16/10/13

ELISA ZADI e L'AMORE PER LA TELA di Sara Missorini







Come spesso amiamo fare noi di Esserciweb, anche questa settimana siamo andati alla ricerca di una personalità promettente, scovandola nel mondo dell’arte. Si tratta della giovanissima pittrice Elisa Zadi, un talento dell’arte o per meglio dirla in maniera poetica “astro nascente e già luminosissimo sull’orizzonte dell’arte italiana contemporanea”, come la definisce Marco Palamidessi, il giovane critico d’arte lucchese al quale va l’onore di averla portata sotto i riflettori. Quel che si nota dai suoi dipinti è una ripetizione del soggetto che potrebbe sembrare – in apparenza – ossessione. In realtà, dietro vi si nasconde una necessità profonda che usa l’arte per “cercare se stessa, per capirsi, per conoscersi, per perdersi nel riflesso di uno sguardo o ritrovarsi nell’intensità di un’emozione scandita dal ripetersi rituale del vissuto quotidiano. Per indagarsi nella luce come nell’ombra, nel mistero della sua psiche”, come osserva ancora lo stesso Palamidessi. La Zadi spiazza anche per la sua sconvolgente umiltà e umanità che immediatamente traspare fin dalle prime chiacchiere…


 Non dipingo sulla tela ma con la tela.  Elisa Zadi



Quando ti sei accorta che la pittura sarebbe diventata il tuo mestiere?

Quando non potevo più farne a meno.

Quali sono stati i tuoi maestri?
Ce ne sono stati e ce ne sono tanti, di storicizzati e di contemporanei; è normale per me confrontarmi continuamente con tutto quello che stimola la mia immaginazione, con la bellezza delle cose, che cerco ovunque. Per Maestri non intendo solo pittori e scultori, ma anche poeti, letterati, fotografi, registi, sono loro che accompagnano costantemente la mia ricerca e sono un forte stimolo intellettuale. Non guardo ai Maestri nel senso di cercare in loro una mimesi iconografica, ma più che altro cerco un coinvolgimento emotivo; è la sensazione che certe opere suscitano in me a muovere una reazione creativa. Difficile spiegare come ad esempio le fotografie di K. Blossfeldt sulle piante ispirino l’aria di alcune mie figure femminili, probabilmente è l’intento comune di analizzare sin nei particolari le cose per carpirne l’essenza, è quella statuaria intenzione di congelare ed elevare il soggetto preso come protagonista. Tengo a dire che questi stimoli non sono dati solo dai Maestri ma possono essere anche le semplici cose che avvengono per strada, i dialoghi con le persone, le cose che accadono nella quotidianità, ogni cosa può rivelarsi motivo di riflessione e confronto da portare nelle mie opere.

 Molte delle tue opere ritraggono volti che hanno alla base il tuo. Questa scelta è un cercare te stessa?
Sicuramente c’è una proiezione da parte mia nelle cose che osservo prima di dipingerle. Più che altro ho bisogno di fare questo per capire quello che ho davanti, per interiorizzarle; questo percorso di introiezione ha sicuramente dei lasciti e nel momento in cui restituisco quello che ho osservato come forma pittorica, ci sono delle tracce di me che rimangono. Quando dipingo un volto, se non ho dei riferimenti ben precisi, come una persona da ritrarre o dei modelli che posano, le figure prendono le mie fattezze, la mia fisionomia, semplicemente perché il mio è il volto che più di ogni altro vedo e conosco e alla fine, le mie sembianze vengono prese dal soggetto del quadro che vado dipingendo. Periodicamente invece, ho bisogno di mettermi allo specchio, cercando la mia somiglianza che non è mai soltanto quella esteriore: ho bisogno di vedere cosa ho dentro per cercare di tirar fuori quello stato emotivo attraverso la pratica pittorica. Questo procedimento diventa per me un vero e proprio rituale che pratico sin dall’inizio del mio percorso; è così che ho cominciato, partendo semplicemente da quello che avevo, me stessa. Ogni mio autoritratto è rivolto a portare alla luce lo stato d'animo di un preciso momento. La fisicità corporea è solo il contenitore del contenuto. Io cerco di vedere dentro la forma e attraverso la forma lasciarmi suggerire delle pulsioni che da fuori mi portano all’interno del sensibile, nel viaggio che vado facendo chiamato Pittura. Non si può prescindere dalla fisicità delle cose! Così come non si può escludere il mistero e l'invisibile che c'è dentro ogni forma, del limite dell’inafferrabilità e della mutevolezza, motivo di ricerca del mestiere-pittura, per questo continuo e instancabile, come i miei ritratti-autoritratti.

Quanto del nostro stato d’animo può essere ritratto in un dipinto?
Può essere rappresentato tanto e allo stesso tempo mai abbastanza; ad esempio in un ritratto dal vero dipende da quanto il pittore e il modello sono disposti a lasciare che l’uno entri dentro l’altro, nell’intimità del sentire intendo. Attraverso la faccia noi vediamo tutto quello che c'è da vedere di una persona - la patognomica insegna molto a riguardo - tuttavia non sempre è facile essere il tramite di questo sentire. Un'opera diventa tale quando chi la esegue ha la capacità di annientarsi in quello che sente e, in questo caso, il ritrattato deve fare lo stesso. In qualche modo dobbiamo essere in due a volere la stessa cosa, come quando si fa l’amore. Quando è così la cosa può funzionare, e ci si può avvicinare molto a tradurre il sentire di quel momento attraverso le forme per creare un ritratto.

Che cosa puoi dirci di Ascendenze, la mostra che esporrai fino al 15 ottobre presso la Galleria Nespolo – Studio D’Arte 102 di Alessandria?
Come ogni mostra personale, questa esposizione porta con sé l’importanza di focalizzare un preciso periodo del mio lavoro. La mostra vuole riflettere sulla situazione dell’attesa, vista come momento metafisico di un Qualcosa che sta per succedere. Questo Qualcosa è la riflessione, la proiezione, il divenire della crescita nella creazione artistica. Per questo ringrazio la famiglia Nespolo che mi ha dato l’opportunità di questa riflessione, oltre che l’onore di allestire alcune mie recenti opere nella sala accanto alla permanente di Ugo Nespolo.

La Toscana è la tua terra. Una terra incantevole. Ti ha mai ispirato in qualche modo nei tuoi lavori o ti è mai stata di aiuto? O piuttosto di ostacolo?
La natura mi ispira continuamente, ne raccolgo e ne registro le sensazioni che poi traduco nelle mie opere anche se poi non eseguo direttamente una pittura di paesaggio ma riporto queste emozioni in altre forme. A volte ho fatto anche delle esperienze dirette sul paesaggio, dove mi sono recata con la mia auto-atelier in varie zone dell'aretino, del senese e soprattutto del Mugello per eseguire studi dal vero. Trovo che i colori del paesaggio circostante, in cui sono nata e dove vivo, condizionino fortemente i colori che uso per dipingere e penso che questo sia normale, una sorta di patrimonio genetico, le mie radici. In modo particolare la mia gamma cromatica è da sempre ricca di variazioni sulle terre. La stessa terra che spesso raccolgo nelle zone che visito e poi tratto per trasformarla in pigmento per i miei colori. Mi sento fortemente legata alla terra, stabile, forte, madre e donna ed è infatti con essa che plasmo le figure femminili dei miei quadri.

Quali progetti all'orizzonte?
Attualmente sto lavorando alla prossima mostra “INTROSPEZIONI: percorsi nella pittura” che inaugurerà l’8 novembre prossimo nella Sala del Basolato in piazza Mino a Fiesole. In questa occasione proporrò un numero considerevole di opere di recente produzione; le figure femminili e gli oggetti quotidiani si alterneranno sospesi in uno spazio-assenza dai riverberi metafisici. Nell’occasione della mostra fiesolana verrà presentato un mio catalogo monografico e, sempre a novembre, sarò presente, fra gli emergenti, nel Catalogo dell'Arte Moderna (CAM) n°49 edito dalla Mondadori.


Le foto di Elisa Zadi sono state scattate da Marco Palamidessi.

07/10/13


           
A R T E   a   C A S T E L L O
la Grande Ricchezza
Giulia Magagnini - il Sogno_WEB2[5]













Giunta alla sua settima edizione, la rassegna Arte a Castello si sposta dalle Marche in Emilia Romagna, ospite della Delizia Estense del Verginese, antica dimora della famiglia d'Este e Patrimonio dell'UNESCO.
Al suo interno una selezione di fotografia, pittura e scultura selezionate dal Premio Nazionale di Arte Contemporanea 'Basilio Cascella', giunto alla LVIII edizione. Alla selezione si aggiungono diversi altri artisti facenti parte delle scorse edizioni della rassegna 'Arte a Castello' e altri invitati appositamente.
L'evento partecipa alla 9^ Giornata del Contemporaneo indetta dall'AMACI, ed è concomitante con il Festival di Internazionale che ogni anno si tiene nella città di Ferrara.
Tema di questa edizione, e degli ultimi 3 anni del Premio Cascella, è l'economia e il ruolo che l'arte può avere in essa, sia concretamente che ideologicamente. Il finissage di domenica 27 ottobre, presso la Vinaia della Delizia Estense, si terrà l'incontro/conferenza 'Arte / Cultura / Economia' in cui si discuterà di questi argomenti. Interverranno diverse realtà in ambito culturale, artistico ed economico che dibatteranno su tale argomento.


- - - - -
L'artista è sottoposto ad un tema ampio, difficile, delicato. Ma chi più idoneo dell'artista a svilupparne i moti, e i modi, in cui la lira e l'ira hanno toccato e continuano a toccare, modificandone, il sistema e l'economia?
Quando la lira era in corso era in corso anche l'ira. Come se fossero, o forse lo sono, due facce della stessa medaglia, come se il denaro avesse, nella sua circolarità, un lato oscuro, e iracondo.
L'Europa ha optato per una moneta unica che circolasse oltre le frontiere nazionali e fosse sempre la stessa, ad unire ogni Stato, una cosa in comune, libera di oltrepassare le frontiere e mai cambiarsi: l'ira, insita nell'animo umano così come nella vecchia lira italiana, ha continuato con l'Euro a suonare la sua musica e sempre più forte.
Cosa può fare un artista per scollare, scindere le due parti?
Ascolta. Vede. Tocca. Annusa. Assapora. E con il sesto suo senso immagina un altro modo. Un altro mondo possibile. E lo rende possibile. Lo comincia. Senza posa. Senza riposo. L'artista non è Dio. Ma, in questo paradiso che è il mondo, ed è fatto a scale, chi le scende e chi le sale, scale musicali e scale di Escher, c'è una moneta fuori corso che ancora rimbomba forte i suoi colpi, come chi è sepolto vivo, ad ogni battito dice che l'Euro è un impostore, che le frontiere esistono eccome, e che le banconote non sono un collante e mai potranno unire, semmai dividere. E prende piede l'ira così. La consapevolezza di essere incollati a delle banconote. Se da un lato c'è il potere, con tutte le sue conseguenze per raggiungerlo, e l'impotenza e l'ira, la rabbia, dall'altro lato c'è un ritratto ed è il ritratto di ognuno, come se si venisse qui, in questo paradiso di scale, ad avere e ad avere moneta sonante, a spenderla, mentre è la vita che si spende e se ne va, infine: e vita non è, rimane una musica, oltre i confini e oltre gli stati, e circola, come una banconota soffiata dal vento, leggera, e libera davvero”.
Terry May
- - - - -
Vernissage: 5 ottobre 2013Finissage: 27 ottobre 2013
Spazio Espositivo: Delizia Estense del Verginese, via verginese, 56 – 44015 – Portomaggiore (FE)+39 335 236673 verginese@atlantide.net - www.atlantide.net
Genere: collettiva di fotografia e pittura.
Orari: sabato e domenica dalle 10.00 alle12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.Orario del vernissage: ore 17.30Orario del finissage: ore 17.00
Ingresso gratuito.
Patrocini: Cooperativa Atlantide, UNESCO, Comune di Portomaggiore, Collettivo TM15, il Faro Verde, Premio Nazionale di Arte Contemporanea 'B.Cascella', Premio Nazionale di Arte Contemporanea 'P. Occhi', Terry May Home Gallery, Galleria del Carbone, progetto polis_artika, Premio Centro, Mu.Di.Rc, Modus Vivendi, Collettivo VV, Modus Vivendi, Premio Centro, Albaretto Arte, Premio Castelbellino Arte.

Curatori: Alessandro Passerini, Massimo Volponi.

Artisti: Andrea Amaducci, Matteo Arfanotti, Matteo Basilé, Alessandro Brunelli, Fabiana Belmonte, Paolo Berti, Mauro Campora, Alessandra Carloni, Federica Costa, Antonio De Blasi, Giorgio Distefano, Mirko Dadich, Delfina De Pietro, Alessandro Falco, Tea Falco, Pino Ferrucci, Lorenzo Fontanesi, Pasquale Grilli, Vladimiro Lilla, Giulia Magagnini, Vittorio Manciagli, Marco Manzoni, Mario Mariano, Terry May, Lamberto Melina, Marella Montemurro, Luigi Mosca, Alessandro Passerini, Emilio Patrizio, Marco Pellizzola, Giulia Pesarin, Laura Ragazzi, Marianna Santoni, Simone Sapienza, Monica Seksich, Gabriella Siciliano, Symbolon, Giulio Tassinari, Stefano Tommasi, Gianni Triggiani, Giovanni Oscar Urso, Michele Valieri, Massimo Volponi, Paolo Volta, Collettivo VV, Mr Wany, Fabio Weik, Luca Zarattini, Elisa Zadi.



----------------------------------------------------------------------------------------------
www.premiocascella.it
www.saatchionline.com/PremioCascella
www.premiobasiliocascella.wordpress.com
----------------------------------------------------------------------------------------------
           

http://www.estense.com/?p=337583&fb_action_ids=10201147016454478&fb_action_types=og.likes&fb_ref=.UmvZ9V1Qhwg.like&fb_source=other_multiline&action_object_map={%2210201147016454478%22%3A237314126424618}&action_type_map={%2210201147016454478%22%3A%22og.likes%22}&action_ref_map={%2210201147016454478%22%3A%22.UmvZ9V1Qhwg.like%22}











06/09/13

"ASCENDENZE: il gioco delle attese"



 

Mostra Personale di Elisa Zadi presso la Galleria Nespolo 
Studio d’Arte 102, via Verona 102, Alessandria (AL)



Sabato 14 settembre 2013 alle ore 17 la Galleria Nespolo Studio d’Arte 102 di Alessandria, presenta la mostra “ Ascendenze: il gioco delle attese” della pittrice fiorentina Elisa Zadi. La mostra, curata da Stefano Giraldi e Carla Nespolo, vuole riflettere sulla situazione dell’attesa, vista come momento metafisico di un Qualcosa che sta per succedere. Questo Qualcosa è la riflessione, la proiezione, il divenire della crescita nella creazione artistica. Elisa Zadi ci presenta così una serie inedita di opere che mostrano un percorso interiore che da tempo l’artista sta affrontando, manifestandolo attraverso figure femminili e oggetti disposti in uno spazio-assenza, giocando di contrappunto con i suoi vividi soggetti. La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre 2013 rispettando i seguenti orari: da martedì a domenica dalle 17 alle 19. Info. +39 3666 846480



Elisa Zadi in una foto di Marco Palamidessi

Per mezzo di quel fare filosofando, di quell'imparare facendo che chiamiamo Pittura, Elisa Zadi, astro nascente e già luminosissimo sull'orizzonte dell'arte italiana contemporanea, cerca attraverso l'autoritratto una verità in se stessa. Dipingendo la tela grazie alla complicità della tela stessa, Elisa non narra, insegue non tanto la verosimiglianza esteriore quanto l'esatta fisionomia di uno stato d'animo, la verità di ciò che è riflesso nelle linee del suo volto. Guardarsi e dipingersi, per esserci: il suo non è narcisismo, né autocelebrazione, ma affermazione del proprio io; lei parte da se stessa, perché è la prima e forse unica cosa che possiede fino in fondo. La ripetizione del soggetto non è ossessione, ma nasce da una necessità profonda: per mezzo dell'arte lei cerca se stessa, per capirsi, per conoscersi, per perdersi nel riflesso di uno sguardo o ritrovarsi nell'intensità di un'emozione scandita dal ripetersi rituale del vissuto quotidiano. Per indagarsi nella luce come nell'ombra, nel mistero della sua psiche. E, alla fine di ogni cosa, per essere.

Marco Palamidessi


 IL GIOCO DELLE ATTESE DI ELISA 
 di Alberto Ballerino


Alessandria | 16/09/2013 — Dopo aver esordito con Ugo Nespolo, lo Studio d’arte 102 ha deciso di dare spazio a giovani artisti emergenti, offrendo alla città l’opportunità di confronti molto interessanti. È il caso della mostra inaugurata sabato, dedicata a Elisa Zadi, che ha appena vinto il Premio nazionale di pittura ‘Paola Occhi’. Aretina di nascita, ma fiorentina d’adozione, questa giovane artista, ha intrapreso e seguito un suo personale percorso prima ancora di diplomarsi all’Accademia di Firenze nel 2007. La personale nella nostra città conferma una cifra stilistica imperniata su una sorta di ‘figurativo rivelativo’ che con originalità sa coniugare introspezione e osservazione della realtà. ‘Ascendenze: il gioco delle attese’ è il titolo dell’esposizione che, curata da Stefano Giraldi, propone una riflessione sulla situazione dell’aspettare, visto come momento metafisico di un qualcosa che sta per succedere. È un riferimento alla personalità stessa dell’autrice, la proiezione verso il domani, il divenire della crescita nella creazione artistica. Elisa Zadi ha presentato, infatti, una serie inedita di opere che mostrano un percorso interiore che da tempo sta affrontando, manifestandolo sia attraverso figure femminili in cui si identifica nella molteplicità delle sue esperienze sia con oggetti legati alla sua quotidianità. Tutto ciò è particolarmente evidente nel più suggestivo di questi dipinti ad olio, ‘Psiche’, quasi un manifesto della poetica di Elisa. In alcuni lavori, la donna è raffigurata insieme a animali che in realtà sono un richiamo e una rivelazione simbolica dell’interiorità. Ama anche giocare con figure geometriche impossibili che danno l’illusione della tridimensionalità. Il suo è un figurativo attento al contemporaneo che richiama la passione per autori come Lucien Freud, Max Beckmann o Antonio Lòpez Garcia, filtrata però attraverso un proprio originale percorso. Importante anche l’amore per la poesia. Non a caso, alcuni dipinti sono dedicati ad Alda Merini, rappresentata attraverso gli oggetti a cui era più legata, utilizzando anche materiali particolari e riflettenti in riferimento alla scrittura sugli specchi.

Ascendenze: il gioco delle attese
Studio d’arte 102, via Verona 102 fino al 15 ottobre da martedì a domenica dalle 17 alle 19


 http://www.ilpiccolo.net/articolo.php?ARTUUID=05029ED9-AED1-4D4F-A37C-DD8807D64442&MUUID=4D56990C-F283-42A0-B019-0991426EC28E

Ascendenze: il gioco delle attese. L'arte di Elisa Zadi in mostra ad Alessandria 

 La Galleria Nespolo Studio d’Arte 102 ospiterà una serie inedita di opere che palesano il percorso interiore dell'artista aretina

Arezzo è ricca di talenti artistici che si stanno facendo conoscere con esiti importanti fuori dal territorio. Uno dei casi più interessanti è quello della pittrice Elisa Zadi.
Nata ad Arezzo nel 1978, oggi Elisa vive a Firenze, città dove ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti e dove ha aperto il suo studio.
Sabato 14 settembre 2013, alle ore 17, la Galleria Nespolo Studio d’Arte 102 di Alessandria presenterà la sua nuova mostra personale dal titolo Ascendenze: il gioco delle attese.
L’esposizione, curata da Stefano Giraldi e Carla Nespolo, vuole riflettere sulla situazione dell’attesa, vista come momento metafisico di un “qualcosa” che sta per succedere.
Una serie inedita di opere – quella che la Zadi porta in Piemonte – che mostrano un percorso interiore che da tempo l’artista toscana sta affrontando, manifestandolo attraverso autoritratti, figure femminili e oggetti disposti in uno spazio-assenza. L’autrice lavora di contrappunto con i suoi soggetti, pervadendoli di quell’affascinante gioco di luci e ombre che rappresenta ormai il suo linguaggio pienamente distintivo.
La mostra resterà aperta fino al prossimo 15 ottobre, dal martedì alla domenica, con orario 17-19.

Marco Botti

http://www.arezzocultura.com/index.php?option=com_content&view=article&id=776%3Aascendenze-il-gioco-delle-attese-larte-di-elisa-zadi-in-mostra-ad-alessandria-&catid=44%3Ainiziative-arte&Itemid=187


http://www.artribune.com/dettaglio/?type=event&id=26839#.UjhHQQIzF4c.facebook

http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2013/09/elisa-zadi-ascendenze-il-gioco-delle.html

http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=134479

http://www.lobodilattice.com/blog/elisa-zadi-ascendenze-il-gioco-delle-attese 

http://www.toscanarte.it/?view=notizie&Cat=art-news&See=254-elisa-zadi-presenta-ascendenze-il-gioco-delle-attese
 
http://www.monnalisamagazine.it/?page_id=136


 http://www.lavocedilucca.it/post.asp?id=29870

http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=15553:arte-elisa-zadi-presenta-ascendenze-il-gioco-delle-attese&catid=24:eventi&Itemid=53

http://alessandria.virgilio.it/eventi/ascendenze-il-gioco-delle-attese_57279933_6

http://notizielocali.notiziaultima.com/piemonte/il-gioco-delle-attese-di-elisa-zadi/2013/09/14 

http://italia.guide4world.com/lazio/rieti/nespolo.html 

 http://liberacronacachenonce.wordpress.com/2013/09/07/libera-cronaca-da-italia-bene-comune-di-pochi-1096-del-78-e-9-settembre-2013/ 

 http://www.toscanacultura.it/documents/articoli/latoscana/La_Toscana_07.pdf

 http://it.blogbabel.com/tag/nespolo/

 http://www.liquida.it/filosofando/

 http://mojim.com/jpk106556xNews.htm

http://www.culturacommestibile.com/rubriche/articolo/Cultura+Commestibile+n+45

04/09/13

"Parliamo tanto di...lui" a cura di Carlo Palli

Firenze 11-19 Settembre 2013
Studio Rosai
via Toscanella,18

20 Settembre 2013, ore 18:00
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Piazza Cavalleggeri,1

 da un'idea di Paolo della Bella e Aldo Frangioni


Mercoledì 11 settembre p.v. presenteremo le 132 tavolette “Zavattini”in quella che fu la casa-studio di Ottone Rosai a Firenze in via Toscanella 18 primo piano, oggi diventata galleria d’arte sotto il nome di “Studio Rosai”.

La manifestazione che avrà inizio alle ore 18,00, proseguirà alle ore 20,00 con una cena presso “Toscanella Osteria” situata al piano terra dello studio. La mostra resterà aperta fino al 18 settembre compreso. Il giorno 20 alle ore 18,00 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, p.zza Cavalleggeri 1, avverrà la cerimonia di consegna delle opere che resteranno in donazione alla Biblioteca ed entreranno a far parte del suo prestigioso “Fondo d'artista”, contenente opere di tutti i maggiori artisti del Novecento.

Poiché verranno esposte anche le tavolette del primo evento (“Dove sta Za”. 110 artisti per i 110 anni di Cesare Zavattini), non siamo in grado di sapere, neanche approssimativamente, in quanti resteremo a cena. Il ristorante ha inviato due menù: uno previsto al tavolo se saremo in pochi e uno a buffet se saremo molti. Il prezzo della cena è stato pattuito, in tutti e due i casi, in euro 20,00. È quindi tassativa la prenotazione da effettuarsi presso il mio indirizzo di posta elettronica (pallicollection@gmail.com) entro il 5 settembre p.v., al fine di mettere il ristorante in condizione di organizzarsi per servirci al meglio. Alleghiamo alla presente i due menù previsti.
  
Il Curatore Carlo Palli



Elisa Zadi, "L'occhio di ZA'"



03/08/13

Sulla pittura di Elisa Zadi

" Capita, leggendo le opere pittoriche di Elisa Zadi, 
di arrivare al silenzio e aspettare che l'eclisse parziale della luna diventi totale"


 Prossimamente in mostra alla Galleria Nespolo Studio d’Arte 102 di Alessandria.

Ci sono pittori che ammiriamo ma che sentiamo distaccati da noi perché, ad una prima visione superficiale, non sono immediatamente leggibili. Ma siamo poi, dopo una lettura più approfondita delle loro opere, costretti a riconoscere il loro valore, se riusciamo ad andare oltre le apparenze. In ELISA ZADI, fra i contemporanei riusciamo ad avvertire che, sotto quella definizione esemplarmente “formale” c’è una irrequietezza senza scampo e senza un esito chiuso in sé (che è pregio vero di un’Artista nel quale è destinato a porre domande, a proporre, a bruciare le nostre credenze, non di rado conformistiche e inerti). Sono questi gli Artisti che per me contano, pittori che inquietano, come mi inquieta Masaccio, apprezzo Tiziano ma mi inquieta Pontormo. Non si tratta, è ovvio, di categorie critiche; ma a che servono se non a fruitori gelidi? La pittura di Elisa Zadi si può riassumere in intelligenza, passione, ardore. Potrebbe perfino apparire non coerente con se stessa, se non si avvertisse che la pittrice è sempre attiva con la sua profonda attitudine critica e creativa insieme: il dialogo è strettissimo, i confini intricati, un surrealismo tutto dentro la pittura in un incontro in atteso di linee e colori in una geometria irrimediabile, dove le immagini del contemporaneo filtrate, (come ho parlato prima), dalla sua intelligenza danno una dimensione inaspettata delle cose scoprendo eventualità che non sapevamo che esistessero; quindi composizione, colore, rapporto colore-spazio e cosi via, è in dubbio che in lei tutto va studiato e approfondito, ma poi …
                                                                                                                      Stefano Giraldi



Elisa Zadi “ASCENDENZE: il gioco delle attese

STUDIO D’ARTE 102 via Verona 102 Alessandria
Info: Tel. 345 562392

10/07/13

Metà-Morfozi

Metà-Morfozi, 2013
olio su tessuto di lino, cm 120x100.


Metà-Morfozi é la ricerca di una nuova identità che non può prescindere dalla forma e dalla materia.
Infatti si direbbe che soltanto la forma sia garante dell’identità di ciò che esiste: delle creature come delle cose. Questa figura é strutturata, palpitante, eppure chiusa e segreta, come uno scrigno che custodisce, gelosamente, la verità del senso che potrebbe assumere la sua vita. Questo è il suo tesoro inalienabile! La sua identità è questa perla ”oscura” che cresce lentamente, anche a sua insaputa, rivelandosi-in questo caso- attraverso una "metamorfosi". Cerco quest’obiettivo attraverso un impianto scultoreo, risolto con tratti decisi. Mentre sempre il colore è affidato a poche, gestuali, note timbriche contrastanti che, come in questa opera modellano con vigore un corpo reso nobile dal silenzio che l’avvolge e la protegge.
La scelta di adoperare un tessuto grezzo fa parte di un percorso di ricerca sulla materia che sto affrontando. La naturalità di base del tessuto é quasi sempre rispettata e restituita all'osservatore che può vedere la sovrapposizione di materiale, di gesti che vanno alchemicamente a costruire l'opera. Come in una scrittura ogni segno rimane separato e affiancato al successivo: in questo modo ogni passaggio é leggibile, chiaro. Anche i colori adoperati sono pigmenti, a volte terre raccolte nella zona e stese semplicemente sul tessuto preparato, altre volte mesticati con olio per scegliere la giusta densità ed elasticità del colore. Questa attenzione mi consente di "mettere" sul lavoro quello che necessita, l'essenziale.


Half-Morfozi is the search for a new identity that can not be separated from the form and matter.
In fact, it seems that only the form is vouches for the identity of all that exists: the creatures as of things. This figure is structured, throbbing, yet closed and secret, like a casket containing, jealously, the truth of the way he could take his life. This is his inalienable treasure! His identity is this pearl "dark" that grows slowly, even without his knowledge, revealing-in this case-through a "metamorphosis". Seeking this objective through a sculptural installation, solved with bold strokes. While the color is always entrusted to a few gestures, contrasting tonal notes that, as in this work force model with a body made ​​noble by the silence that surrounds and protects it.
The choice to use a raw fabric is part of a research on the matter I am facing. The naturalness of the fabric base is almost always respected and returned to the observer who can see the overlap of material, deeds that go to build the alchemical work. As a writing each sign is separated and joined to the next: in this way each step is legible, clear. Even the colors used are pigments, sometimes lands gathered in the area and lay down on the fabric simply prepared, other times before priming with oil to choose the right density and elasticity of the color. This focus allows me to "put" on the job what they need, what is essential.



Nero

È dalle tenebre che molte mitologie fanno nascere il cosmo, precisando subito che, 
dal punto di vista psicologico, le narrazioni cosmogoniche descrivono in forma allegorica
 l’emergere del conscio dal buio dell’inconscio.
Essendo quindi che la luce diviene la prima creazione, 

il nero rappresenta lo stato psichico anteriore al formarsi del conscio, 
uno stato oceanico che contiene in sé tutte le istanze personali, 
ma in cui tutto è indifferenziato e confuso dove la psiche, a questo livello, 
è una totalità pre conscia. Tuttavia questa condizione fa parte di un nero fenomenico, 
di cui noi facciamo quotidiana esperienza, ma esiste un nero primordiale, 
onnicomprensivo che è archetipo del principio, espressione della dimensione totipotente 
delle origini, che contiene cioè in potenza tutto quanto verrà alla luce e acquisterà esistenza.
 Si tratta dunque di un universo ricco di potenzialità e di energie, 
 dove il nero si fa simbolo delle forze occulte e smisurate che esso contiene.
Intimamente associato con le tenebre dell’ignoto, dell’inconscio e del mistero, 

il nero diventa colore che contraddistingue il segreto, l’occulto, 
il non noto nella sua accezione più ampia. Quindi, tornando al principio in cui la mitologia 
fa nascere dal nero primordiale la luce, e la psicologia dall’inconscio primordiale la coscienza,
 il nero primordiale è la madre della luce e l’inconscio quella della coscienza.
A questo concetto di oscurità da cui ha origine la luce, si deve attribuire la simbologia 

delle divinità femminili nere, comunemente conosciute come “grande madre” o “madonne nere”.
Il nero ha un carattere femminile perché è il femminile che genera, incuba, partorisce e custodisce, e del femminile possiede entrambi i caratteri: quello elementare e quello trasformatore. Il carattere elementare tende a contenere, ad avvolgere e circondare tutto ciò che da esso sorge; il carattere trasformatore spinge invece alla luce, induce alla crescita, promuove lo sviluppo e stimola la trasformazione. Da qui la visione della grande madre distruttrice e
divoratrice e la grande madre buona e dispensatrice, che sono i due lati della natura femminile. Però quando il femminile si manifesta in forme estreme, il suo carattere contenitore prende le forme della terribile madre divorante che imprigiona e limita l’evoluzione, e il suo carattere trasformatore assume l’aspetto della terribile madre ostile che mette minacciosamente

alla prova. Il femminile, dunque, impronta con i suoi due aspetti fondamentali sia l’immagine della madre buona che cattiva, ma delle due, ovviamente, è la cattiva ad assumere colorazione nera. Ma questo è tipico di una simbologia tradizionale,
che non valuta l’elemento distruttivo come elemento costruttivo. Restando il concetto di oscurità da cui sorge la luce, il nero resta madre della luce che sacrifica se stessa per far nascere il figlio, che, ricondotto ad un termine psicologico, rappresenta una lotta interiore per sconfiggere il lato oscuro presente in ogni uno, al fine di far emergere la parte migliore.



Tuttavia, il carattere terribile della grande madre raffigurata di nero,
 pone in risalto l’aspetto di potenza di questo colore. La forza del nero, come si è visto, 
sta appunto nel contenere in se tutto quanto vi è in potenza. Dal nero ha origine la luce che, 
vista come manifestazione del bianco, altro non è che la riflessione di tutti i colori, 
colori che appunto, erano assorbiti e quindi in potenza nel nero; il nero quindi, 
 la dove il suo effetto sia di origine, di trasformazione e di esaltazione, 
diviene colore del risalto che, mettendosi al servizio degli altri colori, 
senza sopprimerli con la propria forza, ne esalta le qualità.