24/01/14

La Zadi censurata due volte con l'opera "Frammenti": l'opera nuda é ritenuta scandalosa e quella vestita non centrata sulla tela!

La Cina ha veramente aperto le barriere, o sta portando le sue barriere in giro per il mondo?
Da qualche anno Firenze é stata meta di numerosi arrivi dalla Cina, fra cui moltissimi giovani iscritti all'Accademia di Belle Arti. Oltre all'incontro con la nostra meravigliosa città, sono le opportunità di vivere "nel Bello dell'Arte" che queste persone si presume vadano cercando, non ultime le possibilità di confronto con gli artisti fiorentini e non, che a Firenze si formano e lavorano. Ma è realmente il confronto quello che cercano? La domanda sorge proprio alla vigilia dell'inaugurazione della Settimana della Cultura Cinese, quando a Palazzo Medici Riccardi si sta allestendo una mostra che dovrebbe celebrare il connubio Italia-Cina con Maestri e allievi di rappresentanza dei due Paesi. Il Console Cinese, il giorno prima dell'inaugurazione, decide di fare un sopralluogo e denuncia il "degenero" di due artisti: Elisa Zadi e Matteo Benetazzo. Elisa Zadi ha esposto il dittico "Frammenti" in emblema alla sua ricerca sul femminino e Matteo Benetazzo presenta l'opera in bianco e nero "Ragazza innamorata". La Zadi é ritenuta scandalosa per mostrare un corpo femminile nelle sue nudità e Benetazzo é considerato emotivamente lontano dalla "gaiezza" del popolo cinese! Gli artisti vengono "sollecitati" a portare altre opere in sostituzione di quelle "scandalose". "Se questa opera é degenere, allora non ne porterò di certo altre", dichiara Elisa Zadi incredula e irritata. 
Non stiamo a ripercorrere gli esempi di grandi artisti censurati nella storia, fra bigotterie o regimi autoritari, ma vorrei sottolineare che l'Italia é un paese libero, per questo creativo e prolifico e l'Arte, per essere tale, deve necessariamente essere svincolata da ogni preconcetto.

Odla

 Elisa Zadi, "Frammenti" .
L'opera censurata nella mostra della Settimana della Cultura Cinese.



10 Febbraio 2014 Chiara Lupo per OVO

Elisa Zadi e Matteo Benetazzo censurati alla mostra China week- Florence.

Author // Redazione
Posted in // Firenze, PILLS
Scelte adolescenziali. 2012 M.Benetazzo 

Elisa Zadi e Matteo Benetazzo censurati alla mostra China week- Florence.
Se vi proponessero di partecipare ad una mostra di scambio culturale e all’ultimo momento, proprio alla vigilia dell’inaugurazione, vi censurassero le opere invitandovi ad una sostituzione di esse, cosa fareste?
La vicenda che vi stiamo per raccontare, che ha come protagonisti due artisti toscani, Elisa Zadi e Matteo Benetazzo, riguarda la mostra terminata qualche giorno fa a Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Si tratta di un evento espositivo chiamato China week-Florence promosso dall’Associazione artisti cinesi in Italia per il confronto e lo scambio culturale tra due paesi molto diversi tra loro: l’Italia e la Cina.
L’Associazione qualche giorno fa ha contattato gli artisti italiani invitandoli ad esporre delle opere che potessero rappresentare la loro pittura e metterla a confronto con gli artisti cinesi.
Peccato che il giorno prima dell’inaugurazione, dopo il sopralluogo del rappresentate dell’Associazione, il confronto con le opere di Elisa Zadi e Matteo Benetazzo venga negato.
L’opera della Zadi, il dittico “Frammenti”, viene considerata scandalosa a causa del nudo della figura femminile sulla sinistra e del decentramento della figura sulla destra. Le opere di Matteo Benetazzo invece, “Scelte adolescenziali” e “Ragazza innamorata”, vengono considerate troppo cupe e tristi e quindi in contrasto con la “ gaiezza del popolo cinese”.
Frammenti,2012,olio e imprimitura su tela, dittico-ogni pannello cm 165x100 

I due artisti sono stati gentilmente invitati a sostituire le opere in mostra ma entrambi hanno deciso di rinunciare all’evento.
Nel 2014 sono ancora tollerabili queste forme di censura nell’arte?
Chiara Lupo

02/01/14

"NUDA VERITAS" di Elisa Zadi al Teatro Magnolfi di Prato



Al Magnolfi la musica incontra l'arte

Al via la rassegna ispirata alla mostra Officina Pratese.

 



Al teatro Magnolfi la musica incontra l’arte in una piccola rassegna, a ingresso libero, di  tre concerti, ispirati alla mostra Officina Pratese, ai suoi maestri e alle figure femminili. Tre serate all’interno del Prato Festival, nate da un originale progetto dell’associazione Teatro dei Suoni in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune. Il primo appuntamento è   lunedì 23 alle 21.15 con Dipingendo suonando; Il secondo appuntamento è previsto lunedì 30 alle 21.15, con La Madonna in musica, una scelta di alcuni tra i brani più belli dedicati alla Madonna e composti da celebri musicisti; Ultimo appuntamento lunedì 6 gennaio, sempre alle 21.15, con L’arte al femminile tra la fine del Rinascimento e il primo Barocco, un altro incontro evocativo tra arte e musica che vedrà sul palco Silvia Vajente, soprano; Alessandra Artifoni, clavicembalo; Paolo Canatamessa, violino barocco, Jean Marie Le Quint, violoncello barocco; Elisa Zadi, pittrice.

 




L’artista Elisa Zadi presenterà “Nuda Veritas” a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi. Questo evento prevede l’allestimento di una mostra pittorica nella platea del teatro e lo svolgimento di una performance di live painting che la stessa pittrice eseguirà durante il concerto.
Elisa Zadi proporrà una serie di autoritratti eseguiti allo specchio e, davanti a degli specchi, si svolgerà la sua performance pittorica.
L’opera “Adesso, Qui, Con me”, fulcro della mostra,  è composta da un trittico di figure, con un taglio verticale che le costringe ad uno spazio occupato quasi interamente dai loro nudi corpi, e che le stesse protagoniste sembrano contrastare con la loro decisa costruzione pittorica. Questa scelta spaziale può essere interpretata come una sorta di contrasto fra la crescita interiore dell’individuo e il contesto materiale che tende a reprimere questo processo. Queste presenze ci fissano imperturbabili, coraggiose, indicandoci con la loro diversa gestualità la loro storia, la “verità segreta” che appartiene al variare del loro complesso spirituale. Questa verità è il mistero che appartiene all’interiorità di ogni essere e che Elisa Zadi cerca nella complessità della sua poliedricità, con un’instancabile lavoro introspettivo-pittorico. Il non-visibile diventa motivo di ricerca del visibile. Questo visibile non viene mai profanato ma rivelato nelle sue infinite incognite in cui l’artista si interroga davanti allo specchio, attraverso la restituzione di immagini pittoriche cariche del mistero sul proprio destino e del senso che potrebbe assumere la propria vita. Ed è da questo pensiero che muove “Nuda Veritas”, in cui queste tematiche si confronteranno con la realtà del momento, dove la gestualità pittorica seguirà le suggestioni musicali del concerto, e dove l’artista si porrà inevitabilmente le medesime domande che va affrontando da sempre nella sua imperturbabile e audace ricerca pittorica.








ELISA ZADI 

L’Arte è da sempre un luogo d’indagine sulle passioni dell’uomo avvolto nei propri contesti; uno spazio di ricerca e analisi introspettiva, dove gli occhi dell’artista procedono oltre il normale sentire della natura, riuscendo a cogliere intimità e particolarismi incredibili, capaci di dominare – e donare – prospettive solitamente sfuggenti e impercettibili. L’artista muove avanti seguendo i propri impulsi e le proprie riflessioni, attraverso un cammino finalizzato alla scoperta di un ignoto panorama, di un’incognita visione, sia pure semplicemente la rappresentazione della realtà in quanto tale.

In tal senso, il mondo pittorico di Elisa Zadi si caratterizza per la ricerca di uno stile inconfondibile, dettato da una spiccata volontà espressiva, tesa a mettere in luce il senso primo dell’emozione. Figure umane, semplici scorci quotidiani, particolari di esistenze che superano la normale percezione del tempo, divengono i cardini poetici di un’artista intenta a cogliere le sfumature dei sensi e le manifestazioni dell’anima, in quanto energia vitale appartenente a tutte le realtà oggettive del mondo. Con delicatezza e intuito, in una personale dimensione quasi mistica e contemplativa, Elisa Zadi si fa pellegrina delle proprie opere, in un viaggio estetico, dove il gesto artistico diviene introspezione, esprimendo il desiderio di poter cogliere le infinite possibilità della creazione, andando oltre i canoni stilistici e la consueta interpretazione del mondo contemporaneo.

Un’elaborazione tattile dell’immagine, dunque, in vista di una maggiore presa di coscienza sul segreto che avvolge l’uomo, la sua esistenza e la realtà. Un’esplorazione dal gusto espressionista, con un’accurata sensibilità al colore, alla sintesi delle linee e alle manifestazioni dei giochi di luce, fra ombre e chiarori caratterizzati dalla semplicità dei tratti pittorici, che conduce l’osservatore a percepire non solo l’immagine dipinta ma anche l’anima riflessa che affiora con forza e si lascia leggere nella propria e indiscussa intimità. Il desiderio di comunicare, esprimere e rivelare una confidenza contemplativa, fa della prassi artistica di Elisa Zadi una poetica della spiritualità umana, un resoconto diaristico che esamina e sviscera l’immagine di una riflessione allo specchio, ossia di una mimesis meditativa, in cui l’analisi interiore apre agli occhi una dimensione sconfinata dove tutto si universalizza, trascendendo le forme dell’interpretazione, al di là del tempo e dello spazio: una poetica spirituale e un gesto artistico che nell’atto creativo si purifica, restituendo al mondo una visione primigenia dell’emozione e dei turbamenti dell’anima. 

                                                                                              Laura Monaldi


 



Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante, di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. La tentazione dello sguardo fa sì che Elisa non si ritragga mai a memoria, ma sempre davanti a due specchi, di cui uno metaforicamente è la tela. Espressione di un'analisi acuta, che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, la pittura la rende forte, è l'unica conferma della sua esistenza. Mentre dipinge non indaga il proprio volto come alterità temporanea, ma come universo da sondare, scoprire nella propria Verità. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo l’epicentro della loro venuta al mondo. Elisa si guarda per essere di rimando vista da se stessa, nell’attesa spasmodica dell’emersione, del riaffioramento sulla pelle e nei nervi di un tumulto, di un riverbero di quella luce che si è bagnata negli stagni profondi della coscienza e che si diffonde nel silenzio, nell'eco di un gesto, di una malinconia indefinita, di un'impercettibile accensione, di uno svuotamento improvviso, di un pensiero inaspettato, di tutte quelle vibrazioni e oscillazioni spontanee che fanno del corpo la vera geografia dell'anima.

Marco Palamidessi
Marco Palamidessi, Elisa Zadi e Laura Monaldi dopo la performance Nuda Veritas.


  Elisa Zadi, Nuda Veritas, 2014, olio su tela, cm 35x33. Opera realizzata durante la performance.


Cultura Commestibile n° 57 del 4 gennaio 2014 a cura di Aldo Frangioni.
 

Musica e pittura si incontrano per omaggiare l'universo femminile
Due artiste aretine, la pittrice Elisa Zadi e la soprano Silvia Vajente, tra le protagoniste del terzo e ultimo appuntamento al teatro Magnolfi di Prato di una rassegna dove la musica incontra l’arte visiva.

Tre serate a ingresso gratuito all’interno del Prato Festival - ispirate alla mostra Officina Pratese, ai suoi maestri e alle figure femminili - nate da un originale progetto dell’associazione Teatro dei Suoni in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato.

Lunedì 6 gennaio, alle 21.15, l'iniziativa si concluderà con L’arte al femminile tra la fine del Rinascimento e il primo Barocco, un incontro evocativo che vedrà sul palco Silvia Vajente, soprano, Alessandra Artifoni, clavicembalo, Paolo Canatamessa, violino barocco, Jean Marie Le Quint, violoncello barocco ed Elisa Zadi, pittrice.
L’artista Elisa Zadi presenterà Nuda Veritas a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi, evento che prevede l’allestimento di una mostra pittorica nella platea del teatro e lo svolgimento di una performance di live painting che la stessa pittrice eseguirà durante il concerto.
La Zadi proporrà, inoltre, una serie di autoritratti eseguiti allo specchio e, sempre davanti agli specchi, si svolgerà la sua performance.

 
http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=162931

http://archiviomauriziospatola.wordpress.com/2014/01/03/prato-nuda-veritas-di-elisa-zadi-larte-al-femminile-nei-secoli/