fi.it/pogio/jsp/portalegiovani_urw_webzine.jsp?ID_REC=19522

http://www.catola.com/scheda_evento.asp?id=377 

http://cinquewnews.blogspot.it/2015/06/Firenze-dipinti-allievi-Accademia-Belle-Arti-lezione-pastorale-culturale-don-Lorenzo-Milani.html 

http://www.tecnicadellascuola.it/item/12267-a-firenze-la-mostra-d-arte-don-milani-il-mio-maestro.html 

http://www.culturaitalia.it/opencms/it/contenuti/notizie/Firenze__collettiva__Don_Milani_il_mio_maestro_.html?language=it 



Don Milani? Lo conosco bene, è il mio Maestro
  Chiostrino della Basilica di San Marco: una mostra di dipinti degli allievi dell’Accademia di Belle Arti rilancia la lezione pastorale, culturale e sociale del priore di Barbiana Don Lorenzo Milani oggi più vitale che mai. A quasi 50 anni dalla morte l’Accademia di Belle Arti ne rilancia il messaggio con una mostra di dipinti e disegni realizzati da otto allievi, tanti quanti i ragazzi contadini della scuola di Barbiana che per suo conto scrissero il celeberrimo, rivoluzionario Lettera a una professoressa.

Allestita a due passi dall’Accademia, nel Chiostrino della Basilica di San Marco, Don Milani il mio maestro sarà aperta liberamente al pubblico da domani 15 giugno, fino al 3 luglio, con orario 10-13 e 16-19 dal lunedì alla domenica, chiusa solo martedì e giovedì pomeriggio. L’idea è delgruppo Progetto Lorenzo-Ars del Centro Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana. I curatori Adriano Bimbi e Mauro Pratesi.

Alla presentazione stampa e alla cerimonia inaugurale hanno partecipato anche il preside e il direttore dell’Accademia (Luciano Modica ed Eugenio Cecioni) insieme a una vasta rappresentanza del mondo, fiorentino e non, che continua a vedere nella vita e nell’opera del priore di Barbiana una lezione pastorale, culturale e sociale difficilmente dimenticabile.

Ne è testimone la stessa folta platea di patrocinanti (Regione, Comune, Provincia, Arcidiocesi tra gli altri) e quella, altrettanto folta, degli sponsor che, nel nome don Milani accomuna enti pubblici, sindacati, grande distribuzione e imprenditori nel sottolineare il valore ecumenico della sua esperienza. Il presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini ha anche contribuito al catalogo Polistampa con un significativo episodio in tema di lavoro e impresa.

Nelle oltre 40 opere dell’esposizione rivive dunque lo spirito di Barbiana e non solo in omaggio alla nota passione e agli studi artistici di don Milani. “L’arte”, ricorda una nota di Progetto Lorenzo-Ars, “vibrò forte nel suo cuore e, come egli ebbe a dire al suo maestro di pittura Hans Joaquim Staude, che si meravigliava della sua decisione di farsi prete, la colpa era dell’arte e della pittura... L’arte come porta d’accesso alle divine cose, dunque. E altresì come linguaggio atto al dispiegamento estemporaneo dell’anima e, nondimeno, essenziale complemento alle espressioni verbali e agli atti profani”.

Non si tratta comunque di una banale operazione nostalgia, giacché la mostra intende semmai riproporre il metodo Barbiana nei suoi significati più profondi, sia per ciò che riguarda il peso attribuito all’istruzione (“La scuola sarà sempre meglio della merda”), sia nella valutazione di quel che si è e di quel che si fa in rapporto a un sistema e a un mercato i cui valori hanno spesso quale unico metro il potere delle convenzioni e quello del business.

“Fattori”, ben spiega Pratesi nel catalogo, “che ci riguardano e che hanno sicuramente un peso determinante per chi si accinge a proporsi e a essere giudicato in base al proprio lavoro e che da questo sistema così sullodato sarà, certamente, ignorato. Tuttavia non dimentichiamo la lezione di Barbiana! Anche in quel caso erano allievi esclusi e fatti fuori dal sistema, ora tutti ne parlano, alcuni anche un po’ troppo a sproposito”.

Ecco quindi in mostra un caleidoscopio di oggetti e figure frutto di ispirazioni, tecniche e stili diversi che richiamano comunque un universo popolare: arnesi da lavoro, sezioni di banchi di scuola d’antan, cancelleria, grembiuli e pettinature, interni di abitazioni, gruppi, volti maschili e femminili di ogni età fissati per sempre in un attimo della loro giornata.

I nomi degli artisti: Giulio Bonatti, Stefano Ceserato, Luca Corti, Stefano Galli, Andrea Mancini, Debora Piccinini, Giuseppe Sciortino, Elisa Zadi. Firenze è solo la loro prima tappa: l’esposizione sarà riproposta in varie sedi in tutta Italia.

13/06/2015 14.43
Redazione di Met

http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=198284 

 


Per maggiori informazioni sul catalogo della mostra:

http://www.polistampa.com/php/se.php?idevento=1983 

http://www.ibs.it/code/9788859615125/mio-maestro-don.html

 

23/05/15

Sisters opera di Elisa Zadi





Sisters vuole mettere in relazione due persone diverse ma unite fra loro come sorelle. Per fare questo l’artista ha proposto un dittico, richiamando la figura umana indirettamente, tramite i suoi irrinunciabili oggetti quotidiani, lasciando affiorare la sua essenza attraverso la realizzazione di due abiti da bambina. I vestiti sono confezionati su tela grezza, cuciti a misura di un modello che prevede un corpino semplice ed una gonna arricciata: un tipico abito che ricorda la fase pre-adolescenziale. Su questi vestiti, atipicamente e originalmente utilizzati come supporto, sono stati dipinti ad olio due oggetti differenti ma compatibili. Elisa Zadi ha scelto questo periodo di vita, spesso tutt’altro che spensierato, come rappresentativo della formazione e della simbiosi fra sorelle, che tendono ad identificarsi l’una nell’altra (a questo si riconduce la scelta dello stesso modello del vestito), ma inevitabilmente diverse (la natura e la forma degli oggetti dipinti). Una matita e un temperino: due realtà, due cose appartenenti alla quotidianità delle bambine, oggetti distinti ma fra essi complementari, funzionali alla vita e al fare comune. In questa rappresentazione l’immagine dipinta sull’abito passa da stereotipo a icona dell’essere, che rimanda da una figura all’altra e viceversa. Oggetti indivisibili fra di essi, che appartengono all’immaginario collettivo e dipinti su un supporto tradizionale come la tela grezza. In questa circostanza, quest’ultima si fa emblema allusivo sotto forma di veste, sembiante della presenza umana, che si nega alla visione e per questo ancor più presente, potente nella sua essenza interiore, misteriosa e inviolabile.
 Marco Palamidessi

Elisa Zadi è nata ad Arezzo nel 1979. Nel 2007 si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha vinto vari premi nazionali ed internazionali fra cui nel 2015 il “Premio Speciale Limen 2014” a Vibo Valentia, nel 2013 il “Premio Occhi per l’Arte Contemporanea” a Ferrara, nel 2012 il “Premio Cromica per l’Arte Contemporanea” a Bibbiena e nel 2008 il “Premio Felice Casorati” a Torino. Fra le ultime partecipazioni espositive ricordiamo le mostre personali “Sacri Miti: storie di uomini e santi” presso la Fondazione Banca del Monte di Lucca; ”Introspezioni: percorsi nella pittura” nella Sala del Basolato nel Comune di Fiesole (FI); “Ascendenze: il gioco delle attese” presso la Galleria Nespolo Studio d’Arte 102 di Alessandria; “Lo Spazio Abitato” presso Palazzo Chianini Vincenzi nel Comune di Arezzo; “In rappresentazione” Teatro Cantiere Florida, Firenze; “Secretum” nel Palazzo dei Vicari a Scarperia (Fi). Fra le principali collettive segnaliamo “L’Arto Fantasma” presso la Fondazione Vacchi di Siena, “Arie del paesaggio” ospitata dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Cà La Ghironda di Bologna e “Hills and heavens of the Mugello” ospitata dal Micheal Shimmel Center di New York. Attualmente vive e lavora a Firenze.

04/02/15


Elisa Zadi: Premio Speciale Limen 2014
 "per la particolarità di coniugare la tradizione pittorica con gli elementi della realtà"


Il  20 dicembre scorso si é inaugurata nel Palazzo Comunale di Vibo Valentia con la VI edizione del Premio Internazionale Limen Arte 2014, alla presenza di Philippe Daverio e dei curatori Giorgio di Genova, Lara Caccia, Enzo le Pera e Giorgio Bonomi. Molto alto il livello degli artisti selezionati soprattutto quelli della Sezione Giovani under 35, curata da Lara Caccia. Grande apprezzamento ha riscosso l'opera di Elisa Zadi intitolata "Zita 1", appartenente alla serie "Sacri Miti" appositamente eseguita in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca che nel luglio scorso ha ospitato una grande personale dell'artista. L'opera fra pittura e installazione, si é distinta per originalità creativa e pregio esecutivo, pertanto, enusiasta la Giuria non ha esitato a creare appositamente un Premio Speciale per riconoscere l'unicità di questa giovane artista toscana. La premiazione ha avuto luogo il 31 gennaio 2015 alla presenza della Giuria e delle autorità del luogo ed é in questa occasione che l'opera "Zita 1" é entrata ufficialmente a far parte della collezione del Museo di Vibo Valentia diretto da Philippe Daverio.




Ho immaginato Zita nella semplicità: l’ho voluta vestire con un saio di lino. L'abito diventa significante, perché cucito con le misure di un piccolo corpo; prende forma, è vero, si stacca dalla bidimensionalità, va incontro allo spettatore come un invito ad essere indossato, mettendolo di fronte ad una riflessione sulla propria interiorità. Utilizzando lo stesso tessuto di lino del vestito ho dipinto il volto e le gambe di Zita. Questi sono rappresentati entrambi per tre volte, colti in momenti diversi, in modo da rimandare a delle emozioni differenti. In un volto vediamo l'espressione in cui Zita è consapevole e ci guarda fissa ed ieratica; in un altro lo sguardo è velato, abbassato perché rivolto verso la propria interiorità, e nel terzo lei guarda di lato come a rimandare a quello che c’è accanto, fuori da sè, l’alterità. I fiori che ho scelto sono di campo, a voler simboleggiare la sua natura spontanea.









http://www.zadielisa.it/category/zita/

http://www.ilquotidianoweb.it/news/societa-cultura/733749/Limen-Arte-si-chiude--ecco.html

http://lacnews24.it/7337/cultura-e-spettacolo/vibo-valentia-conclusa-sesta-edizione-limen-arte.html

http://247.libero.it/dsearch/zadi+elisa/

http://www.vv.camcom.it/1/premio-internazionale-limen-arte-1

http://www.media.rai.it/articoli/se-la-tv-si-dimentica-di-philippe-daverio/25955/default.aspx

https://www.youtube.com/watch?v=h3_VKw_g5Ck


Scritto da Marco Botti | 23 Febbraio 2015 

La sua opera Zita 1 è stata scelta per la particolarità di coniugare la tradizione pittorica con gli elementi della realtà

La pittrice aretina Elisa Zadi si è aggiudicata il Premio Speciale Limen 2014.

La giovane artista, che da anni vive e lavora a Firenze, dal 20 dicembre 2014 al 1° febbraio 2015 ha esposto nel Palazzo Comunale di Vibo Valentia per la VI edizione del prestigioso Premio Internazionale Limen Arte.

L'alto livello di artisti selezionati dai curatori Giorgio di Genova, Lara Caccia, Enzo le Pera e Giorgio Bonomi non ha impedito alla Zadi di emergere con la sua opera Zita 1, apprezzata per  "la particolarità di coniugare la tradizione pittorica con gli elementi della realtà".

Zita 1 appartiene alla serie Sacri Miti, appositamente eseguita in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca, che nel luglio scorso ha ospitato una grande personale dell'aretina. L'opera, fra pittura e installazione, si é distinta per originalità creativa e pregio esecutivo, pertanto la Giuria non ha esitato a creare appositamente un Premio Speciale per riconoscere l'unicità della giovane artista toscana.

La premiazione si è svolta lo scorso 31 gennaio. In quell'occasione l'opera Zita 1 é entrata ufficialmente a far parte della collezione del Museo di Vibo Valentia, diretto dal noto critico Philippe Daverio.
 

http://arezzocultura.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1560%3Alartista-aretina-elisa-zadi-vince-il-premio-speciale-limen-2014&catid=44%3Ainiziative-arte&Itemid=187 




https://www.museolimen.it/opere/elisa-zadi-zita-1/



31/12/14



 
 
 
S’intitola “Venuti al mondo” ed è ideata e curata dal critico d'arte Marco Palamidessi la mostra che dal 30 dicembre fino al 7 gennaio 2015 è allestita nella Sala d’Arte di Palazzo Sani in via Fillungo, unanimemente riconosciuto come uno dei più bei palazzi rinascimentali del centro storico e sede della Confcommercio Imprese per l’Italia - Province di Lucca e Massa Carrara. Un palazzo che oggi ospita una collettiva di notevole interesse non soltanto per la tematica affrontata, ma per la qualità e la notorietà degli artisti che, lucchesi e non, sono stati chiamati a raccolta per l'evento. “È con grandissima soddisfazione - scrive Marco Palamidessi - che si annuncia questa straordinaria collettiva in una sede tanto prestigiosa come Palazzo Sani, che vanta una considerevole tradizione espositiva e che è posta proprio nel cuore pulsante della nostra magnifica città. Nel vivo delle festività natalizie, “Venuti al mondo” vuol essere un altro modo per riflettere, nonché la celebrazione di un tema a me carissimo, che in fin dei conti rappresenta in sé l'atto supremo, il gesto più universale di tutti, che è appunto il nascere, il generare, il creare in tutti i suoi modi possibili, ma soprattutto artisticamente, cioè con la mente e con le mani. Vengono al mondo l’uomo, l’idea, il concetto, le opere i sentimenti e le cose. Gli artisti, quelli veri che ho coinvolto, riescono a loro modo e per mezzo delle loro opere a rinnovare ogni giorno la Creazione, riescono a far sentire vivo questo mondo che non è stato fatto in una volta, ma ogni volta che vi è sopravvenuto un artista originale e degno di questo nome. Una mostra che ci ricorda che creare è forse il modo più alto di sentirsi vivi: si crea per essere ricreati continuamente da ciò che si fa, per mettere al mondo quei figli chiamati opere d’arte dei quali gli artisti stessi sono figli a loro volta. Un modo, per chi vuole, di sentirsi più vicini a Dio. Una mostra di pittura, finalmente, che è un’arte straordinariamente viva, a dispetto di tutti quei falsi profeti che vorrebbero farci credere nell’esatto contrario: la Pittura è un’arte che è un privilegio irrinunciabile, fortunatamente non a tutti concesso. Una mostra, voglio dire, della quale vado davvero orgoglioso e che senza tutti questi amici pittori non sarebbe stata possibile”. “Venuti al mondo” presenta dipinti di Paolo Baratella, Myriam Cappelletti, Marino Consani, Silvia Forlai, Vittorio Ciro Formisano, Giampaolo Frizzi, Chiara Lera, Gianfalco Masini, Elisa Pasquini, Antonio Possenti, Giovanni Possenti, Sofia Rondelli, Lisandro Rota, Fabio Sciortino, Pietro Soriani, Elisa Zadi. 
 
La collettiva, organizzata e promossa da Confcommercio Imprese per l’Italia – Province di Lucca e Massa Carrara, è dedicata ad Amelia Coli, l’ex assessore al bilancio della giunta di Mauro Favilla, scomparsa prematuramente lo scorso novembre. Un sincero ringraziamento va al Presidente di Confcommercio Ademaro Cordoni e al direttore Rodolfo Pasquini, per l’ospitalità e il sostegno fondamentali per questa importante iniziativa; all’Assessorato e all’Ufficio Cultura del Comune di Lucca, nella persona del Sindaco Prof. Alessandro Tambellini, per aver fornito le strutture espositive e per aver gentilmente concesso il patrocinio; agli artisti Gianfalco Masini e Pietro Soriani per l’allestimento. 
 
L’esposizione rimarrà aperta fino al 31 dicembre alle ore 13 per poi proseguire dal 2 al 7 gennaio rispettando il seguente orario: 10-13 e 16-19:30. Info: info@confcommercio.lu.it
Ingresso libero
 
 

22/10/14

Frammenti Aurei

“QUADRO 0,96”
Fiesole via del Cecilia 4 Studio Tecnico Associato Fiesole
LO SPAZIO ESPOSITIVO PIÙ PICCOLO DEL MONDO
(da un idea di Aldo Frangioni, Mauro Latini e Riccardo Luchi)








ELISA ZADI
FRAMMENTI AUREI
a cura di Laura Monaldi

opening sabato 25 Ottobre ore 12:00
25 Ottobre - 24 Novembre 2014





Frammenti Aurei è un assemblaggio di quattro tele dipinte a olio, legate le une alle altre attraverso le proporzioni della sezione aurea, disposte lungo un perno in modo da creare una spirale dinamica ed evolutiva, tesa verso un’alterità irraggiungibile. In un climax ascendente, le tele si combinano e si sovrappongono, mostrando un'esile figura femminile, volta a osservare il fruitore con una staticità contemplativa, che annienta ed è in grado di esaltare il profondo senso poetico e il sentimento che palpita nella composizione. Il genio artistico di Elisa Zadi è in grado di muoversi nella complessità contemporanea modulando la propria ispirazione secondo gli orizzonti sconfinati dell'esplorazione e dell'interpretazione, partecipando al presente e cogliendo le sfumature invisibili del proprio mondo endo ed eso esistenziale. In questa opera la creazione si manifesta secondo stilemi, dettami e ispirazioni capaci di percepire il presente in modo originale e fortemente comunicativo. La sezione aurea esprime, in tale sede, l'idea di armonia e perfezione, qualificandosi come idea ispiratrice e principio organizzatore di tutta l’opera. Essa stessa diviene nel frammento e nell'eufonia risultante la resa concreta di una complessità interiore, che emerge con forza ed energia a sottolineare il dialogo intimo dell'artista con il mondo esterno. Superando la bidimensionalità della tela, Elisa Zadi comunica al fruitore la profondità del proprio mondo interiore, nel tentativo di far intuire l'essenza del ciclo vitale, come dinamica evoluzione di sentimenti e continue introspezioni. 
L'opera è in sé una parafrasi del sentire dell'uomo contemporaneo, anch'esso assemblaggio di sguardi e inquadrature, maschere e verità nascoste, punti di vista mutevoli che solo nella spinta introspettiva trova la propria armonia. Elisa Zadi ci dona, in questa esposizione, l'idea dell'equilibrio armonico-contemplativo all'interno dello squilibrio psicologico contemporaneo e , al tempo stesso, la permanenza dell'essenza prima dell'Io attraverso il cambiamento e l'evoluzione del pensiero.

Laura Monaldi 







http://julietartmagazine.com/events/frammenti-aurei/

 http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/10/elisa-zadi-frammenti-aurei-cura-di.html

 http://www.lobodilattice.com/feed-item/272?page=16

 http://www.artisti-contemporanei.it/blog/elisa-zadi-frammenti-aurei-cura-laura-monaldi