20/03/12

Disegno e Pittura


L'insegnante e pittrice Elisa Zadi in collaborazione con l'Associazione Vie Nuove di Firenze organizza dei corsi di disegno e pittura che inizieranno giovedì 26 aprile prossimo. Il corso è rivolto a tutti coloro che desiderano imparare o perfezionare il disegno e successivamente la pittura. 
Attraverso il metodo di apprendimento Edwards il corso insegnerà come si osservano le cose che ci circondano e come la realtà tridimensionale possa essere tradotta su una superficie bidimensionale. " Ho imparato che le cose che non ho disegnato non le ho mai viste veramente, e che quando mi metto a disegnare una cosa qualsiasi essa mi si rivela straordinaria, un puro miracolo."F. Frank.


I primi disegni saranno eseguiti per favorire la Funzione D, la parte più cognitiva del nostro cervello, spesso repressa dalla parte razionale che blocca in maniera troppo critica qualsiasi slancio manuale-creativo; sarete stupiti di come è semplice ed istintivo disegnare, creare, comunicare attraverso le immagini. Basti pensare ai segni-disegni preistorici ritrovati nelle grotte di Lascaux, alla loro forte valenza espressiva-simbolica che rivelano quanto il "fare creativo" sia necessario e insito nell'essere umano.
"So bene da me che solamente in lievi attimi mi è concesso dimenticare me stesso nel mio lavoro... Sento che non sono io nel tempo, ma che è il tempo in me. Posso anche sapere che codesto arcano dell'arte non mi è dato risolverlo in maniera assoluta, tuttavia mi vien quasi fatto di credere che sto per mettere le mani sulla divinità." C.Carrà. 
Nel corso saranno anche affrontate tematatiche quali il superamento del sistema simbolico, come si misurano gli spazi, le proporzioni a vista e poi la logica delle luci e le ombre.


Nella seconda parte delle lezioni è prevista l'introduzione e lo studio del colore, non trascurando come si acquistano e conservano i materiali pittorici. Fra le varie esercitazioni sull'armonia cromatica, saranno anche scoperti e affrontati i colori oggettivi e soggettivi. " Se è vero che il timbro di voce è indicativo della vita interiore di un individuo, molto si può intuire dal modo di pensare di una persona, della sua sensibilità e dei suoi comportamenti dalle combinazioni cromatiche predilette." J.Itten.
Sarà un viaggio che attraverso l'apprendimento teorico-pratico ci guiderà nello scoprire e  nel meravigliarci delle capacità che ognuno di noi possiede!

Per maggiori informazioni, programma dettagliato o iscrizioni  www.zadielisa.it sez. Atelier o 3394827291

PER TUTTO MARZO LA DONNA NELL'ARTE

L’AICS–Comitato provinciale di Firenze-, nel contesto delle celebrazioni per il  cinquantennale della fondazione dell’Associazione, organizza  la 1° edizione del “Marzo AICS al femminile” che quest’anno ha come tema “ La donna nel mondo che cambia” con riferimento particolare alla Donna nell’ARTE, nella quale  ha saputo conquistarsi nel tempo un ruolo di protagonista, fondendo la sensibilità femminile, allo spirito di emancipazione che l’ha sempre animata con la forza delle idee.
L’8 Marzo alle ore 18 alla Casa della Creatività di Firenze, si inaugura l’apertura dell’evento che si protrarrà per tutto il mese con Incontri, Concerti ed una Mostra Collettiva. L’inaugurazione prevede l’intervista di Valentina Zorzon (storico dell’arte) a Giuliana Videtta (Direttrice dell’Accademia di Belle Arti) sul tema La Donna nell’arte: da musa ispiratrice ad artista; a seguire il concerto per pianoforte di Tapinassi e Cominassi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali di Pavia. Il giorno 12 marzo, dopo  la proiezione del film “Art.1” dei registi toscani Davi, Trengia, Carcasci, seguirà un incontro su “La donna nel mondo che cambia: testimonianze a confronto” con rappresentanti femminili dell’imprenditoria, della cultura, delle Istituzioni, delle libere professioni, e dello Sport.  La giornata del 19 marzo sarà dedicata alle arti visive e prevede dopo un incontro-confronto su Arte e Conoscenza: due facce della stessa medaglia, il vernissage della Mostra di sedici giovani artiste che hanno sviluppato nelle loro opere “riflessioni al femminile”  confrontandosi a coppie su diverse tematiche. Dashti Golnar e Sabin Kamalbeik, Eleonora Nistri e Virginia Nistri, Emma Assisi e Paola Lopreiato, Miriam Poggiali e Valentina Zorzon, Ludovica Gambaro e Sara Biasin, Matilde Maddalena e Elisa Zadi, Marta Mandolini e Amy Vomiero, Silvia Sofia Barrios e Milixa Moron, esporranno loro opere che rimarranno per una settimana nella sala espositiva del Palazzo. L’evento si concluderà il giorno 27 marzo con un concerto di chiusura alle 21,30.

Oggi in edicola con Il Nuovo Corriere di Firenze n°79

14/03/12

Isabella Loqueforte -ABA Roma- intervista Elisa

Prima di tutto chi è Elisa Zadi? 
Elisa è una persona qualsiasi.
Cosa fa? 
Fondamentalmente cerca di capire la realtà che la circonda e lo fa con i mezzi a lei più congeniali. Elisa osserva, dipinge , scrive. Annota, appunta momenti, situazioni, cerca bellezza.
So che sei una giovane artista puoi raccontarmi la tua esperienza? Le difficoltà e non solo che incontri durante il tuo lavoro. 
Ho scelto una formazione artistica, prima all’Istituto d’Arte e poi all’Accademia di Belle Arti. Nonostante questo ho impiegato molto tempo ad accettare questo come un mestiere; in verità l’ho fatto solo quando mi sono resa conto che non potevo farne a meno. Credo che un’artista abbia delle grandi responsabilità. Vivere con questa consapevolezza fa dell’arte un vero e proprio mestiere. Il lavoro non è soltanto quello fatto nel proprio atelier ma è anche quello che si deve fare “all’esterno”, che sempre deve essere presente come coordinata, per un confronto o per una verifica continua.
Nell'anniversario dell'Arte Povera numerosi musei sono impegnati in allestimenti e cataloghi dedicati al movimento che rappresenta in questo momento l'Italia all'estero. Tu che ne pensi ?
Penso che sia giusto celebrare un movimento storico-artistico che abbia dettato una vera e propria rivoluzione sul modo di concepire e di fare arte.
Nell'era della street art, delle “house exibition” (ovvero mostre organizzate in luoghi privati o sul web). Come vedi il Futuro delle gallerie e dei musei?
Io non credo che street art e house exibition possano entrare in competizione con gallerie e/o con musei. La loro funzione, il loro scopo e il loro ruolo è fondamentalmente diverso. Probabilmente i “luoghi istituzionali” non possono avere la pretesa di rappresentare una parte dell’arte contemporanea, soprattutto quando la selezione degli artisti non è effettuata con un criterio che rispecchi veramente la realtà o la storia di una data società. Dall’altro canto realtà espressive come street art e house exibition che nascono come forme autonome e alternative, cioè che nascono spontaneamente da un’esigenza e un’urgenza di comunicare, non dovrebbero avere l’ambizione ad essere istituzionalizzate. Ecco io credo che il futuro di queste realtà sia dato a chi possa stabilirne un’autenticità nella scelta degli artisti.
Alla luce della situazione italiana nell'arte tu cosa cambieresti? Come vorresti svolgere il tuo lavoro?
Credo che siano tante le cose da cambiare. Per cambiare un sistema bisogna costruire delle fondamenta, la base della struttura sono la cultura, l’istruzione. Io ripartirei da qui.
Vorrei semplicemente che il lavoro intellettuale e manuale fosse riconosciuto come un’attività e che fosse visto dalla società come una risorsa e non come una cosa di difficile collocazione e posizionamento nel “sistema economico”.
Ho trovato un'intervista a Germano Celant e vorrei porre le sue domande a te. Oggi sono pochi i giovani che emergono. Sono cambiati i tempi o è un problema di carisma individuale?
I giovani artisti che emergono sono pochi perché sono pochi anche gli intellettuali, i critici e i curatori che riescono a valorizzarne e riconoscerne il lavoro. Per un’artista è difficile fare tutto da solo, così come è difficile per un critico pretendere che gli artisti si adattino al suo pensiero.
Forse prima c’era una diversa coscienza che portava ad una maggiore collaborazione; si lavorava per un’idea comune, perché si credeva in diversi valori. Insomma si era consapevoli di una responsabilità artistica-sociale.
La storia del nostro Paese è cambiata, e non di poco, da quegli ultimi battiti degli anni ‘60… Quale apporto può dare l’Arte Povera alla società contemporanea?
Credo che sia un bene che le cose cambino. Ed è anche un bene che grazie a questo periodo storico si possa oggi concepire l’arte in un respiro più ampio, sia dal punto di vista spaziale di un allestimento che concettuale.
Le mostre nel 2011 hanno ancora senso? Se dovessi proporre una forma alternativa alla mostra cosa proporresti?
Se un’artista smette di far vedere il proprio lavoro allora vuol dire che perde il senso della realtà. Allora io mi chi chiedo: che valore ha l’arte se non si confronta con quello che esiste e se l’artista non è chiamato ad esserne il testimone?
Mostra deriva da Mostrare, che vuol dire far vedere. Quindi io cercherei di creare una condizione di agio e benessere per una migliore fruibilità dell’opera. Il luogo e le opere devono integrarsi in armonia, penso a spazi urbani interni o esterni confortevoli e accoglienti.

07/03/12

CASE D'ARTE Associazione Culturale Artefice

Case d’Arte nasce dalla volontà di dare spazio a studi di giovani artisti entro 35 anni, che lavorano assiduamente in Firenze e provincia. L’associazione Culturale Artefice, con il sostegno del Premio Creatività in Azioni promosso dal Comune di Firenze, inizia a censire i luoghi dove giovani artisti operano, creando una sorta di mappatura sul territorio fiorentino. L’Associazione ha coinvolto anche 10 personalità del mondo artistico e culturale contemporaneo (Luigi Lombardi Vallauri, Giuliano da Empoli, Luigi Zangheri, Pietro Gaglianò, Fiammetta Strigoli, Cristina Giachi, Valentina Filice, Maria Giuliana Videtta), ognuna delle quali ha posto una domanda agli artisti partecipanti , invitandoli così alla riflessione e al confronto. L’elegante e tascabile pubblicazione che ha titolo “Case d’Arte” raccoglie le foto di 46 studi selezionati e alcune delle risposte alle personalità, proponendo una sorta di vademecum artististico del “non ufficiale” odierno fiorentino. Per maggiori informazioni e le risposte complete wwwcasedarte.wordpress.com

LUIGI LOMBARDI VALLAURI
1. L'Arte è qualcosa che punta all'emozione estetica, ma l'emozione estetica può essere un punto d'appoggio per un balzo a qualcosa di ulteriore? Sei in grado di descrivere l'ulteriore? 
Per “emozione estetica” intendo le sensazioni immediate che un’immagine è in grado di suscitare. Un’opera è tale perché si spinge oltre “la forma” estetica; o meglio la “bellezza” deve essere il veicolo che media, fra il senso dell’opera e lo spettatore. Quest’ultimo, guardandola, dovrebbe spingersi verso più profonde riflessioni, sia intellettuali, che psicologiche e sociali.
GIULIANO DA EMPOLI
2. L'arte non può forse cambiare il mondo, ma può almeno tentare di cambiare il modo di vedere il mondo. Come pensi che la tua ricerca artistica possa cambiare il modo di vedere la città?Qualsiasi artista in verità non fa altro che cercare di affinare il suo modo di vedere le cose per andare incontro alla realtà che gli appartiene, cerca di esserne il confidente, di interpretarla. Non so se il mio modo di vedere le cose possa cambiare il modo degli altri di vedere la città, ma di sicuro apre ad una nuova possibilità espressiva.
PIERO FERRUCCI
3. Pensando a una delle tue opere, come descriveresti la sua nascita e il suo sviluppo nel tuo mondo interiore?
Pensando ad un mio quadro mi viene subito in mente l’ultimo autoritratto. Questo tipo di ricerca, fa parte del mio lavoro sin dall’inizio del mio percorso artistico ed è per me inevitabile. Il bisogno di “guardarmi allo specchio” nasce dall’esigenza di verificare continuamente me stessa, per autenticarne non solo l’esistenza, ma per indagare anche uno stato emotivo specifico. Potrei dire che solo attraverso questo tipo di osservazione e di esperienza mi rendo consapevole di me stessa e di un’interiorità che ha bisogno di essere esplorata continuamente.

LUIGI ZANGHERI
4. Ritenete utile (o inutile) nell'attuale scenario del sistema dell'arte un atteggiamento "morale" in rapporto al proprio operare?
Non credo che “l’atteggiamento morale” sia un atteggiamento adatto a nessuna forma di arte. Purtroppo ne vengono fatte delle “questioni” quando non si capisce quello che si vede. Credo che l’arte, per essere tale, debba spingere l’osservatore a porsi delle domande o a vedere soluzioni diverse di una data cosa.

PIETRO GAGLIANO’
5. Una riflessione sugli studi d'artista impone l'interrogativo sulla distanza che l'artista pone, o elude, tra sé e il mondo e su quanto sia giustificabile oggi il lavoro di un artista che (seguendo un modello romantico e bohemien) ritenga di poter lavorare senza guardare oltre i confini del proprio spazio protetto. L'attualità (su scala locale e globale) che peso ha nel processo creativo? Quanto un artista dovrebbe avvertire il dovere di sollevare le questioni del disagio sociale, del dissesto ecologico, dell'emergenza geopolitica?
Non credo che avere uno spazio dove lavorare significhi non guardare al di fuori di esso. Credo che un luogo, che possa fungere da piattaforma, sia necessario a favorire qualsiasi processo artistico. Credo che dipingere oggi non significhi necessariamente abbracciare un’ideale romantico; la pittura è un mezzo di espressione come un altro (non conta il “cosa”, ma il “come” e il “perché”). Credo che un’artista abbia grandi responsabilità e ne sia sempre consapevole; non si possono scindere queste cose. Un’artista è sempre critico nei confronti di se stesso e di quello che lo circonda. L’artista è sempre il testimone del tempo in cui vive, ma non ci si può aspettare da lui la risoluzione dei problemi.

FIAMMETTA STRIGOLI
6. Televisione, pubblicità, personal computer, internet concorrono a caratterizzare l’individuo di questo nostro tempo come homo videns, un fruitore di immagini esposto ad esperienze visive che sono il risultato della ricerca tecnica prima, tecnologica poi, e che hanno talvolta fornito “materiali” al fare arte, incidendo sul profilo dell’artista contemporaneo per l’opportunità di amplificare la propria traiettoria operativa, contaminando e ibridando i linguaggi espressivi.
Salto in positivo di creatività comunicativa capace di cambiare nel tempo il significato di artista più vicino al profilo dell’artista rinascimentale o anti-arte che nega la “vera” creatività a partire dalla presa di distanza dal concetto di manualità, insito nei generi classici come il disegno, la pittura e la scultura?
Il fare artistico è stato in ogni periodo storico influenzato dalle scienze, dalla politica…e di volta in volta gli artisti si sono trovati a mettere in discussione il proprio fare, la propria tecnica e a confrontarsi con ciò che li circondava in quel momento. Anche oggi è lo stesso. Non credo che la nascita di nuove forme di espressione e le contaminazioni siano negative. Certamente la realtà fiorentina ha ereditato la sua particolare tradizione e credo che ognuno sia chiamato a questo confronto.

CRISTINA GIACHI
7. Ti senti parte di un movimento artistico fiorentino? Esiste una sinergia tra i giovani artisti? Esistono
luoghi di discussione-confronto? Si lavora pensando alla città o il lavoro è rivolto ad un pubblico
esterno?
Non so se si può parlare di “movimento” in senso storico, ma qualcosa sta fermentando. A Firenze conosco molte persone capaci, che lavorano seriamente per far sì che il proprio fare artistico possa diventare un mestiere. Il problema maggiore è come relazionarsi con le istituzioni.

VALENTINA FILICE
8. Reputi che quello dell’artista possa essere ritenuto un mestiere pari agli altri? Se d’accordo, in che termini potrebbe regolarizzarsi all’interno del circuito economico e produttivo nazionale?
Dal punto di vista pratico penso all’arte come un mestiere. In passato non mancano gli esempi in cui l’artista ha avuto ruoli specifici all’interno di una società, inserito in un circuito economico e culturale; oggi questo si è perso e dimenticato. Perché?

MARIA GIULIANA VIDETTA
9. Qual è la vostra domanda? Più precisamente, l'opera d'arte/l'attività artistica risponde alla domanda che l'artista si è posto e che attraverso l'opera rimanda al fruitore?
Un’opera d’arte risponde sempre ad una domanda; bisogna vedere se la domanda che l’artista si pone è giusta, o meglio consona a quello che si aspetta il fruitore.

ASSOCIAZIONE ARTEFICE
10. L’idea del progetto Case d’Arte nasce dall’intuizione di poter mettere in relazione varie realtà di creativi presenti in città per poter così ampliare una rete di lavoro e quindi creare anche maggiori occasioni di visibilità. Quali azioni potrebbero portare un contributo positivo alla scena culturale fiorentina?
Credo e spero che questa idea, possa essere la prima di una serie di iniziative che potranno idealmente inserirsi nel tessuto cittadino in maniera costante e stabile. Credo che la realtà artistica sia molto più variegata e ricca di quella che vediamo “in vetrina” nelle gallerie. Ogni artista dovrebbe sentire la responsabilità del proprio fare nei confronti del luogo dove si trova; dovrebbe anche avere la consapevolezza che i primi decenni di un nuovo secolo saranno determinanti per quello che segue.