NOTA CRITICO-BIOGRAFICA
Formazione: nel 1996 si diploma Maestro d’Arte e nel 1998 consegue
la maturità d’Arte Applicata all’Istituto statale d’arte di Arezzo. Nel 2007
ottiene il diploma di laurea in pittura con il massimo dei voti presso l’Accademia
di Belle Arti di Firenze. Dal 2008 al 2010 frequenta il corso di
perfezionamento Arte per la liturgia
a Teramo e Foligno. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle discipline
pittoriche. Nel 2010 ottiene il master di II livello in Architettura, arti sacre e liturgia presso l’Università europea di
Roma. Periodi e soggetti: dal 2005
al 2007 si dedica allo studio “del vero”, concentrandosi soprattutto su
ritratti che esegue recandosi in vari luoghi, per trovare modelli consoni a una
ricerca patognomica. Già dal 2004 esegue una serie di autoritratti, indagine
introspettiva a lei necessaria, che permarrà come tema centrale della sua
ricerca. Dal 2008 il suo interesse si sposta alla figura umana, soprattutto
femminile, indagata con una cruda e analitica frontalità. Dal 2012 le sue
protagoniste vengono traslate e trasfigurate, proiettando così questi soggetti
in nuove dimensioni allegoriche e simboliche. Tecniche: l’artista ottiene i colori mesticando pigmenti puri
(spesso raccolti da lei stessa) uniti prevalentemente a olio di lino, papavero,
balsamo di Canada e mastice.
"Quest'anno il famoso Catalogo dell'Arte Moderna CAM, edito dalla
Mondadori, é giunto alla sua 49esima edizione. Nella sezione Artisti
Emergenti troviamo Elisa Zadi. L'artista infatti sta affrontando un percorso pittorico personalissimo, gravitante attorno alla la figura umana. Il giovane talento fiorentino si prefigge
infatti l'arduo compito di indagare la Verità dell'uomo nella sua
complessità e nella sua poliedricità. La Zadi elabora opere in cui
sembra esistere una dicotomia fra disegno e colore: la struttura
infatti, sapientemente condotta nella libertà del segno, é classicamente chiusa ed
entra in conflitto con la matericità libera del colore, che scardina la
costruzione e sembra volersi ribellare dall'interno, nella gestualità di spatolate che vanno a scolpire, colpire e generare le figure.
Questo contrasto può essere letto come un conflitto esistenziale fra la
fisicità corporea e l'immaterialità dello spirito, come la sofferenza
dell'anima imprigionata nel corpo ma senza il quale essa non potrebbe
esistere. Così come il mistero dell'esistenza nasce dal vuoto, queste figure emergono dallo sfondo grezzo della tela
che le genera, le rivela e al tempo stesso le dissolve, assorbite dallo medesimo spazio vuoto che le ha generate."
Odla
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