29/06/14

SACRI MITI

I “Sacri Miti” lucchesi nelle tele di Elisa Zadi

Dal 5 al 27 luglio 2014 l’esposizione alla Fondazione Banca del Monte di Lucca


I “Sacri Miti” lucchesi nelle tele di Elisa Zadi. Si tiene dal 5 al 27 luglio nelle sale del Palazzo delle Esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino, 7) Sacri Miti – Storie di uomini e santi”, la personale della giovane Elisa Zadi, talento emergente dell’arte contemporanea italiana, nota per la sua instancabile ricerca della Verità attraverso l’autoritratto, che in questa importante occasionepresenterà un notevole ciclo di opere e installazioni inedite, dal forte impatto emotivo, che evocano figure storiche e leggendarie appartenenti alla cultura lucchese, restituendone una coinvolgente e intima interpretazione.




Con caparbietà e intuito, in una dimensione contemplativa e mistica, per questo nuovo importante lavoro Elisa Zadi si è fatta ancor più pellegrina nel viaggio estetico e ideale fra le vite di queste figure appartenenti alla gloriosa tradizione lucchese, per vivere le loro storie, le loro leggende, i loro gesti esemplari, universali e per questo immortali. Facendosi nutrire dalla bellezza di un contatto intenso e spirituale, la capacità di scavo introspettivo dell’artista si è stavolta diretta all’immedesimazione cosciente in ciascuna di queste vite, anime lucenti nel nostro ricordo, al fine di possederne l’essenza e rinnovarne la memoria alle menti e agli occhi degli uomini. In molti dipinti, strutturati come polittici e pale d'altare, l’autoritrarsi in veste di Santa Giulia, Santa Zita e Lucida Mansi, non è stato certo per provocazione o per autocelebrazione, ma per un intimo desiderio di identificazione nelle singole figure prescelte. Elisa Zadi ha così trasmesso il senso di profondissima ricerca interiore che l’ha spinta - come donna e come artista - a cercare, nel solco della tradizione iconografica, tracce vive di sé”, scrive di lei il curatore della mostra, il noto critico d’arte Marco Palamidessi.



Il catalogo di mostra, offerto ai visitatori dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, si pregia dei contributi critici e degli scritti di Alberto Del Carlo, Alessandro Tambellini, Laura Monaldi, Roberto Milani, Davide Sallustio, Marco Palamidessi e della stessa artista.



A fare da accompagnamento alle opere in mostra saranno le suggestive note di “O crus ave”, il brano inedito per baritono, coro e pianoforte composto da Francesco Cipriano, presidente dell’associazione Cluster. Il pezzo è stato registrato in Germania, interpretato dal coro tedesco “Lukas Cantorei” di Berlino e dal coro “Baralli” di Lucca, con il baritono Mattia Campetti, e al pianoforte il compositore, M° Francesco Cipriano.



La mostra resterà aperta fino a domenica 27 luglio, rispettando il seguente orario: dal lunedì al venerdì 15:30-19:30; sabato e domenica 10:00-13:00, 15:30-19:30

Ingresso libero

Info: www.fondazionebmluccaeventi.it:infoondazionebmluccaeventi.it



"Colori aciduli, figure segnate, atmosfere sospese. C’è molto da scoprire davanti ad un’opera di questa giovane artista che è riuscita a fare suo il segreto della pittura, l’equilibrio dello spazio, le tensioni dell’anima. Qualità assai rare in un mondo colmo di arte poco dipinta, poco efficace, poco pensata. Una scommessa già vinta per chi punta sull’arte e non sul senso estetico."
Roberto Milani
                                                      


 


"La pittura di Elisa Zadi mette in luce l’immensa capacità dell’immagine di esprimere e raccontare, attraverso una poetica che unisce il sacro e l’umano, la storia e l’eternità, nella soggettività molteplice dello sguardo umano: un’elaborazione tattile dell’immagine in vista di una maggiore presa di coscienza sul segreto che avvolge l’uomo, la sua esistenza e la realtà. Un’esplorazione dal gusto espressionista, con un’accurata sensibilità al colore, alla sintesi delle linee e alle manifestazioni dei giochi di luce, fra ombre e chiarori caratterizzati dalla semplicità dei tratti pittorici, che conduce l’osservatore a percepire non solo l’immagine dipinta ma anche l’anima riflessa che affiora con forza e si lascia leggere nella propria e indiscussa intimità."
Laura Monaldi







Press:


















14/03/14

VITE SILENTI mostra di Daniela Giovannetti ed Elisa Zadi

VITE SILENTI 
 Daniela Giovannetti ed Elisa Zadi
15 - 30 Marzo 2014
Villa Giovannetti, Capannori (LU) 





Sabato 15 Marzo a Villa Giovannetti nel comune di Capannori (LU) dalle ore 11:00 si aprirà la mostra "Vite Silenti" che esporrà le opere di Daniela Giovannetti ed Elisa Zadi. La mostra curata da Marco Palamidessi é inserita nel 25° Anniversario delle Camelie.
Le opere della Giovannetti e della Zadi vogliono riflettere sulla condizione degli oggetti visti non come "Natura Morta", termine usato per indicare un genere pittorico che forse non rappresenta pienamente lo spirito delle cose e che viene sostituito con "Vite Silenti".
La mostra sarà visitabile il sabato e la domenica nei giorni 15-16, 23-24, 29-30 dalle 10:00 alle 18:00 orario continuato. Ingresso libero.

Capita troppo spesso, davanti alle cose, di confondere la loro immobilità e il loro silenzio con l'assenza dell'anima dentro di esse. Dovremmo invece tenere a mente Proust, quando scrisse che soltanto noi, col credere che abbiano una loro propria esistenza, attribuiamo a determinate cose che vediamo un’anima ch’esse poi conservano e sviluppano dentro di noi. Le cose possiedono uno spirito e la capacità di reincarnarsi, quindi non sono mai morte: più semplicemente, se ne stanno ferme, come in attesa, nella speranza e nella volontà - vorrei tanto poter dire vanità - che hanno di farsi ritrarre. La Natura è una dea sopra le altre, che si offre nuda e silente ai nostri occhi, talvolta mettendosi in posa, ma solo davanti a chi sa chiederlo con l’umiltà e la devozione che servono da sempre la causa dell’arte vera. Nei dipinti di Daniela Giovannetti e di Elisa Zadi, che qui vediamo in un confronto illuminante e illuminato, la natura è viva, sorprendentemente viva. In quel silenzio che si addice alla Bellezza e alla Verità, ecco che in queste opere sentiremo scorrere la linfa di una realtà sognata e sognante, ardentemente desiderata, di cose sottratte al tempo umano e affidate al tempo senza clessidre della Pittura.

Marco Palamidessi





Elisa Zadi è nata ad Arezzo. Nel 2007 si è diplomata con lode all'Accademia di Belle Arti di Firenze presso la Scuola di Pittura del Prof. Adriano Bimbi; dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come vincitrice della borsa di studio “Assistente Tecnico di Laboratorio”. Nel 2008, 2009 e 2010 frequenta il Corso di perfezionamento per l'Arte Sacra, Fondazione Stauròs di San Gabriele a Teramo e a Foligno. Ha vinto vari premi nazionali ed internazionali fra cui nel 2013 il “Premio Occhi per l’Arte Contemporanea” a Ferrara, nel 2012 il “Premio Cromica per l’Arte Contemporanea”, città di Bibbiena e nel 2008 il “Premio Felice Casorati” di Torino. Espone in Italia e all'estero. Fra le ultime partecipazioni ricordiamo le mostre  personali ”Introspezioni: percorsi nella pittura” curata da Giovanni Faccenda presso la Sala del Basolato nel Comune di Fiesole; “Ascendenze: il gioco delle attese” presso la Galleria Nespolo Studio d’Arte 102 di Alessandria ; “Lo spazio abitato” presso Palazzo Chianini Vincenzi nel comune di Arezzo e “mente quotidiana-mente, la figura allo specchio” nella Galleria Rielaborando di Arezzo che vengono curate da Daniela Meli; “In rappresentazione” curata da Paola Vidari Coen, Teatro Cantiere Florida, Firenze; “Secretum” curata da Adriano Bimbi e Susanna Ragionieri, Palazzo dei Vicari, Scarperia (Fi). Fra le principali collettive segnaliamo “Ogni tristo pensier caschi” curata da Claudio Giumelli, Villa Paolina Bonaparte, Viareggio (Lu); “L'Arto Fantasma” curata da Enrico Crispolti, presso la Fondazione Vacchi di Siena, “Arie del paesaggio” curata da Francesco Martani ospitata dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Cà La Ghironda di Bologna e “Hills and heavens of the Mugello”, curata da Giuseppe Cordoni e ospitata dal Micheal Shimmel Center di New York. Nel 2009 si abilita all'insegnamento delle Discipline pittoriche, iniziando la professione presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master di II livello in “Architettura, Arti Sacre e Liturgia” presso l'Università Europea di Roma. Attualmente frequenta lo studio grafico di Franco Pistelli. Nel 2013 viene segnalata da Giovanni Faccenda fra gli artisti emergenti nel Catalogo dell’Arte Moderna (CAM)  n°49, edito da Mondadori. Attualmente vive e lavora a Firenze.




http://www.camelielucchesia.it/?page_id=1029

27/02/14

HOME SWEET HOME Elisa Zadi e Fulvio Grimaldi ad Ozzano dell'Emilia




L'Associazione d'Arte Contemporanea bolognese Malachite presenta l'evento "Home Sweet Home" che si terrà da Sabato 8 Marzo dalle ore 14:00 fino a Domenica 9 Marzo, nella sede espositiva di via del Commercio 4 ad Ozzano dell'Emilia (BO). In queste 24 ore si concentreranno la personale della pittrice Elisa Zadi "Fisionomie Interiori" e la proiezione del docufilm di Fulvio Grimaldi "Messico. Angeli e demoni nel laboratorio dell'impero"
 Gli organizzatori intendono porre in relazione le differenti arti visive, attraverso un ben preciso e meditato taglio espositivo, che sia di stimolo per una profonda e costruttiva riflessione sull'universo femminino.

"Dipingendo la tela grazie alla complicità della tela stessa, Elisa Zadi non narra, insegue non tanto la verosimiglianza esteriore quanto il volto esatto dello stato d'animo con cui si pone davanti a sé. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo l’epicentro della loro venuta al mondo".  
Marco Palamidessi

"Guerra di classe, proletariato sottopagato, femminicidio, riforme mentite, informazione assoggettata, ribellione repressa. Il giornalista indipendente Fulvio Grimaldi, non smette di testimoniare. Di viaggiare, penetrare le frontiere, vivere con la gente, ricomporre i tasselli di verità". 
Sarah Panatta
Odla









"Ogni punto della tela dice la stessa verità, ma ognuno a modo suo."

Elisa Zadi
 


Elisa Zadi, La conseguenza delle cose, 2013, olio su tessuto, polittico 100x260 cm.


 Fisionomie Interiori. Il temperamento artistico di Elisa Zadi, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l'ardito compito dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, bensì di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità,   che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante, di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. L’innumerevole serie di autoritratti, che nel loro susseguirsi hanno trovato un'infinita gamma di modalità espressive, nel tempo è andata a comporre una sorta di personale enciclopedia dell'autorappresentazione. La tentazione dello sguardo fa sì che Elisa non si ritragga mai a memoria, ma sempre davanti a due specchi, di cui uno metaforicamente è la tela. Espressione di un'analisi acuta, che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, la pittura la rende forte, è l'unica conferma della sua esistenza. Mentre dipinge non indaga il proprio volto come alterità temporanea, ma come universo da sondare, scoprire nella propria Verità. La ripetizione del soggetto nasce da una necessità profondissima: quindi, nessuna ossessione, nessuna celebrazione con cui omaggiarsi. Per mezzo dell’Arte Elisa cerca se stessa, per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi nel mondo, per affermare il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di lei. Per perdersi nel riflesso di una pupilla o ritrovarsi nell'intensità di un'emozione scandita dal ripetersi rituale del vissuto quotidiano. Dipingendo la tela grazie alla complicità della tela stessa, Elisa non narra, insegue non tanto la verosimiglianza esteriore quanto il volto esatto dello stato d'animo con cui si pone davanti a sé. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo l’epicentro della loro venuta al mondo. Elisa si guarda per essere di rimando vista da se stessa, nell’attesa spasmodica dell’emersione, del riaffioramento sulla pelle e nei nervi di un tumulto, di un riverbero di quella luce che si è bagnata negli stagni profondi della coscienza e che si diffonde nel silenzio, nell'eco di un gesto, di una malinconia indefinita, di un'impercettibile accensione, di uno svuotamento improvviso, di un pensiero inaspettato, di tutte quelle vibrazioni e oscillazioni spontanee che fanno del corpo la vera geografia dell'anima.  
Marco Palamidessi


“…queste son situazioni di contrabbando/ meglio star qui seduto/ guardare il cielo davanti a me…”
Fulvio Grimaldi
Le croci rosa, sul confine di Ciudad Juárez, limbo del femminicidio
Le croci rosa, sul confine di Ciudad Juárez, limbo del femminicidio.


 Terra di mezzo. Cortile, discarica. Eterna frontiera di ricatto e di spaccio. Spaccio di vite, di dignità di futuro. Waste land assorbita dall’anonimato come le sue creature abortite. Stuprate, ammazzate, fatte sparire, sfruttate, deturpate, ingabbiate. Annichilite da una parte all’altra del muro.
L’attesa infinita dei migranti che, spossati, divorano il confine con le pupille allagate di miseria, sperando di guadagnare centimetri su una libertà che finirà probabilmente in galera o in una fossa senza lapide. La paga inconsistente e i diritti negati delle operaie nella fabbriche, le infernali maquiladoras, impiantate dalle multinazionali nel Messico delle leggi ambigue. Le stragi mafiose, le mutilazioni esemplari, le migliaia di corpi massacrati ogni anno. Narcotraffico internazionale coperto dagli Usa, principale mercato, tra gang e banche. Un governo fascista che stringe l’intero Paese in feudi dominati da boss locali.
Il Messico come non lo racconta il wiki-consorzio mediatico. Il Messico laboratorio di una neo-colonizzazione globalizzata in cui i Poteri, silenziosamente alleati, filtrano e usurpano ricchezza senza redistribuirla, alimentando il capitalismo finanziario che sorregge/inquina la cosiddetta civiltà in crisi da un lato, lo status quo di assuefazione e semi-dittatura dall’altro. Un Messico di rivoluzioni tradite, che tuttavia tenta quotidiana resistenza.
Messico. Angeli e demoni nel laboratorio dell’Impero (documentario-inchiesta, 90’, 2011). Guerra di classe, proletariato sottopagato, femminicidio, riforme mentite, informazione assoggettata, ribellione repressa. Il giornalista indipendente Fulvio Grimaldi, presente alla prima edizione del Bracciano LagoFilmFest da poco conclusa, non smette di testimoniare. Di viaggiare, penetrare le frontiere, vivere con la gente, ricomporre i tasselli di verità parallele alla vulgata massificata, vive e violente, lontane ma vicinissime alla nostra.
Grimaldi quantifica il “confine”, camera digitale a mano, obiettivo nudo. Ci chiede almeno di osservare quel laboratorio di iniquità e di dolore a due passi dallo Stivale. Quel laboratorio dove uomini e donne lottano, pur nel terrore, pazienti, piegati ma ancora in piedi. Le donne. Guardiamole. In Messico sono prede senza occhi. E i numeri crescono. Migliaia di rapimenti, scomparse, omicidi, ogni anno. Cadaveri abbandonati e irriconoscibili o perduti. Donne reificate, veicoli sessuali, contenitori per la droga, corrieri di piacere e di denaro. Creature usa e getta.
La “faccia triste dell’America”. Non basta guardare il cielo.
Sarah Panatta

 
Trailer del docufilm "Messico. Angeli e demoni nel laboratorio dell'impero".