25/02/17

VADEMECUM





ELISA ZADI
"VADEMECUM - pittura come ricerca del sé"
a cura di Laura Monaldi e Marco Palamidessi

La sede espositiva de "Il Borghetto" di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la mostra personale di Elisa Zadi "Vademecum - pittura come ricerca del sé". Località di pregievole qualità storica, naturalistica e paesaggistica oltre che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e prevederà ana presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi.

In questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del suo lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa occasione di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente inediti.  
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la “pittura come ricerca del sé”, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze. La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all'infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche” – scrive Laura Monaldi – “Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell'anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano
una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visibile  dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.
Si ringrazia il Comune di Montemurlo, Cinzio Cavallarin e l'Associazione Culturale Multimedia91.




Elisa Zadi esordisce nel 2005 con una serie di autoritratti che si riveleranno indagine introspettiva a lei necessaria e che permarrà come uno dei temi centrali della sua ricerca. Dal 2008 il suo interesse si concentra sulla figura umana, soprattutto femminile, indagata con una cruda e introspettiva frontalità: questo origina dei lavori pittorici che si esprimono in polittici; i soggetti si compongono in una narrazione ritmata e concettuale, che si intensifica nel 2013/14 con delle serie pittorico-installative di grande formato, che ricostruiscono attraverso la frammentarietà della tela uno spaccato di esistenzialità quotidiana. Dal 2015 la figura umana diventa simulacro della sua essenza attraverso opere-vestiti che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini abbracciando varie discipline dando vita a installazioni interattive e performative.
 
Elisa Zadi è nata ad Arezzo. Nel 1996 si diploma come Maestro d’Arte e nel 1998 ottiene con il massimo dei voti la Maturità d’Arte Applica in Moda e Costume Teatrale presso l’Istituto Statale d’Arte Piero della Francesca di Arezzo. Nel 2007 si diploma con lode in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze; dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come “Assistente Tecnico di Laboratorio”. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle Discipline Pittoriche tenendo attualmente la cattedra presso il Liceo Artistico Porta Romana di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master di II° livello in “Architettura e Arti Sacre” presso l’Università Europea di Roma. Attualmente vive e lavora a Firenze.


http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=166354

http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2017/03/vademecum-pittura-come-ricerca-del-se.html

http://www.comune.montemurlo.po.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_1553_12_1.html

http://www.comune.montemurlo.po.it/archivio6_eventi-in-agenda_0_247_12_1.html

http://www.reportpistoia.com/prato-provincia/item/45788-vademecum-elisa-zadi-espone-al-borghetto.html

http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=238620 

http://www.centopercentoeventi.com/articolo-9767-montemurlo-mostra-vademecum-prato 

http://www.linealibera.info/montemurlo-vademecum-pittura-come-ricerca-del-se/ 

https://allevents.in/provincia%20di%20prato/vademecum-pittura-come-ricerca-del-s%C3%A9/1742942286020119# 

http://www.chioscoeventi.com/montemurlo/vademecum-pittura-come-ricerca-del-se/259683 

https://www.toscanarte.it/?view=notizie&Cat=inaugurazioni&See=1943-vademecum-pittura-come-ricerca-del-se 

https://liberacronaca2.wordpress.com/2017/03/02/nuovo-blog-liberacronaca2-da-italia-bene-comune-di-pochi-n-2079-del-2-e-3-marzo-2017/




27 febbraio 2017 di Andrea Balli

Al “Borghetto” la mostra di Elisa Zadi curata da Laura Monaldi e Marco Palamidessi


MONTEMURLO. La sede espositiva de “Il Borghetto” di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la nuova mostra personale di Elisa Zadi Vademecum, pittura come ricerca del sé.
Località di pregevole qualità storica, naturale e paesaggistica oltre che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e prevederà una presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi.
In questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del suo lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa occasione di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente inediti.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.

Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la pittura come ricerca del sé, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze.
La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi all’infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.



Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda e introspettiva frontalità.
Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche – scrive Laura Monaldi – Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell’anima, in cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visitabile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura mostra sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.


 Martedì, 28 febbraio 2017

"Vademecum", Elisa Zadi espone al Borghetto


 MONTEMURLO - Nuovo appuntamento con l'arte al Centro espositivo “Il Borghetto”.
Sabato 4 marzo alle ore 17 s'inaugura “Vademecum, la pittura come ricerca del sé”, la mostra di Elisa Zadi, curata da Cinzio Cavallarin, con la presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi e il patrocinio dell'assessorato alla cultura del Comune di Montemurlo.
L' esposizione, che rimarrà aperta fino al 12 marzo, è una sintesi antologica del lavoro pluriennale di Elisa Zadi, con opere scelte appositamente dall'artista, tra lavori già noti e alcuni inediti. La pittura per Elisa Zadi è “ricerca del sé”, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze: è l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche. La Zadi, 35 anni originaria di Arezzo ma fiorentina d'adozione dove insegna al liceo artistico di Porta Romana, cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo.
Il suo temperamento artistico si pone da sempre lo scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, che ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni conoscitive. Il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie interiori. Il suo è un dipingersi per toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’ auto-rappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005, verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e concettuale.

http://www.reportpistoia.com/prato-provincia/item/45788-vademecum-elisa-zadi-espone-al-borghetto.html






15/01/17

STàMNOS Torre degli Asinelli


In occasione di Arte Fiera Bologna 2017, l’evento dell’arte contemporanea più atteso d’Italia, nel contesto dell’appuntamento con OPEN FOR ART Temporary Gallery, presentiamo un duplice imperdibile appuntamento: dal 21 al 31 gennaio Vittorio Spampinato curerà la mostra IN THE TOWER di Maddalena Barletta, Myriam Cappelletti e Simona Ragazzi; il 28 gennaio Marco Palamidessi presenterà  STàMNOS la performance interattiva di Elisa Zadi.


Durante la Art City White Night di sabato 28 gennaio, alle ore 20:00 Elisa Zadi presenterà al pubblico della notte bianca bolognese la sua ultima opera performativa dal significativo titolo STàMNOS, in cui echi arcaici e simbologie cosmiche condurranno i partecipanti a interagire in un misteriosa atmosfera piena di fascino, per di più in uno dei luoghi più straordinari d'Italia: la Torre degli Asinelli.



Con STàMNOS Elisa Zadi propone un'installazione performativa che intende coinvolgere il pubblico per renderlo partecipe di una serie di azioni simboliche e iniziatiche, che inducono a meditare sui valori legati alle forme, alla numerologia, ai colori e agli elementi. L'opera si ispira alla struttura quadrata del basamento della Torre degli Asinelli di Bologna, forma geometrica che sin dai tempi antichi è assunta come simbolo della vita terrestre, che con i suoi quattro lati e altrettanti angoli si riconduce agli elementi naturali. Partendo da questo presupposto Elisa Zadi ha pensato di disegnare un cerchio in cui inscrivere idealmente la base della torre, così da fare incontrare la materialità del quadrato con la spiritualità del cerchio, in modo da renderle compiute l’una nell’altra secondo tradizione.  Per fare questo l'artista si concentra sugli angoli dell’edificio, dove in prossimità di ognuno di essi viene collocato un vaso appositamente realizzato al tornio. Di ispirazione arcaica, per la forma scelta il contenitore è denominato STàMNOS, vaso capiente ma con un coperchio che ne cela l’interno. Ogni STàMNOS è dedicato a un elemento naturale ben preciso, contraddistinto per forgia, colore e contenuto, e ne perpetuerà il significato a cui i partecipanti sono chiamati a riflettere. All'inizio della performance vengono progressivamente accese quattro grandi candele, messe agli angoli della Torre degli Asinelli.  Dopo questa operazione, posti i vasi uno per volta, partendo dal primo simboleggiante il fuoco l'artista inizia a disegnare sul suolo il cerchio suddetto, lasciando cadere una polvere combustibile bianca. Terminato il cerchio si iniziano ad aprire i vasi: dentro ognuno di essi è legato un lungo nastro, a cui sono applicati dei cartigli, che viene srotolato e affidato agli spettatori. Ogni vaso-elemento, e il nastro in esso contenuto, ha quindi una diversa fisionomia, un colore specifico e messaggi dedicati. Distribuiti i vari nastri, mantenuti dai partecipanti attorno alla torre, il cerchio di polvere bianca viene finalmente acceso per creare un disegno che illumina la notte. Mentre esso si consuma in un sempre più flebile fuoco, i nastri vengono tagliati in più parti e ogni spettatore potrà così farsi custode di un cartiglio e interpretare il suo prezioso messaggio.

 
 Scrive Marco Palamidessi, curatore della performance: “Continua con rinnovato entusiasmo la ricerca contemporanea di Elisa Zadi sulla simbologia e sui riflessi di questa sulla vita e sulla cultura umana, ora più che mai al centro dell'interesse dell'artista. Recuperando la propria essenza segreta, manifestandosi e compiendosi in una situazione aperta all'infinito, in STàMNOS  Zadi si fa protagonista assoluta dell'azione poetica, del processo performativo, mediante il quale forme arcaiche, sensazioni e misteriose alchimie si compenetrano in una originale e ben definita fisionomia spirituale. Per mezzo d STàMNOS i la performer manifesta il proprio punto d'equilibrio, creando originali prospettive in cui inserire e guidare i partecipanti, evidenziando le mutevoli cromie dell'esistenza come dell'esperienza artistica. Il senso profondo dell'opera performativo-installativa è quello di riflettere e far riflettere su quello che sono i valori che legano da sempre l'uomo agli elementi della Natura, nel tentativo di riconquistare un linguaggio gestuale essenziale, attraverso cui assistere a un ritorno alle origini, alla fonte primaria, a radici che affondano in una dimensione passata o ideale in cui natura, religione e sono nuovamente un tutt'uno come corpo indivisibile. Un ritorno alla purezza di movenze originarie, ricercate e sinuose, cariche di energia universale, che preludono a straordinarie eppure semplici eleganze, ispirate al valore di un racconto silente, e soprattutto alla riscoperta di una sorta di estetica primitiva: tutto pone in essere una rigenerazione dello spirito a partire da un incantesimo primordiale, in cui perdersi per essere proiettati in una dimensione altra rispetto a quella quotidiana. Un ritrovarsi momentaneo in un tempo prima di se stesso, ma sempre con quella concretezza tutt'altro che vana di una ritualità in se stessa compiuta, che leviga l'aria come il fiume fa con i sassi, come la luce con la tenebra, come l'anima con il corpo e la materia”.

Nella realizzazione dei vasi in foggia arcaica Elisa Zadi si è avvalsa della collaborazione dello scultore Alfredo Quaranta, con il quale ha messo a punto l'ideazione dell'unione dei vasi stessi con i quattro elementi, differenziandoli nella diversa cromia come nella specificità dei messaggi contenuti.
Si ringrazia: Comune di Bologna, Museo d’Arte Contemporanea Cà La Ghironda, CNA Associazione Bologna, Arte Fiera Bologna, Open for Art Temporary Gallery, ArtigianArte, Art City Bologna, Art city White Night.


 

 OPEN FOR ART Temporary Gallery
Torre degli Asinelli
Strada Maggiore, 2– Bologna
21-31 gennaio
IN THE TOWER
MADDALENA BARLETTA
MYRIAM CAPPELLETTI
SIMONA RAGAZZI
A cura di Vittorio Spampinato

OPENING: SABATO 21 GENNAIO 2017 ORE 17:30

STàMNOS
ELISA ZADI
A cura di Marco Palamidessi

WHITE NIGHT: SABATO 28 GENNAIO ORE 20:00





MADDALENA BARLETTA Lo sguardo fotografico sul particolare di un’opera di un antico Maestro che legge una pergamena che si srotola, suggerisce una riflessione sullo stravolgimento dei mezzi di comunicazione che, con i nuovi canali informativi, ci permettono di entrare nel ‘’sapere’’ e che hanno completamente modificato il nostro vivere al punto che essere eternamente connessi è una normalità vissuta sin dall’adolescenza. E il libro, strumento della ‘’conoscenza’’, immagine della parola scritta e soprattutto del pensiero, perde/acquista fascino irresistibile come testimone insostituibile della nostra memoria.

MYRIAM CAPPELLETTI fa lievitare il materiale cartaceo in forma di un habitat dai molteplici contenuti pieni di richiami alla vita. Un po’ veste dai rimandi fiabeschi, un po’ specchio di personalissime esperienze, un po’ piccola arca che racchiude un vissuto, un po’ battistero simbolico pur nell’umiltà della sua architettura. Stratificazioni di carte leggere e trasparenti, antiche scritture,alfabeti improbabili, a volte ricamati su garza,segni e campiture leggere di colore, piccole foglie cucite sono le pagine del suo personalissimo diario di vita.

SIMONA RAGAZZI La sua ricerca artistica è stimolata dall’uomo, dalla sua anima, dalla sua mente, dalle sue forme. Il suo linguaggio scultoreo figurativo è chiaro, immediato, forte e simbolico. I temi scultorei“Appunti” ed “Archeologici” svolti dall’artista indagano il contemporaneo, immortalano emozioni, raccontano storie, svelano intenzioni, denunciano contraddizioni e debolezze e attraverso l’iconicità del reperto, che irrompe nell’immediatezza della contemporaneità, bloccano il tempo che diventa assoluto. I lavori della Ragazzi svelano un alto profilo concettuale e comunicativo ed intrecciano con sensibilità e ironia le dimensioni del tempo e dello spazio.

ALFREDO QUARANTA nasce il 26 settembre 1980 a Grottaglie, città pugliese in provincia di Taranto che vanta una tradizione ceramica pluricentenaria. Frequenta la sezione Ceramica dell’Istituto d’Arte di Grottaglie e contemporaneamente inizia la sua formazione presso la bottega del Maestro Carmine Chianura, specializzandosi nell’arte della foggiatura al tornio. Nel 2001, conseguito il diploma, si trasferisce a Firenze per frequentare il corso di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti, dove si laurea con il massimo dei voti nel luglio del 2005. In quegli stessi anni porta avanti la sua attività e partecipa a numerosi eventi e concorsi di fama internazionale, come il “Mondial Tornianti” di Faenza che nel 2003 lo vede Primo Classificato Assoluto nella Sezione Giovani. Parallelamente alla formazione artistica si dedica a quella didattica, conseguendo nel 2007 l’abilitazione all’insegnamento delle Discipline Plastiche presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Attualmente insegna e lavora nel suo studio d’arte a Firenze.

ELISA ZADI manifestala sua poetica attraverso diversi linguaggi espressivi, come la pittura, l’installazione e la performance. Il proprio corpo è al centro della sua indagine, uno specchio contenitore di fisionomie interiori, di epifanie emozionali talvolta crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché rivelano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che i moti dell’anima intraprendono per venire alla luce. La figura umana diviene simulacro della sua essenza anche attraverso opere-vestito,frutto di una continua ricerca di materie e materiali, in cui il territorio della pittura espande i propri confini dando appunto vita a installazioni interattive e performative, dove gli spettatori diventano parte integrante e attiva dell’opera proposta. 




Nella gelida notte dell'arte bolognese la performance della nostra Elisa Zadi scalda con il fuoco il cuore e le menti degli spettatori sotto la Torre degli Asinelli



Luci, luoghi, colori, emozioni, curiosità, stupore sono alcune delle sensazioni che le persone, bolognesi e non, vivono durante la settimana dell’arte in occasione di Artefiera.

Il culmine di queste impressioni emotive lo raggiungono durante la Art City White Night… ed è proprio in questa magica notte che l’artista Elisa Zadi con Stàmnos fa la sua comparsa nella luce soffusa della sera. La gente si ferma, forse non capisce cosa sta succedendo ma è in giro per carpire qualcosa di nuovo, per farsi stupire dall’arte. La performance di Elisa non può passare inosservata… Lei china lavora, lavora sotto il simbolo per eccellenza della città di Bologna: la Torre degli Asinelli… Elisa dapprima crea un cerchio di terra che circonda la base della torre sui medioevali mattoni della piazza, poi , con fare silenzioso e leggero, dispone quattro vasi ai quattro angoli della stessa… Poco dopo le fiamme che rivela il cerchio da lei realizzato illuminano e si riflettono negli occhi della folla che, soffermata nonostante il gelo della notte, è lì per vivere, vivere un’esperienza emozionale. Nelle mani della gente piccoli pensieri sui quattro elementi: Terra, Acqua Aria, Fuoco, vengono lasciati dall’artista tramite un nastro srotolato fuoriuscente da ogni vaso… Un filo che unisce tutti e che la stessa artista taglia e frammenta affinchè gli spettatori possano ritornare a vagare nella notte dell’arte con una frase che li farà meditare e confrontare con gli altri.

Anch’io ho ricevuto la mia: “ La madre terra sostenta e governa”; frase che già custodisco nel “cassetto” dei miei ricordi felici di questa magica notte dell’Arte..


Simona Ragazzi




ELISA ZADI: GRANDE SUCCESSO ALLA TORRE DEGLI ASINELLI
STàMNOS INFIAMMA L'ARTE FIERA DI BOLOGNA



Grande e meritato successo di critica e di partecipazione pubblica ha riscosso la performance dell'artista Elisa Zadi intitolata “Stàmnos”, che ha letteralmente illuminato la notte bianca bolognese, nel luogo più rappresentativo e simbolico della città: la Torre degli Asinelli.
L'evento, curato da Marco Palamidessi, organizzato in collaborazione con il Comune di Bologna e promosso da Arte Fiera Bologna 2017, l’appuntamento con l’arte contemporanea più atteso d’Italia, si è tenuto nel felice contesto dell'esposizione IN THE TOWER, curata dal Direttore dell’Area Museale Cà La Ghironda di Zola Predosa Vittorio Spampinato e che è stata ospite nelle vetrine di ArtigianArte proprio all’interno della Torre degli Asinelli, con opere di Maddalena Barletta, Myriam Cappelletti e Simona Ragazzi.  L'arte fatta si è quindi unita all'arte performativa, interpretata, teatrale, dinamica, interattiva, temporanea e per questo ancor più indelebile nel ricordo di chi ha vissuto questi momenti: era infatti la prima volta che le tanto celebrate torri medievali bolognesi diventavano
palcoscenico in cui far rivivere la contemporaneità dell'arte. [...] Luci, colori, atmosfera, curiosità e soprattutto stupore sono alcune delle emozioni che i visitatori accorsi da ogni dove hanno vissuto durante la tanto attesa settimana di Artefiera. Il culmine di queste sensazioni è stato infatti  raggiunto nelle lunghe ore di Art City White Night: è in questa magica notte che Elisa Zadi e “Stàmnos” hanno fatto la loro apparizione nella festa della città. Moltissima gente, forse senza subito capire cosa stesse succedendo ma comunque in cerca della sorpresa di imbattersi in qualcosa di sensazionale, per farsi stupire dall'arte. L'inizio della performance non può passare inosservata, ed ecco che il pubblico inizia a stringersi attorno alla Torre e alla statua di San Petronio: l'artista pronuncia frasi iniziatiche e si china nel rito dello spargimento di una polvere bianca, a inscrivere totalmente la base quadrata della torre in un cerchio che di lì a breve sarà letteralmente infuocato. Elisa Zadi procede con fare leggero e silente, disponendo dei vasi di arcaica fattura ai quattro angoli della torre, quattro come gli elementi, quattro come le tipologie di messaggi che verranno affidati ai partecipanti alla fine dell'azione performativa. Poco dopo le fiamme hanno circondato l'altissima torre, squarciando il buio della notte e brillando nel riflesso degli occhi degli astanti, partecipi nonostante il freddo della serata: tutti erano consapevoli di vivere un'esperienza come mai era accaduta prima. Nelle loro mani sono stati affidati intensi pensieri sulla terra, l'acqua, l'aria e il fuoco, provenienti dai fili contenuti nei vasi, un legame fisico e spirituale che ha unito e continuerà a unire tutti. Conclusasi “Stàmnos”, gli stessi spettatori sono ritornati a vagare nella notte bianca dell'arte, custodi di un piccolo e prezioso cartiglio, portatore di una frase che li farà  meditare e confrontare con fra loro stessi.
 
 
Ph michele.nucci@gmail.com