10/05/18

ARTSHOW 2018 Pistoia

7 aprile - 12 maggio 2018 - Vetrine
Inaugurazione sabato 7 aprile, ore 17.00

Seconda edizione
A cura di Eva Accardo

Sette piccole personali riunite sotto il titolo Artshow2, una fiera d'arte in miniatura ospitata per il secondo anno in Biblioteca San Giorgio.
Ognuno dei sette artisti invitati contribuisce con il proprio percorso variegato a rappresentare le molte forme e suggestioni dell'arte contemporanea: dalla fiber art di Gloria Cambriani  - che utilizza il filo e tessuti di diversa natura, integrati spesso alle altre tecniche più o meno tradizionali del fare artistico - come uno degli strumenti principali del suo percorso creativo, alle sculture e libri d'artista di Mavilla (Marco Marchiani) realizzati con materiali che rimandano alla terra, con colori caldi e intensi. Alle trasparenze delle opere di Francesco Landucci che lavora il cristallo e la cellulosa, alla cruda e introspettiva frontalità delle figure umane di Elisa Zadi, presente anche con le opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline, dando vita a installazioni interattive e performative.
E ancora, le sperimentazioni poetiche e visive di Kiki Franceschi legate al movimento INI, o le opere di Andrea Chiarantini e il suo "tentativo di rottura con la tradizione, il suo sforzo liberatorio per emancipare le forme geometriche dalla bidimensionalità della rappresentazione". La stessa necessità e forzatura che si mostra nella ricerca artistica sulla fotografia - e sulla sua possibilità di estendersi oltre la sua convenzionale, “necessaria” bidimensionalità - che da anni conduce Roberto Pupi.







Il Viaggio di Elisa

Il mondo pittorico di Elisa Zadi è inconfondibile e dettato da una particolare espressività capace di mettere in luce l’elemento emotivo al di là dell’immagine rappresentata; è un viaggio intimo nell’essenza del sé volto a cogliere le sfumature dei sensi e le manifestazioni dell’anima; è un’indagine che dalle realtà oggettive del mondo porta lo spettatore nella dimensione isolata e misteriosa dell’introspezione; è il tentativo di fare del gesto artistico un atto creativo che manipola l’immagine con espressionistici giochi di colore fino a cogliere quella spiritualità umana perduta nel tempo. Come in un gioco di specchi, l’artista racconta se stessa attraverso ciò che la tela e gli strumenti del mestiere gli permettono di comunicare, avvolta nella meditazione e nello slancio intuitivo della contemplazione. Nel suo percorso Elisa Zadi si è fatta pittrice e perfomer, unendo all’aulica tecnica pittorica il vitalismo scenografico ed eclettico della teatralità estetica, donando al mondo l’irripetibile possibilità di immergersi nei turbamenti umani, in una catarsi d’eccezione che da sguardo a sguardo purifica dal consueto modo di sentire e percepire l’esistenza circostante. Nelle sue performance il mondo naturale e umano entrano in una simbiosi mistica tale da suscitare nello spettatore un senso catartico unico e irripetibile. Variando di luogo in luogo le azioni performative di Elisa Zadi entrano in sintonia con l'ambiente circostante, facendo dello spazio e del tempo dell'azione un unicum travolgente e introspettivo. I gesti, le declamazioni, gli strumenti e gli oggetti di scena prendono parte a una sorta di atto teatrale, di cui l'artista si fa protagonista e portavoce di un messaggio da esprimere non solo con la pittura ma con tutto il proprio corpo. Il misticismo che pervade l'azione costringe a un dialogo diretto con l'Universo e i suoi segreti. L'artista diviene un vate e una sacerdotessa che ha l'arduo compito di condurre lo spettatore alla scoperta di ciò che gli occhi non possono cogliere, di ciò che esiste oltre le apparenze dell'esistenza e di ciò che si cela oltre la Vita. Intime e profonde le performance di Elisa Zadi indagano le aporie delle coscienze collettive, ristabilendo l'armonia naturale persa nella società contemporanea, riscoprendo miti e ideologie perse nel tempo ma che ancora vivono nell'anima sensibile di colei che ha ancora il coraggio di toccare la terra con le mani e sporcarsi con ciò che l'esistente ci dona attimo dopo attimo. (Laura Monaldi)




26/04/18

ANIMùLA, il film, la mostra.

   

SETTE

Mostra su progetto di Luca De Silva

12 - 13 maggio 2018


Certaldo (FI) Palazzo Pretorio

Inaugurazione 12 maggio ore 17

Presentazione di ALESSANDRA FROSINI 


ALESSANDRA BORSETTI VENIER - GLORIA CAMPRIANI - ANTONIA FONTANA

CRISTINA GOZZINI - MANUELA MANCIOPPI - RACHEL MORELLET - ELISA ZADI

con la partecipazione di LUCA MATTI e LUCA DE SILVA



Sette sono i colori dell'iride; Sette sono i chakra; Sette è il numero buddista della completezza; Sette sono i metalli simbolici del percorso di trasmutazione alchemica; Sette sono i poteri attivi della numerologia (attrazione, formazione, repulsione, sussistenza, nutrizione, digestione e crescita); Sette sono le stanze di una biblioteca privata in cui un uomo viene chiamato a riordinare e archiviare libri e oggetti. Da qui ha inizio il racconto L’uomo del Pozzo di Luca De Silva, da cui è tratto il film con la regia di Sirio Zabberoni, sceneggiato da Roberto Venturi. Il film, dal titolo Anìmula, narra la storia di un uomo incaricato di allestire una biblioteca privata composta da sette stanze. Il percorso della storia si addentra nelle viscere di un pozzo librario reale e metaforico al tempo stesso, in cui si svilupperanno situazioni visionarie che porteranno l’uomo ad acquisire una coscienza di sé fuori dall’ordinario, in un viaggio nei segmenti dell'immaginario e dell’inconscio. La mostra Sette fa parte del progetto Anìmula ed è stata concepita come uno spazio dinamico ed esperienziale dentro gli ambienti del film, che ospitano le installazioni create da sette artiste e il video d’animazione con cui si apre il film. I sette interventi site-specific rappresentano elementi della scenografia delle varie stanze, con cui l’uomo si relazionerà nella sua fase extra sensoriale. Simboli, metafore, elementi di sviluppo interiore, energie universali legate ai sette colori dello spettro luminoso: un colore per ogni stanza, ogni colore affidato ad un’artista. E il femminile, inteso come principio primo generativo, è fil rouge fondante del progetto che unisce lavoro delle artiste, mostra, film e racconto. 



Palazzo Pretorio Piazzetta del Vicariato 4, Certaldo (FI) 0571 661219 - musei@comune.certaldo.fi.it

Orari: ore 9.30 - 13.30 ore 14.30 - 19.00 (aperto tutti i giorni) - ingresso libero

Associazione Culturale MultiMedia91 Via di Grignano 25, Pontassieve (FI) 055 8398747 - info@morganaedizioni.it

Ufficio stampa: Comune di Certaldo e MultiMedia91



http://www.gonews.it/2018/04/25/certaldo-palazzo-pretorio-arriva-la-mostra-sette/





     ANIMULA di Luca De Silva Quarta Stanza – Colore Verde  
            Elisa Zadi “LA PORTA-VERDE” 

 “Ho scoperto una tremenda legge che collega la 5° nota musicale, il colore verde e il calore …” Gustav Rol


Ho immaginato la quarta stanza come uno spazio che possa essere simbolicamente attraversato. In questa superficie gli elementi caratterizzanti della vegetazione vanno progressivamente ad alternarsi in lunghi fili che si estendono per tutta l’altezza del “portale” fino a focalizzarsi al centro in una piccola scultura in cera sospesa che ricorda un idolo-dea alato. Nel soffitto inclinato del “portale” è installato uno specchio, in modo che si rifletta l’opera stessa e le persone che si avvicinano, così da avere la sensazione di essere “immersi nel verde”. Le foglie sono state concepite imitando e interpretando piante della simbologia classica: acanto (prestigio e benessere), alloro (gloria e immortalità) ed edera (continuità e fedeltà). Le foglie realizzate per l’installazione sono state costruite con diversi materiali (legno, stoffa e carta), ognuna di esse è unica nel suo genere per forgia e colore; oltre a queste l’opera presenta numerosi elementi in foglia d’oro, piccoli specchi, luci e germogli reali da sementi.  I germogli sono, insieme alla piccola scultura il fulcro significante dell’opera e, oltre che a trovarsi appesi in fili verticali, sono radunati in un simbolico quadrato al centro della struttura, nella base di essa, sotto la scultura sospesa. Oltre ai suggestivi elementi visivi, caratterizzati dai diversi colori, dalle luci e dai riflessi di essi negli specchi, altro fattore tenuto in considerazione è l’elemento sonoro: ai fili infatti sono applicati dei campanelli che suonano al loro minimo oscillare nell’aria: l’installazione prevedere anche una cassa con la registrazione della vibrazione della 5° nota musicale.


 






La 4°stanza, il 4° chackra, quello del "cuore" che sta a metà fra la parte terrena e quella spirituale; è simbolo di equilibrio, legato alla vibrazione del colore verde. Il colore della natura. Il racconto e la sceneggiatura descrivono come ci sia una trasformazione della materia-libri in foglie, fogliame che si trasforma fino a smaterializzarsi in una specie di stanza verde.
Ho immaginato questa scenografia come un'opera installativa che possa esprimere un passaggio fra materiale e immateriale, fra razionale e irrazionale, creando una struttura che le persone possano percorrere entrando in "una porta"; un Portale spazio-temporale che ne simboliggia l'entrata in una dimensione altra. Una porta magica, caratterizzata da foglie create con differenti materiali che interagiscono e si armonizzano con specchi, luci, germogli veri e messaggi segreti sottoforma di cartigli che gli spettatori potranno cogliere al loro passaggio.
Particolare attenzione è stata rivolta agli effetti ottici (non soltanto della gamma cromatica verde) legati alle luci e agli specchi, che creano un gioco suggestivo di riverberi, esaltati dal fattore sonoro che accompagna il movimento "dei fili" che compongono l'installazione. 



































1 Stanza, colore rosso. Gloria Campriani



2 Stanza, colore arancio. Manuela Mancioppi




3 Stanza, colore giallo. Cristina Gozzini


4 Stanza, colore verde. Elisa Zadi


5 Stanza, colore blu. Antonia Fontana

 


6 Stanza, colore indaco. Rachelle Morellet


7 Stanza, colore viola. Alessandra Borsetti Venier


IL FILM- Riprese spazio Gori, Prato.