Al Magnolfi la musica incontra
l'arte
Al teatro
Magnolfi la musica incontra l’arte in una piccola rassegna, a ingresso libero,
di tre concerti, ispirati alla mostra Officina Pratese, ai suoi
maestri e alle figure femminili. Tre serate all’interno del Prato Festival,
nate da un originale progetto dell’associazione Teatro dei Suoni in
collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune. Il primo appuntamento
è lunedì 23 alle 21.15 con Dipingendo suonando; Il
secondo appuntamento è previsto lunedì 30 alle 21.15, con La Madonna
in musica, una scelta di alcuni tra i brani più belli dedicati alla Madonna
e composti da celebri musicisti; Ultimo appuntamento lunedì 6 gennaio,
sempre alle 21.15, con L’arte al femminile tra la fine del Rinascimento e il
primo Barocco, un altro incontro evocativo tra arte e musica che vedrà sul
palco Silvia Vajente, soprano; Alessandra Artifoni, clavicembalo; Paolo
Canatamessa, violino barocco, Jean Marie Le Quint, violoncello barocco; Elisa
Zadi, pittrice.
Elisa
Zadi proporrà una serie di autoritratti eseguiti allo specchio e, davanti a
degli specchi, si svolgerà la sua performance pittorica.
L’opera
“Adesso, Qui, Con me”, fulcro della
mostra, è composta da un trittico di
figure, con un taglio verticale che le costringe ad uno spazio occupato quasi interamente
dai loro nudi corpi, e che le stesse protagoniste sembrano contrastare con la
loro decisa costruzione pittorica. Questa scelta spaziale può essere
interpretata come una sorta di contrasto fra la crescita interiore dell’individuo
e il contesto materiale che tende a reprimere questo processo. Queste presenze
ci fissano imperturbabili, coraggiose, indicandoci con la loro diversa
gestualità la loro storia, la “verità segreta” che appartiene al variare del loro
complesso spirituale. Questa verità è il mistero che appartiene all’interiorità
di ogni essere e che Elisa Zadi cerca nella complessità della sua poliedricità,
con un’instancabile lavoro introspettivo-pittorico. Il non-visibile diventa
motivo di ricerca del visibile. Questo visibile non viene mai profanato ma
rivelato nelle sue infinite incognite in cui l’artista si interroga davanti allo
specchio, attraverso la restituzione di immagini pittoriche cariche del mistero
sul proprio destino e del senso che potrebbe assumere la propria vita. Ed è da
questo pensiero che muove “Nuda Veritas”,
in cui queste tematiche si confronteranno con la realtà del momento, dove la
gestualità pittorica seguirà le suggestioni musicali del concerto, e dove
l’artista si porrà inevitabilmente le medesime domande che va affrontando da
sempre nella sua imperturbabile e audace ricerca pittorica.
ELISA ZADI
L’Arte è da sempre un luogo d’indagine sulle
passioni dell’uomo avvolto nei propri contesti; uno spazio di ricerca e analisi
introspettiva, dove gli occhi dell’artista procedono oltre il normale sentire
della natura, riuscendo a cogliere intimità e particolarismi incredibili,
capaci di dominare – e donare – prospettive solitamente sfuggenti e
impercettibili. L’artista muove avanti seguendo i propri impulsi e le proprie
riflessioni, attraverso un cammino finalizzato alla scoperta di un ignoto
panorama, di un’incognita visione, sia pure semplicemente la rappresentazione
della realtà in quanto tale.
In tal senso, il mondo pittorico di Elisa Zadi si
caratterizza per la ricerca di uno stile inconfondibile, dettato da una
spiccata volontà espressiva, tesa a mettere in luce il senso primo
dell’emozione. Figure umane, semplici scorci quotidiani, particolari di
esistenze che superano la normale percezione del tempo, divengono i cardini
poetici di un’artista intenta a cogliere le sfumature dei sensi e le
manifestazioni dell’anima, in quanto energia vitale appartenente a tutte le
realtà oggettive del mondo. Con delicatezza e intuito, in una personale
dimensione quasi mistica e contemplativa, Elisa Zadi si fa pellegrina delle
proprie opere, in un viaggio estetico, dove il gesto artistico diviene introspezione,
esprimendo il desiderio di poter cogliere le infinite possibilità della
creazione, andando oltre i canoni stilistici e la consueta interpretazione del
mondo contemporaneo.
Un’elaborazione tattile
dell’immagine, dunque, in vista di una maggiore presa di coscienza sul segreto
che avvolge l’uomo, la sua esistenza e la realtà. Un’esplorazione dal gusto
espressionista, con un’accurata sensibilità al colore, alla sintesi delle linee
e alle manifestazioni dei giochi di luce, fra ombre e chiarori caratterizzati
dalla semplicità dei tratti pittorici, che conduce l’osservatore a percepire
non solo l’immagine dipinta ma anche l’anima riflessa che affiora con forza e
si lascia leggere nella propria e indiscussa intimità. Il desiderio di
comunicare, esprimere e rivelare una confidenza contemplativa, fa della prassi
artistica di Elisa Zadi una poetica della spiritualità umana, un resoconto
diaristico che esamina e sviscera l’immagine di una riflessione allo specchio,
ossia di una mimesis meditativa, in cui l’analisi interiore apre agli occhi una
dimensione sconfinata dove tutto si universalizza, trascendendo le forme
dell’interpretazione, al di là del tempo e dello spazio: una poetica spirituale
e un gesto artistico che nell’atto creativo si purifica, restituendo al mondo
una visione primigenia dell’emozione e dei turbamenti dell’anima.
Laura Monaldi
Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante, di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. La tentazione dello sguardo fa sì che Elisa non si ritragga mai a memoria, ma sempre davanti a due specchi, di cui uno metaforicamente è la tela. Espressione di un'analisi acuta, che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, la pittura la rende forte, è l'unica conferma della sua esistenza. Mentre dipinge non indaga il proprio volto come alterità temporanea, ma come universo da sondare, scoprire nella propria Verità. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo l’epicentro della loro venuta al mondo. Elisa si guarda per essere di rimando vista da se stessa, nell’attesa spasmodica dell’emersione, del riaffioramento sulla pelle e nei nervi di un tumulto, di un riverbero di quella luce che si è bagnata negli stagni profondi della coscienza e che si diffonde nel silenzio, nell'eco di un gesto, di una malinconia indefinita, di un'impercettibile accensione, di uno svuotamento improvviso, di un pensiero inaspettato, di tutte quelle vibrazioni e oscillazioni spontanee che fanno del corpo la vera geografia dell'anima.
Marco
Palamidessi
Marco Palamidessi, Elisa Zadi e Laura Monaldi dopo la performance Nuda Veritas.
Elisa Zadi, Nuda Veritas, 2014, olio su tela, cm 35x33. Opera realizzata durante la performance.
Cultura Commestibile n° 57 del 4 gennaio 2014 a cura di Aldo Frangioni.
www.culturacommestibile.com
Elisa Zadi e Silvia Vajente. Due aretine al Teatro Magnolfi di Prato
Scritto da Marco Botti, 6 gennaio 2014
Musica e pittura si incontrano per omaggiare l'universo femminile
http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=162931
Due artiste aretine, la pittrice Elisa Zadi e la soprano Silvia Vajente,
tra le protagoniste del terzo e ultimo appuntamento al teatro Magnolfi
di Prato di una rassegna dove la musica incontra l’arte visiva.
Tre serate a ingresso gratuito all’interno del Prato Festival - ispirate alla mostra Officina Pratese, ai suoi maestri e alle figure femminili - nate da un originale progetto dell’associazione Teatro dei Suoni in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato.
Lunedì 6 gennaio, alle 21.15, l'iniziativa si concluderà con L’arte al femminile tra la fine del Rinascimento e il primo Barocco, un incontro evocativo che vedrà sul palco Silvia Vajente, soprano, Alessandra Artifoni, clavicembalo, Paolo Canatamessa, violino barocco, Jean Marie Le Quint, violoncello barocco ed Elisa Zadi, pittrice.
L’artista Elisa Zadi presenterà Nuda Veritas a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi, evento che prevede l’allestimento di una mostra pittorica nella platea del teatro e lo svolgimento di una performance di live painting che la stessa pittrice eseguirà durante il concerto.
Tre serate a ingresso gratuito all’interno del Prato Festival - ispirate alla mostra Officina Pratese, ai suoi maestri e alle figure femminili - nate da un originale progetto dell’associazione Teatro dei Suoni in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Prato.
Lunedì 6 gennaio, alle 21.15, l'iniziativa si concluderà con L’arte al femminile tra la fine del Rinascimento e il primo Barocco, un incontro evocativo che vedrà sul palco Silvia Vajente, soprano, Alessandra Artifoni, clavicembalo, Paolo Canatamessa, violino barocco, Jean Marie Le Quint, violoncello barocco ed Elisa Zadi, pittrice.
L’artista Elisa Zadi presenterà Nuda Veritas a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi, evento che prevede l’allestimento di una mostra pittorica nella platea del teatro e lo svolgimento di una performance di live painting che la stessa pittrice eseguirà durante il concerto.
La Zadi proporrà, inoltre, una serie
di autoritratti eseguiti allo specchio e, sempre davanti agli specchi,
si svolgerà la sua performance.
http://archiviomauriziospatola.wordpress.com/2014/01/03/prato-nuda-veritas-di-elisa-zadi-larte-al-femminile-nei-secoli/
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