13/10/14

LE VIE DI MICHELANGELO



Giulia Huober ed Elisa Zadi a Palazzo Medici Riccardi
LE VIE DI MICHELANGELO
15 Ottobre - 01 Novembre 2014  
a cura di Marco Palamidessi


  
L’Associazione culturale Artefice presenta “Le Vie di Michelangelo”, la doppia personale delle valenti pittrici Giulia Huober ed Elisa Zadi, che in questa esposizione presentano una serie di opere inedite, che omaggiano la figura di Michelangelo per il 450° anniversario dalla sua scomparsa. L’evento inaugurale è previsto mercoledì 15 ottobre alle ore 17, alla presenza delleautorità e dei rappresentanti istituzionali, in apertura esclusiva del Percorso Museale di Palazzo Medici Riccardi in via Cavour 3, Firenze. Curata da Marco Palamidessi, l’esposizione è un’occasione imperdibile per apprezzare le opere di due giovani artiste pittrici contemporanee, nella loro volontà di mettersi in relazione non soltanto con le opere del Genio toscano ma anche e soprattutto con la figura del grande artista nella sua umana quotidianità. Giulia Huober propone una serie di pregevoli disegni dedicati ai Prigioni e visioni d’interno, in cui le suggestioni cromatiche dei verdeazzurri e dei bruni si diffondono atmosfericamente intorno alle presenze scultoree che emergono dalla scena dipinta, come ad esempio nell’opera “Scomposizioni”. Elisa Zadi rappresenta una massa di persone che si accalcano in una fila ideale e interminabile, come quella che ogni giorno si forma all’ingresso della Galleria dell’Accademia. Nel polittico “Verso Michelangelo” vediamo una folla di personaggi appartenenti al mondo dell'arte, della cultura e della politica contemporanea, che si preparano a rendere omaggio ad un vero e proprio messia dell’arte universale: analogamente, nella vicinissima Cappella dei Magi di Palazzo Medici Riccardi, Benozzo Gozzoli rappresentò i personaggi illustri della Firenze di allora. 
Saranno editi due diversi cataloghi con testi critici di Marco Palamidessi e grafica di Saverio Fontini.




Le vie di Michelangelo di Giulia Huober e Elisa Zadi è realizzata con il contributo della Regione Toscana e patrocinata dal Comune di Firenze e dalla Provincia di Firenze. Si pregia della partecipazione di: Fondazione Banca del Monte di Lucca, Geonova, Gli Otto Venti Pistoia, Museo Ugo Guidi Forte dei Marmi, Toscana Musei, eduMusei, Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut, Monnalisa Italian Art Magazine, Thomas Harris Photographer


La mostra sarà visitabile dal 15 ottobre al 1 novembre 2014 rispettando il seguente orario: tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00, chiuso il mercoledì. Per informazioni: 055-2760340  www.palazzo-medici.it



http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2014/10/le-vie-di-michelangelo-giulia-huober-ed.html 

 http://artisti-contemporanei.it/blog/vie-michelangelo-giulia-huober-ed-elisa-zadi-espongono

 http://www.liquida.it/provincia-di-firenze/?coolbox=0_99_0_31091495

 http://arezzocultura.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1346%3Aqle-vie-di-michelangeloq-giulia-huober-ed-elisa-zadi-espongono-a-palazzo-medici-riccardi&catid=44%3Ainiziative-arte&Itemid=187

http://julietartmagazine.com/events/le-vie-di-michelangelo/

Opening mostra. Foto di Thomas Harris.




PENSARE MICHELANGELO


Per Elisa Zadi la pittura è l’esperienza imprescindibile per sentire il preciso stato d’animo con cui affrontare quella tela ogni giorno diversa che si chiama esistere. Espressione di un’acuta volontà d’analisi, che sa addentrarsi nei meandri più profondi della sua psiche, il gesto del dipingere la rende forte, essendo come una preghiera, un rituale da compiersi ogni giorno, in silenzio, a contatto con la propria interiorità. Mentre dipinge non indaga se stessa come alterità temporanea, ma come universo da sondare, da scoprire nella propria verità. Il suo è un dipingere per toccarsi, per smuovere sentimenti che hanno nel corpo l’epicentro della loro venuta al mondo. Elisa guarda per essere di rimando vista da se stessa, nell’attesa spasmodica della manifestazione, dell’emersione sulla pelle e nei nervi di tutte quelle tumultuose o impercettibili vibrazioni, quelle oscillazioni spontanee che fanno del corpo la vera geografia dell’anima. Dipingere è il modo più alto di interrogarsi sul mondo, significa porsi inevitabilmente davanti a se stessa, implacabilmente, mossa dal bisogno profondo di guardarsi fuori per capirsi dentro, per scoprire cosa vuole, cosa desidera, cosa pensa, quale segreto si nasconde a quella confessione che di lì a poco sarà la pittura.
Appassionata ed essenziale, audace e cruda, da sempre Elisa Zadi tende alla totale libertà nell’arte; una libertà che, come nella vita, consiste solo e soltanto nella ricerca della Verità. Tirare fuori dalla realtà la forma della Verità, ecco cosa cerca di fare nella pittura. Poiché Forma, Realtà e Verità sono indissolubilmente legate come Corpo, Psiche e Spirito, Elisa non prescinde dalla forma visibile, nella piena consapevolezza di questa ineluttabile indissolubilità. L’artista definisce il suo stile non senza una certa riflessione plastica-scultorea, attraverso un modus pittorico che, nel suo essere fortemente espressivo, tiene ben presente la plasticità della forma, e che intende il colore come materia con cui plasmare sulla tela i volti dei suoi personaggi, che si protendono verso l’osservatore emergendo dal “vuoto” concettuale dello spazio. Il respiro artistico di Elisa Zadi le permette di lasciare non finite alcune parti del dipinto, proprio perché, in un certo senso similmente a Michelangelo scultore, l’artista ritiene già “tirato fuori” il concetto che ha mosso la sua creazione, non preoccupandosi delle finiture essendo l’opera già conclusa in se stessa.
Le figure vengono fatte emergere dal fondo della tela, affiorando da queste trame come se fossero in esse già contenute. È lì che Elisa percepisce l’immagine, è lì che la sente respirare: starà al suo gesto liberarla da quei fili intrecciati e portarla alla luce, in uno scavo tanto fisico quanto psicologico. Michelangelo sentiva la forma della scultura preesistere all’interno del blocco di marmo, e la liberava levando attorno ad essa quella materia superflua che non poteva né doveva più essere rimessa; per contro, Elisa Zadi pone sulla superficie pittorica quella materia cromatica che non può più essere tolta né tantomeno modificata. La sua pittura procede e si sviluppa come una scrittura che non conosce ripensamenti o aggiustamenti: l’artista non fa altro che disporre sulla tela toni di colore affiancati, senza mescolarli, senza mascherarli, senza sporcarli, nell’intento di restituirci una purezza della creazione nella sua più autentica originarietà.

Verso Michelangelo, 2014, olio su tessuto, polittico, cm 230x380. Foto di Thomas Harris.
Particolare con ritratti dei pannelli sx e dx del polittico Verso Michelangelo.

 Nel polittico “Verso Michelangelo” Elisa rappresenta una massa di persone che si accalcano in una fila ideale e interminabile, come quella che ogni giorno si forma all’ingresso della Galleria dell’Accademia. In quest’opera vediamo una folla di personaggi che si preparano ad incontrare le opere di Michelangelo, ritratti in fila ad aspettare, pressati e per lo più impazienti, colti negli atteggiamenti più usuali e disparati. Michelangelo si manifesta nell’attesa di vedere Michelangelo, riverberandosi nel qui e nell’ora, nell'attimo vissuto da ognuno di loro. Ed ecco il tributo al Maestro: rappresentare di riflesso la sua presenza e la fama che attraversa i secoli e la nostra contemporaneità. Questi uomini e queste donne, omaggiati tramite il gesto potentissimo del ritratto, appartengono al mondo dell'arte, della cultura e della politica di oggi: analogamente, nella vicinissima Cappella dei Magi di Palazzo Medici Riccardi, Benozzo Gozzoli rappresentò i personaggi illustri della Firenze di allora. Uomini che, come tanti piccoli magi contemporanei, nelle tele di Elisa vanno a rendere omaggio ad un vero e proprio messia dell'arte, che venne a far nuove tutte le cose, che divise il tempo in prima di lui e dopo di lui.
Elisa Zadi vive per la pittura, ma anche per l’azione della pittura. Per questo, l’occhio e la mano sono fondamentali: è grazie all’occhio che la realtà viene sondata, indagata, afferrata, non solo guardata ma vista, nella sua verità rivelata come nelle pieghe più recondite e misteriose. Ma la mano è anche azione: non soltanto crea, ma a volte, essendo prima di tutto l’organo della conoscenza, si potrebbe dire che pensi. La mente e la mano si costruiscono vicendevolmente, trovando poi nella pittura un mezzo alquanto straordinario per questo scopo. La pittura si fa con le mani: per Elisa, arte e arto sono parole assai vicine, sono la carne dei gesti, il nervo dei movimenti impetuosi o tenui, morbidi o istintivi, dolci o risoluti. E si fa con quegli strumenti del mestiere che, complici sapienti più che arrendevoli servitori, sono anch’essi di fondamentale importanza nell’esaltazione dei risultati come della materia pittorica.
Sia le mani, fra i soggetti in assoluto più difficili da rendere nell’Arte, sia gli strumenti del fare, non nature morte ma vite silenti, sono qui esposti ad illuminarsi vicendevolmente, rendendo l’idea-immagine di un intimo quanto efficacissimo colloquio poetico. Una mano che, forte della tecnica assimilata, sa governare lo strumento, che usa le cose che appartengono al creare, siano tubetti di colore mezzi strizzati, un martello con cui inchiodare telai o qualsiasi altro mezzo necessario per cavar fuori dalla realtà la forma della Verità. Una mano, quella di Elisa Zadi, che ubbidisce all’intelletto, ma solo dopo che l’occhio si è appropriato della realtà, solo dopo che l’anima e la mente hanno trasformato quell’immagine in visione, una visione da restituire al mondo sotto le straordinarie forme della Pittura.                                                                             

 Marco Palamidessi


Catalogo mostra Design Saverio Fontini. Foto Thomas Harris.



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