"Mangia
la prima viola che vedi", “esprimi un desiderio” diceva la nonna. Forse
per buon auspicio nei confronti di una nuova stagione ma sicuramente, compiendo
tale gesto, fra noi e il fiore mangiato avviene una sorta di strana
metamorfosi:incorporando il fiore
diventiamo una cosa sola, un'altra cosa, la stessa cosa altra. Il corpo umano e il fiore si uniscono partecipando
simbolicamente al miracolo della primavera. “Prima
Viola” vuole rinnovare questa memoria popolare e creare una sorta di
rituale interattivo-partecipativo in cui la gestualità diventa iniziatica e
propiziatoria.
Elisa Zadi
esordisce nel 2005 con una serie di autoritratti che si riveleranno indagine
introspettiva a lei necessaria e che permarrà come uno dei temi centrali della
sua ricerca. Dal 2008 il suo interesse si concentra sulla figura umana,
soprattutto femminile, indagata con una cruda e introspettiva frontalità:
questo origina dei lavori pittorici che si esprimono in polittici; i soggetti
si compongono in una narrazione ritmata e concettuale, che si intensifica nel
2013/14 con delle serie pittorico-installative di grande formato, che
ricostruiscono attraverso la frammentarietà della tela uno spaccato di
esistenzialità quotidiana. Dal 2015 la figura umana diventa simulacro della sua
essenza attraverso opere-vestiti, che rivelano una continua ricerca di materie
e materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini
abbracciando varie discipline, dando così vita a installazioni interattive e
performative.
La mostra
che inaugura venerdì 24 marzo alle ore 18, resterà visibile al pubblico fino a
sabato 9 aprile 2017 presso la Sala Campolmi della Biblioteca Lazzerini
di Prato nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle ore 20.00; domenica dalle ore 17.00 alle ore 19.00. Ingresso libero. La mostra gode del patrocinio del Comune di Prato e del Giardino Colgante.
Trentadue artisti partecipano con opere di scultura, pittura e
fotografia, indagando il tema complesso e poliedrico della FOLLIA.
Fra le opere di maggior rilievo troviamo quelle di Resmi Al Kafaji, Luca De Silva, Rudy Pulcinelli ed Elisa Zadi che indagano il tema in modo del tutto originale. Durante la serata d'inaugurazione ci saranno le performance
dell'attrice Marion d'Amburgo, che farà un reading teatrale del Don Chisciotte e
di Murat Onol che affronterà la follia come perdita di contatto con la realtà e
come forma di alienazione mentale.
L'evento curato da Laura Gensini
prevede l'edizione di 72 cataloghi originali numerati opera di Gustavo
Mestre.
La sede espositiva de "Il Borghetto" di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la mostra personale di Elisa Zadi "Vademecum - pittura come ricerca del sé". Località di pregievole qualità storica, naturalistica e paesaggistica oltre che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e prevederà ana presentazione critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi.
In
questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere
rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del suo
lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa occasione
di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente inediti.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi. L’arte per Elisa Zadi
rappresenta la conferma suprema del proprio esserci, di uno stare fissa al
centro del suo mondo, un mondo costruito giorno dopo giorno e da cui trarre gli
affinati strumenti per dar vita alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto
introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile
separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per
questo la Zadi intende la “pittura come ricerca del sé”, un divenire che si
forma con la propria esistenza e le proprie esperienze. La pittura è infatti la
più efficace e sorprendente ricerca delle molteplici fisionomie interiori: è
l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più profondi
della sua psiche, rendendola sempre più forte, a totale e intensa conferma
della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per
capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato quotidiano, rincorrendo
costantemente all’interno delle sue opere come immagine da reiterarsi
all'infinito, in ogni sfumatura, in ogni cambiamento lieve o sostanziale, per
affermare inderogabilmente il proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta
succedendo intorno e dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto all’introspezione
tramite la rivelante fisicità della figura umana, si pone da sempre l’ardito
scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di grandi
accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, eterni nella loro fugacità, che
ogni giorno riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere
scovati in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un
triste sorriso. Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti
in cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che, nella
volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione costante e di
continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio degli avvenimenti
dello spirito, schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte
sotterranee, le proprie fisionomie interiori, epifanie di emozioni talvolta
crude, che si traducono in visioni potenti, a tratti senza via di scampo,
perché manifestano l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni
interiori intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per
toccarsi, per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e
vera geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da quella
che può definirsi una personalissima enciclopedia dell’autorappresentazione,
genere con cui l’artista ha felicemente esordito nel 2005 e che si rivelerà nel
tempo necessaria e permanente indagine psicologica, nonchè uno dei temi
centrali della sua ricerca, verranno presentati lavori dove si concentra e
manifesta la figura umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà
non nega di farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una
cruda e introspettiva frontalità. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi
in polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i
soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e
concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor più
vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine irrinunciabile del
mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche” – scrive
Laura Monaldi – “Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico alla scoperta di
un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo estatico dell’Arte procede
oltre il normale sentire quotidiano, ossia verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione
e del sentimento, in quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo, dove si
fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i limiti
tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non soltanto la sua
pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per comunicarsi al mondo,
per essere parte di un universo sincretico dove il suo io si proietta al mondo
con la prorompenza misterica dell'anima, in cui la figura umana diviene
simulacro della sua stessa essenza, per mezzo di opere-vestito che rivelano una
continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura
estende i propri confini all’infinitezza del cosmo abbracciando varie
discipline, non ultima la scultura e l’installazione ambientale e interattiva,
dove il connubio tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visibile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando 3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.
Si ringrazia il Comune di Montemurlo, Cinzio Cavallarin e l'Associazione Culturale Multimedia91.
Elisa Zadi esordisce nel 2005 con una
serie di autoritratti che si riveleranno indagine introspettiva a lei
necessaria e che permarrà come uno dei temi centrali della sua ricerca.
Dal 2008 il suo interesse si concentra sulla figura umana, soprattutto
femminile, indagata con una cruda e introspettiva frontalità: questo
origina dei lavori pittorici che si esprimono in polittici; i soggetti
si compongono in una narrazione ritmata e concettuale, che si
intensifica nel 2013/14 con delle serie pittorico-installative di grande
formato, che ricostruiscono attraverso la frammentarietà della tela uno
spaccato di esistenzialità quotidiana. Dal 2015 la figura umana diventa
simulacro della sua essenza attraverso opere-vestiti che rivelano una
continua ricerca di materie e materiali, in cui il margine della pittura
estende i propri confini abbracciando varie discipline dando vita a
installazioni interattive e performative. Elisa Zadi è nata ad Arezzo.
Nel 1996 si diploma come Maestro d’Arte e nel 1998 ottiene con il
massimo dei voti la Maturità d’Arte Applica in Moda e Costume Teatrale
presso l’Istituto Statale d’Arte Piero della Francesca di Arezzo. Nel
2007 si diploma con lode in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di
Firenze; dal 2007 al 2009 lavora nella stessa cattedra come “Assistente
Tecnico di Laboratorio”. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle
Discipline Pittoriche tenendo attualmente la cattedra presso il Liceo
Artistico Porta Romana di Firenze. Nel 2010 ottiene con lode il Master
di II° livello in “Architettura e Arti Sacre” presso l’Università
Europea di Roma. Attualmente vive e lavora
a Firenze.
Al “Borghetto” la mostra di Elisa Zadi curata da Laura Monaldi e Marco Palamidessi
MONTEMURLO. La sede espositiva de “Il Borghetto” di Bagnolo a Montemurlo di Prato, ospiterà la nuova mostra personale di Elisa Zadi Vademecum, pittura come ricerca del sé.
Località di pregevole qualità storica, naturale e paesaggistica oltre
che artistica, sempre più nota per ospitare eventi anche di rilievo
nazionale, la mostra aprirà al pubblico sabato 4 marzo alle ore 17:00 e
prevederà una presentazione critica di Laura Monaldi e Marco
Palamidessi.
In questa esposizione l’artista intende presentare una serie di opere
rigorosamente selezionate dalla sua produzione, sintesi antologica del
suo lavoro pluriennale. Una mostra interessante, che offrirà la preziosa
occasione di ammirare sia opere già conosciute che lavori assolutamente
inediti.
Un modo per approcciarsi, naturalmente, al pensiero della pittrice come al suo modus operandi.
L’arte per Elisa Zadi rappresenta la conferma suprema del proprio
esserci, di uno stare fissa al centro del suo mondo, un mondo costruito
giorno dopo giorno e da cui trarre gli affinati strumenti per dar vita
alle sue tele, costituenti quel Vademecum tanto introspettivo quanto esteriore e tangibile, da cui per lei è impossibile separarsi.
Impossibile in quanto la Vita e l’Arte sono un indivisibile tutt’uno: per questo la Zadi intende la pittura come ricerca del sé, un divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze.
La pittura è infatti la più efficace e sorprendente ricerca delle
molteplici fisionomie interiori: è l’espressione di un’analisi acuta che
sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, rendendola
sempre più forte, a totale e intensa conferma della sua esistenza.
Elisa cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per
conoscersi, per capirsi e sapersi viva nel mondo, al centro del privato
quotidiano, rincorrendo costantemente all’interno delle sue opere come
immagine da reiterarsi all’infinito, in ogni sfumatura, in ogni
cambiamento lieve o sostanziale, per affermare inderogabilmente il
proprio io, per sapere fino in fondo cosa sta succedendo intorno e
dentro di sé.
Il suo temperamento artistico, lirico in quanto rivolto
all’introspezione tramite la rivelante fisicità della figura umana, si
pone da sempre l’ardito scopo dell’analisi emozionale della realtà,
fatta non solo di grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi,
eterni nella loro fugacità, che ogni giorno riempiono ogni piega
dell’esistenza e che spesso possono essere scovati in piccoli
particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un triste
sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio io attraverso dipinti in
cui si autoritrae intensamente: il volto è per lei un paesaggio che,
nella volontà di conoscersi nel profondo, ha bisogno di un’esplorazione
costante e di continue incursioni conoscitive; il corpo è il territorio
degli avvenimenti dello spirito, schermo epidermico sul quale si
proiettano, mosse da spinte sotterranee, le proprie fisionomie
interiori, epifanie di emozioni talvolta crude, che si traducono in
visioni potenti, a tratti senza via di scampo, perché manifestano
l’ascesa diretta o la tortuosa salita che le pulsioni interiori
intraprendono per venire alla luce. Il suo è un dipingersi per toccarsi,
per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera
geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati autoritratti, tutti provenienti da
quella che può definirsi una personalissima enciclopedia
dell’autorappresentazione, genere con cui l’artista ha felicemente
esordito nel 2005 e che si rivelerà nel tempo necessaria e permanente
indagine psicologica, nonchè uno dei temi centrali della sua ricerca,
verranno presentati lavori dove si concentra e manifesta la figura
umana, soprattutto quella femminile, immagine la cui realtà non nega di
farsi simbolo interiore, carica di valenze e resa manifesta da una cruda
e introspettiva frontalità.
Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in polittici anche di
grande formato, presenti nell’esposizione, dove i soggetti e le
tematiche si realizzano pienamente in una narrazione ritmata e
concettuale, dove è proprio la frammentarietà della tela a rendere ancor
più vivido lo spaccato di esistenzialità quotidiana, altro cardine
irrinunciabile del mondo di Elisa Zadi.
“Fra analisi introspettive, apparenze interiori e poetiche adamitiche
– scrive Laura Monaldi – Elisa Zadi ci conduce in un viaggio estetico
alla scoperta di un luogo d’indagine – la tela – in cui lo sguardo
estatico dell’Arte procede oltre il normale sentire quotidiano, ossia
verso gli orizzonti sconfinati dell’espressione e del sentimento, in
quanto partecipazione al mondo e al presente”.
Non mancano poi le opere, tutte appartenenti al recentissimo periodo,
dove si fa ancor più esplicito il bisogno della pittura di valicare i
limiti tradizionali, di farsi pura tridimensionalità, di essere non
soltanto la sua pelle, l’epidermide di se stessa, ma anche il mezzo per
comunicarsi al mondo, per essere parte di un universo sincretico dove il
suo io si proietta al mondo con la prorompenza misterica dell’anima, in
cui la figura umana diviene simulacro della sua stessa essenza, per
mezzo di opere-vestito che rivelano una continua ricerca di materie e
materiali, in cui il margine della pittura estende i propri confini
all’infinitezza del cosmo abbracciando varie discipline, non ultima la
scultura e l’installazione ambientale e interattiva, dove il connubio
tra l’io e il mondo prende forma e compiutezza.
La mostra sarà visitabile dal 4 al 12 marzo 2017. Apertura mostra
sabato e domenica dalle 16:30 alle 18:30 e su appuntamento chiamando
3473860653 o 3394827291. Ingresso libero.
Martedì, 28 febbraio 2017
"Vademecum", Elisa Zadi espone al Borghetto
MONTEMURLO - Nuovo appuntamento con l'arte al Centro espositivo “Il Borghetto”.
Sabato 4 marzo alle
ore 17 s'inaugura “Vademecum, la pittura come ricerca del sé”, la mostra
di Elisa Zadi, curata da Cinzio Cavallarin, con la presentazione
critica di Laura Monaldi e Marco Palamidessi e il patrocinio
dell'assessorato alla cultura del Comune di Montemurlo.
L' esposizione, che rimarrà aperta fino
al 12 marzo, è una sintesi antologica del lavoro pluriennale di Elisa
Zadi, con opere scelte appositamente dall'artista, tra lavori già noti e
alcuni inediti. La pittura per Elisa Zadi è “ricerca del sé”, un
divenire che si forma con la propria esistenza e le proprie esperienze: è
l’espressione di un’analisi acuta che sa addentrarsi nei meandri più
profondi della sua psiche. La Zadi, 35 anni originaria di Arezzo ma
fiorentina d'adozione dove insegna al liceo artistico di Porta Romana,
cerca instancabilmente se stessa per ritrovarsi, per conoscersi, per
capirsi e sapersi viva nel mondo.
Il suo temperamento artistico si pone da
sempre lo scopo dell’analisi emozionale della realtà, fatta non solo di
grandi accadimenti, ma di tutti quegli eventi minimi, che ogni giorno
riempiono ogni piega dell’esistenza e che spesso possono essere scovati
in piccoli particolari di un viso, come uno sguardo melanconico o un
triste sorriso.
Da anni ormai l’artista indaga il proprio
io attraverso dipinti in cui si autoritrae intensamente: il volto è per
lei un paesaggio che, nella volontà di conoscersi nel profondo, ha
bisogno di un’esplorazione costante e di continue incursioni
conoscitive. Il corpo è il territorio degli avvenimenti dello spirito,
schermo epidermico sul quale si proiettano, mosse da spinte sotterranee,
le proprie fisionomie interiori. Il suo è un dipingersi per toccarsi,
per sapersi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo, unica e vera
geografia dell’anima, l’epicentro della loro venuta al mondo.
Accanto a una serie di selezionati
autoritratti, tutti provenienti da quella che può definirsi una
personalissima enciclopedia dell’ auto-rappresentazione, genere con cui
l’artista ha felicemente esordito nel 2005, verranno presentati lavori
dove si concentra e manifesta la figura umana, soprattutto quella
femminile, immagine la cui realtà non nega di farsi simbolo interiore,
carica di valenze. Questo origina dei lavori pittorici suddivisi in
polittici anche di grande formato, presenti nell’esposizione, dove i
soggetti e le tematiche si realizzano pienamente in una narrazione
ritmata e concettuale.