7 aprile - 12 maggio 2018 - Vetrine
Inaugurazione sabato 7 aprile, ore 17.00
Seconda edizione
A cura di Eva Accardo
Inaugurazione sabato 7 aprile, ore 17.00
Seconda edizione
A cura di Eva Accardo
Sette piccole personali riunite sotto il titolo Artshow2, una fiera
d'arte in miniatura ospitata per il secondo anno in Biblioteca San
Giorgio.
Ognuno dei sette artisti invitati contribuisce con il proprio percorso variegato a rappresentare le molte forme e suggestioni dell'arte contemporanea: dalla fiber art di Gloria Cambriani - che utilizza il filo e tessuti di diversa natura, integrati spesso alle altre tecniche più o meno tradizionali del fare artistico - come uno degli strumenti principali del suo percorso creativo, alle sculture e libri d'artista di Mavilla (Marco Marchiani) realizzati con materiali che rimandano alla terra, con colori caldi e intensi. Alle trasparenze delle opere di Francesco Landucci che lavora il cristallo e la cellulosa, alla cruda e introspettiva frontalità delle figure umane di Elisa Zadi, presente anche con le opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline, dando vita a installazioni interattive e performative.
E ancora, le sperimentazioni poetiche e visive di Kiki Franceschi legate al movimento INI, o le opere di Andrea Chiarantini e il suo "tentativo di rottura con la tradizione, il suo sforzo liberatorio per emancipare le forme geometriche dalla bidimensionalità della rappresentazione". La stessa necessità e forzatura che si mostra nella ricerca artistica sulla fotografia - e sulla sua possibilità di estendersi oltre la sua convenzionale, “necessaria” bidimensionalità - che da anni conduce Roberto Pupi.
Ognuno dei sette artisti invitati contribuisce con il proprio percorso variegato a rappresentare le molte forme e suggestioni dell'arte contemporanea: dalla fiber art di Gloria Cambriani - che utilizza il filo e tessuti di diversa natura, integrati spesso alle altre tecniche più o meno tradizionali del fare artistico - come uno degli strumenti principali del suo percorso creativo, alle sculture e libri d'artista di Mavilla (Marco Marchiani) realizzati con materiali che rimandano alla terra, con colori caldi e intensi. Alle trasparenze delle opere di Francesco Landucci che lavora il cristallo e la cellulosa, alla cruda e introspettiva frontalità delle figure umane di Elisa Zadi, presente anche con le opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline, dando vita a installazioni interattive e performative.
E ancora, le sperimentazioni poetiche e visive di Kiki Franceschi legate al movimento INI, o le opere di Andrea Chiarantini e il suo "tentativo di rottura con la tradizione, il suo sforzo liberatorio per emancipare le forme geometriche dalla bidimensionalità della rappresentazione". La stessa necessità e forzatura che si mostra nella ricerca artistica sulla fotografia - e sulla sua possibilità di estendersi oltre la sua convenzionale, “necessaria” bidimensionalità - che da anni conduce Roberto Pupi.
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=175337
http://www.lavocedipistoia.it/a48374-sabato-7-aprile-si-inaugurano-due-mostre-di-arte-in-biblioteca-san-giorgio.html
http://www.lavocedipistoia.it/a48374-sabato-7-aprile-si-inaugurano-due-mostre-di-arte-in-biblioteca-san-giorgio.html
Il Viaggio di Elisa
Il mondo pittorico di Elisa Zadi è inconfondibile e dettato da una particolare espressività capace di mettere in luce l’elemento emotivo al di là dell’immagine rappresentata; è un viaggio intimo nell’essenza del sé volto a cogliere le sfumature dei sensi e le manifestazioni dell’anima; è un’indagine che dalle realtà oggettive del mondo porta lo spettatore nella dimensione isolata e misteriosa dell’introspezione; è il tentativo di fare del gesto artistico un atto creativo che manipola l’immagine con espressionistici giochi di colore fino a cogliere quella spiritualità umana perduta nel tempo. Come in un gioco di specchi, l’artista racconta se stessa attraverso ciò che la tela e gli strumenti del mestiere gli permettono di comunicare, avvolta nella meditazione e nello slancio intuitivo della contemplazione. Nel suo percorso Elisa Zadi si è fatta pittrice e perfomer, unendo all’aulica tecnica pittorica il vitalismo scenografico ed eclettico della teatralità estetica, donando al mondo l’irripetibile possibilità di immergersi nei turbamenti umani, in una catarsi d’eccezione che da sguardo a sguardo purifica dal consueto modo di sentire e percepire l’esistenza circostante. Nelle sue performance il mondo naturale e umano entrano in una simbiosi mistica tale da suscitare nello spettatore un senso catartico unico e irripetibile. Variando di luogo in luogo le azioni performative di Elisa Zadi entrano in sintonia con l'ambiente circostante, facendo dello spazio e del tempo dell'azione un unicum travolgente e introspettivo. I gesti, le declamazioni, gli strumenti e gli oggetti di scena prendono parte a una sorta di atto teatrale, di cui l'artista si fa protagonista e portavoce di un messaggio da esprimere non solo con la pittura ma con tutto il proprio corpo. Il misticismo che pervade l'azione costringe a un dialogo diretto con l'Universo e i suoi segreti. L'artista diviene un vate e una sacerdotessa che ha l'arduo compito di condurre lo spettatore alla scoperta di ciò che gli occhi non possono cogliere, di ciò che esiste oltre le apparenze dell'esistenza e di ciò che si cela oltre la Vita. Intime e profonde le performance di Elisa Zadi indagano le aporie delle coscienze collettive, ristabilendo l'armonia naturale persa nella società contemporanea, riscoprendo miti e ideologie perse nel tempo ma che ancora vivono nell'anima sensibile di colei che ha ancora il coraggio di toccare la terra con le mani e sporcarsi con ciò che l'esistente ci dona attimo dopo attimo. (Laura Monaldi)
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