22/12/13

Catalogo dell'Arte Moderna n° 49






NOTA CRITICO-BIOGRAFICA
Formazione: nel 1996 si diploma Maestro d’Arte e nel 1998 consegue la maturità d’Arte Applicata all’Istituto statale d’arte di Arezzo. Nel 2007 ottiene il diploma di laurea in pittura con il massimo dei voti presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 2008 al 2010 frequenta il corso di perfezionamento Arte per la liturgia a Teramo e Foligno. Nel 2009 si abilita all’insegnamento delle discipline pittoriche. Nel 2010 ottiene il master di II livello in Architettura, arti sacre e liturgia presso l’Università europea di Roma. Periodi e soggetti: dal 2005 al 2007 si dedica allo studio “del vero”, concentrandosi soprattutto su ritratti che esegue recandosi in vari luoghi, per trovare modelli consoni a una ricerca patognomica. Già dal 2004 esegue una serie di autoritratti, indagine introspettiva a lei necessaria, che permarrà come tema centrale della sua ricerca. Dal 2008 il suo interesse si sposta alla figura umana, soprattutto femminile, indagata con una cruda e analitica frontalità. Dal 2012 le sue protagoniste vengono traslate e trasfigurate, proiettando così questi soggetti in nuove dimensioni allegoriche e simboliche. Tecniche: l’artista ottiene i colori mesticando pigmenti puri (spesso raccolti da lei stessa) uniti prevalentemente a olio di lino, papavero, balsamo di Canada e mastice.



"Quest'anno il famoso Catalogo dell'Arte Moderna CAM, edito dalla Mondadori, é giunto alla sua 49esima edizione. Nella sezione Artisti Emergenti troviamo Elisa Zadi. L'artista infatti sta affrontando un percorso pittorico personalissimo, gravitante attorno alla la figura umana. Il giovane talento fiorentino si prefigge infatti l'arduo compito di indagare la Verità dell'uomo nella sua complessità e nella sua poliedricità. La Zadi elabora opere in cui sembra esistere una dicotomia fra disegno e colore: la struttura infatti, sapientemente condotta nella libertà del segno, é classicamente chiusa ed entra in conflitto con la matericità libera del colore, che scardina la costruzione e sembra volersi ribellare dall'interno, nella gestualità di spatolate che vanno a scolpire, colpire e generare le figure. Questo contrasto può essere letto come un conflitto esistenziale fra la fisicità corporea e l'immaterialità dello spirito, come la sofferenza dell'anima imprigionata nel corpo ma senza il quale essa non potrebbe esistere. Così come il mistero dell'esistenza nasce dal vuoto, queste figure emergono dallo sfondo grezzo della tela che le genera, le rivela e al tempo stesso le dissolve, assorbite dallo medesimo spazio vuoto che le ha generate."

Odla

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