24/06/12

Elisa Zadi, Sarò quel che sono, 2012, olio su tela, 33x35 cm.
Collezione Grace Baldissera, Milano.
 

Quella che pratica Elisa Zadi è una frontalità certamente ora inderogata, quasi secondo un archetipo di fissità da ancestrale icona. Le sue stesure appaiono subito molto semplici, di prima mano, un po' materiche, ma senza possibili non dico pentimenti ma elaborazioni: senza insomma, direi anzi, volontà di elaborazione. Il che, mi dice, corrisponde a una idea di attenersi a una semplicità ed essenzialità di cose giuste, evidenti, che si diano subito come riscontro a una purezza di visione, senza un'implicazione di “elaborazioni di testa”. Figure frontali, estratte da un contesto, poste entro uno “spazio assenza”, vuoto in dissolvenza per lasciare visibile soltanto la figura, per annullare ogni possibilità di spazio se non entro la figura stessa. Una sorta di rivalsa dell'individuo sul contesto.

Enrico Crispolti


01/06/12

Elisa Zadi, "Dopo Freud", 2012, olio su tela, cm 35x33.

Zadi Atelier



Le lezioni si prefiggono di dare le basi del disegno e della pittura, intervenendo personalmente sulle difficoltà che l'allievo incontra durante le esercitazioni. Fra i primi esercizi troviamo quelli per il "superamento dei simboli", che avviano lo studente alla conoscenza dell'osservazione, accompagnandone l'apprendimento verso il disegno vero e proprio.






  
         
per informazioni elisa@zadielisa.it